Sarà un'edizione "da brividi" quella della 82. Mostra del Cinema di Venezia, dominata da mostri,
 dittatori, serial killer, alieni e inquietudini contemporanee. Alberto Barbera presenta un cartellone che intreccia grandi ritorni e nuove scoperte, tra una Hollywood più defilata e le piattaforme streaming in ascesa... da Del Toro, con il suo attesissimo Frankenstein, a Baumbach, Lanthimos, Bigelow, fino ai maestri europei e asiatici come Assayas, Ozon e Park Chan-wook. L'Italia gioca un ruolo da protagonista con Sorrentino, Di Costanzo, Marcello, Rosi e Maresco, con Guadagnino e Bellocchio fuori concorso. Una Mostra che riflette i cambiamenti del cinema e del mondo, senza rinunciare alle sorprese. 
E anche quest'anno, ostinatamente, il sottoscritto sarà al Lido per passione, diletto e vacanza... per questo motivo il blog resterà in "standby" per un paio di settimane (salvo i post programmati sulle uscite cinematografiche): cercherò tuttavia, senza promettere nulla, di "sfogare" le mie impressioni sui miei profili social (Facebook e Instagram) e magari anche dal vivo, se ci sarà qualche appassionato che avesse voglia di fare due chiacchiere dal vivo... a me farebbe solo piacere. Ci vediamo a Venezia! 
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| "Frankenstein" di Guillermo Del Toro | 
Sarà una Mostra "mostruosa", nel senso buono e letterale del termine: ovvero piena di mostri protagonisti dei film, da 
Frankenstein ai serial killer (come il Mostro di Firenze), dai dittatori del Novecento agli alieni cattivi di 
Bugonia, dai fanatismi religiosi a una nuova "alba rossa" evocata da 
Kathryn Bigelow... insomma, 
Venezia 82 riflette in pieno le inquietudini del mondo attuale, e del resto questo è da sempre il significato e lo scopo dei Festival del Cinema.
 Alberto Barbera, al timone della rassegna lidense dal 2011 e giunto al suo penultimo anno di mandato (salvo sorprese), ha presentato un cartellone sulla carta ricchissimo e variegato, quest'anno perfino più attento del solito alla cinematografia globale.
Non si può, naturalmente, che partire dai grandi nomi, perlopiù americani, anche se quest'anno a dire il vero Hollywood (nel senso di grandi produzioni) si è abbastanza tirata indietro: negli ultimi anni Venezia aveva sempre fatto da trampolino di lancio verso gli Oscar (vedi The Brutalist e Io sono ancora qui, giusto per rimanere all'anno passato) mentre quest'anno sembra mancare in Concorso il "filmone" americano di qualità, a vantaggio invece del cinema indie a stelle e strisce e delle piattaforme streaming come Netflix e Amazon. Segno inequivocabile dei tempi che cambiano e degli equilibri di potere che si spostano, anche nel mondo del cinema.
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| "Jay Kelly" di Noah Baumbach | 
Qualche nome? Il più atteso di tutti è senz'altro il 
Frankenstein di 
Guillermo Del Toro, con il regista messicano che torna al Lido dopo la vittoria del 2017 con 
La forma dell'acqua e porta con sè quello che - a suo dire - è il film della vita, che bramava dirigere da sempre. Un altro gradito ritorno è quello di 
Noah Baumbach, che con il suo 
Jay Kelly schiera un cast di superstelle (con 
George Clooney mattatore assoluto), così come quello dell'ormai 
habituè Yorgos Lanthimos, che proverà con 
Bugonia (sempre con la sua "musa" 
Emma Stone) a bissare il successo del 2023 con
 Povere Creature! Completano la pattuglia americana l'intrigante e misterioso 
Father Mother Sister Brother di 
Jim Jarmush (che non ha voluto rivelare alcunchè sul film) e l'adrenalinico 
A House of Dynamite di 
Kathryn Bigelow, che torna a dirigere un nuovo film otto anni dopo lo sfortunato 
Detroit.
