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| i fratelli Taviani, trionfatori ai David  | 
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Dedichiamo la serata ai nostri attori, alcuni dei quali sono ancora in galera". Con questa frase a effetto 
Paolo e 
Vittorio Taviani si sono congedati dalla cerimonia dei
 David di Donatello, dove il loro film 
Cesare deve morire ha fatto man bassa dei premi più importanti aggiudicandosi ben cinque statuette, tra cui quelle più 'pesanti': 
miglior film, 
regia, 
produzione, 
montaggio e 
suono. Un'annata da incorniciare per i due ultra-ottantenni registi toscani, freschi vincitori anche dell'
Orso d'oro al 
Festival di Berlino e (finalmente) tornati prepotentemente sotto le luci dei riflettori.
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| 'Cesare deve morire', miglior film | 
A dire il vero i 
Taviani non se n'erano mai andati, ma la memoria corta e l'ipocrisia imperante nel mondo dello spettacolo li avevano negli ultimi anni ghettizzati e fatti oggetto di ironie di bassa lega: chi li definiva ormai 'vegetali', chi rincoglioniti, chi addirittura con pessimo gusto si chiedeva se fossero ancora vivi... e i due toscanacci di San Miniato vivi lo erano eccome, e anche battaglieri: consapevoli di non aver più nulla da chiedere ad uno star-system che li emarginava, e (soprattutto) liberi da ogni vincolo contrattuale e commerciale, hanno continuato a fare cinema secondo i loro canoni, realizzando i film che preferivano e senza scendere a compromessi con nessuno. Così è nato 
Cesare deve morire: pellicola che nessuno voleva finanziare e nessuno voleva distribuire in sala. Ma dopo la standing-ovation e un quarto d'ora di applausi alla 
Berlinale, ecco che tutti sono tornati a salire sul carro dei vincitori...
Così va la vita. E noi siamo contenti comunque perchè 
Cesare deve morire è un film bello, poetico, coraggioso, emozionante: la storia di un gruppo di detenuti che si trasformano in attori per recitare il 
Giulio Cesare di 
Shakespeare è splendida e toccante: e poco importa se i 'puristi' non hanno ancora sciolto il dubbio se trattasi di fiction, documentario, metacinema, teatro filmato o quant'altro. Noi sappiamo che è un capolavoro, e questo ci basta. Anzi, no: dal momento che la Giuria dei David ha anche il compito di selezionare il titolo del film italiano da candidare ai prossimi 
Oscar, ci auguriamo che non ci sia alcun dubbio sulla scelta: i 
Taviani stra-meritano il biglietto per 
Hollywood, e speriamo che il loro film sia sostenuto a dovere da chi ha il compito di farlo.
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| Zhao Tao, miglior attrice per 'Io sono Li' | 
Detto dei vincitori, non si può non parlare anche degli sconfitti, che vanno chiamati con il loro nome: per 
Romanzo di una strage, 
Habemus Papam e 
This must be the place le cose non sono andate come sperato. Ha limitato i danni il film di 
Sorrentino, che si è aggiudicato anch'esso cinque statuette (seppure in categorie minori) e che sarà comunque distribuito negli States, mercato forse 'ideale' per una storia del genere. 
Marco Tullio Giordana si deve accontentare invece dei premi alla coppia di interpreti non protagonisti del suo film, i bravi 
Pierfrancesco Favino e 
Michela Cescon, che interpretano i coniugi 
Pinelli. Mentre l'immenso 
Michel Piccoli dà un contentino anche a 
Nanni Moretti, vincendo il 
David come miglior attore per 
Habemus Papam.  Grossa sorpresa invece tra le attrici protagonisti, dove trionfa la cinese 
Zhao Tao per il film 
Io sono Li di 
Cesare Segre, visto a Venezia.
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| Michel Piccoli, premiato per 'Habemus Papam' | 
Certo è curioso assistere alla vittoria di due attori protagonisti stranieri in una manifestazione che celebra il cinema italiano... ma sappiamo che nulla nasce per caso, e con questi premi la Giuria dei 
David sembra volerci mettere in guardia da un pericolo già da tempo 'segnalato' anche dalle colonne di questo minuscolo blog: il cinema nazionale, che ancora si difende e - anzi - può ancora annoverare fior di registi di tutte le fasce d'età, è clamorosamente carente in fatto di interpreti. Inutile nasconderlo: in Italia, tolti i 'soliti noti', vale a dire 
Lo Cascio, 
Servillo, 
Bentivoglio, 
Favino, la 
Buy, la 
Morante, la 
Golino e pochi altri, non abbiamo grandi attori di livello mondiale. Questo perchè il pubblico medio, ormai rincretinito dalle fiction televisive, vuole vedere sul grande schermo solo commedie, e anche poco impegnative. E per questi prodotti certo non occorrono doti recitative da Actor's Studio...
TUTTI I VINCITORI
 
Non mi sono accorta che ci sono già stati i David!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSo che mi maledirai ;-D ma a me è dispiaciuto per la Ramazzotti! L'ho detto!!!!!!! Un bacione, Elena
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