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| "No other choice" di Park Chan-wook | 
Allontanandoci dall'America, fa un immenso piacere ritrovare in Concorso il maestro coreano 
Park Chan-wook con 
No other choice, appassionato 
pamphlet sulle disparità sociali del mondo moderno, mentre è piuttosto folta la colonia francese: sono infatti ben tre i titoli provenienti dai cugini d'oltralpe, tra i quali spicca 
Il mago del Cremlino di 
Olivier Assayas, caustico ritratto di 
Vladimir Putin (e della Russia) ispirato al romanzo omonimo del nostro 
Giuliano da Empoli. Completano la pattuglia transalpina 
A' pied d'oeuvre di 
Valerie Donzelli (ricordate
 La guerra è dichiarata?) e il sempre prolificissimo 
François Ozon con il patinato 
L'Etranger.
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| "La Grazia", di Paolo Sorrentino | 
E poi, naturalmente, tanta, tanta Italia. Forse perfino troppa, sostiene qualcuno, ma Venezia è da sempre la vetrina privilegiata per il nostro cinema, anche se poi purtroppo molto spesso ai tappeti rossi veneziani non corrisponde altrettanto successo al botteghino... ma questo è un altro discorso. Cinque i film italiani in Concorso: si parte con 
La grazia di 
Paolo Sorrentino, film d'apertura, con 
Toni Servillo nei panni di un Presidente della Repubblica vedovo e anziano cui capita qualcosa di inaspettato. E poi ci sono 
Elisa di 
Leonardo Di Costanzo (promosso nella rassegna principale dopo l'ottimo 
Ariaferma), 
Duse di Pietro Marcello, 
biopic della grande attrice del XIX secolo, e ben due documentari: 
Sotto le nuvole di 
Gianfranco Rosi (già vincitore del Leone d'oro nel 2013 con 
Sacro GRA) e 
Un film fatto per Bene, gioco di parole con cui 
Franco Maresco rende omaggio al grande 
Carmelo Bene. 
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| "Portobello", di Marco Bellocchio | 
Non è finita, naturalmente. Allargando lo sguardo alle altre sezioni troviamo anche 
Ammazzare stanca di 
Daniele Vicari in Venezia Spotlight, autobiografia di un ragazzo che sceglie un futuro diverso da quello di criminale, e ancora
 Un anno di scuola di 
Laura Samani e 
Il rapimento di Arabella di 
Carolina Cavalli in Orizzonti, senza dimenticare poi la serialità: oltre al già citato 
Il Mostro di 
Stefano Sollima (sui delitti di Firenze), vedremo al Lido anche i primi due episodi di 
Portobello, la serie che 
Marco Bellocchio ha dedicato alla figura di 
Enzo Tortora. Assoluta novità, poi, la sezione "Cinema e musica", con i documentari dedicati rispettivamente a 
Francesco De Gregori, Piero Pelù e, udite udite, perfino 
Nino D'Angelo. E ci sarà anche quest'anno 
Luca Guadagnino che, sebbene ormai le sue produzioni siano internazionali a tutti gli effetti, non possiamo certo esimerci dal citarlo: anche perchè 
After the Hunt (con 
Julia Roberts, Andrew Garfield e 
Chloe Sevigny) promette di essere l'evento più "glamour" in assoluto dell'intera rassegna.
Ci sarà spazio anche per i premi alla carriera, assegnati quest'anno a Kim Novak e Werner Herzog, nonchè per tutti quei piccoli, sconosciuti film provenienti da ogni parte del mondo tra i quali, come ogni anno, sicuramente scapperà la sorpresa, la rivelazione di turno di cui poi sentiremo parlare in futuro... perchè il bello dei Festival alla fine è proprio questo.
Ci vediamo dunque a Venezia, con chi vorrà esserci... vi aspetto!
 
Ovviamente, come ogni anno, non posso fare altro che invidiarti, augurarti buon divertimento e chiederti di pensare a me ad ogni mostro cinematografico che vedrai!
RispondiEliminaGrazie mille, Erica. Di cuore. Io non perdo la speranza di vederti qui... mai dire mai! ❤️ un caro saluto!
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