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mercoledì 28 novembre 2012

PADRONI DI CASA

(id.)
di Edoardo Gabbriellini (Italia, 2012)
con Valerio Mastandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni Tedeschi
VOTO: ****/5

A volte ci sono film che ti viene voglia di vedere solo perchè ti piace la locandina, a scatola chiusa. Due lupi, maschio e femmina, vestiti da matrimonio: lei in bianco con una corona di fiori sulla testa, lui in abito scuro con i fiori nel taschino. Il manifesto di Padroni di casa, opera seconda di Edoardo Gabbriellini (l'indimenticabile protagonista di Ovosodo, chi non lo ricorda?) è inquietante e intrigante insieme: esattamente come la pellicola che ha diretto, quasi unica nel suo genere nel panorama italiano.

I lupi sono ovviamente i 'padroni di casa' del titolo: a cominciare da Fausto Mieli (un mefistofelico Gianni Morandi), cantante in declino che ha sacrificato la carriera per accudire la moglie inferma (interpretata da una grandissima Valeria Bruni Tedeschi). E adesso, visibilmente, non ne puole più. Non permetterà a niente e a nessuno di intralciargli la strada del possibile rilancio, compresa l'adorata mogliettina.
Ma i lupi sono anche, in senso lato, gli abitanti del piccolo paese di montagna dove Mieli vive rinchiuso nella sua lussuosa villa-prigione: gente che apparentemente lo adora ma che in realtà cova una profonda antipatia per un personaggio che, giocoforza, fagocita tutte le attenzioni. In paese 'non si muove foglia che Mieli non voglia', e questo a molti non va proprio giù...

Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi
In tale contesto si muovono anche due operai romani, fratelli dal carattere molto diverso (Valerio Mastandrea e Elio Germano), chiamati da Mieli a ristrutturargli la casa e che diventano, loro malgrado, la variabile impazzita di un sottile equilibrio che si regge unicamente sull'ipocrisia: saranno loro, inconsapevolmente, a far saltare il banco e gettare la piccola comunità in una spirale di odio e di violenza furiosa che erano latenti da anni.

Padroni di casa è un robustissimo film di genere, senza pretese autoriali ma che funziona a meraviglia: un noir 'de noantri', che comincia sotto forma di commedia e che piano piano insinua nello spettatore quel senso di disagio e di sospetto che infine troverà sublimazione nell'epilogo inevitabilmente 'catartico' (che non vi raccontiamo). Provocatoriamente, e volutamente esagerando, vi diciamo che potrete ritrovarvi in uno scenario 'alla Haneke', ovvero una pellicola subdola, comica in superficie eppure indiscutibilmente sgradevole, che mette a nudo tutte le bassezze di un paese come il nostro: violento, razzista, ipocrita, geneticamente poco incline ad aprirsi verso gli altri.

Elio Germano e Valerio Mastandrea
Non tutto funziona, a cominciare da una sceneggiatura che, specie verso la fine, vira pericolosamente verso una deriva 'splatter' da cinema americano medio... eppure si resta incollati alla sedia, aspettando di vedere che cosa accadrà. Il film è stato presentato al Festival di Locarno ed è uscito nelle nostre sale in sordina, stritolato dalla distrubuzione della grandi major. Se potete, provate a recuperarlo: ne resterete piacevolmente sopresi. Garantito.  

lunedì 16 agosto 2010

MONSTERS (G.B./Messico, 2010) di Gareth Edwards



Il giovanissimo regista Gareth Edwards ha definito Monsters, la sua opera prima, come "l'inizio di un nuovo genere: la fantascienza romantica", e la platea di Locarno lo ha applaudito a lungo... potenza dei Festival!
In realtà il film ha ben poco di originale, se si eccettua un finale azzeccato e decisamente sorprendente, ma va dato atto a Edwards di aver portato sullo schermo una pellicola solida, di genere, girata con pochi mezzi ma con grande professionalità. E, bisogna dirlo, decisamente coinvolgente.

La trama: Una navicella della Nasa contenente campioni organici provenienti dallo spazio si schianta nel deserto messicano. I campioni, a contatto con l'atmosfera terrestre, favoriscono la nascita di terrificanti creature aliene che finiscono con l'"infestare" la parte settentrionale del paese, fino al confine con gli Stati Uniti. La zona viene così messa in rigida quarantena dagli eserciti dei due paesi, creando non pochi problemi a chi deve attraversare il confine (ogni riferimento all'attuale situazione politica è, diciamo, non del tutto casuale...). In questo contesto, un uomo d'affari americano incarica un giornalista senza scrupoli di "riportare" a casa la figlia rimasta bloccata in Messico. Durante una notte brava al "nostro" vengono rubati i passaporti, costringendo così la neo-coppia ad attraversare la zona infetta. Inutile dire che il viaggio non sarà agevole...


Monsters è un fanta-horror, come detto, abbastanza convenzionale, e dove la scarsità del budget a disposizione fa sì che gli effetti speciali siano ridotti al minimo, privilegiando il lato "psicologico" della vicenda (e questo certamente non è un difetto). Il terrore viene infatti "percepito" piuttosto che mostrato, non disdegnando inoltre interessanti riflessioni sul rapporto tra noi e gli altri, cercando di convincere lo spettatore che la paura del "diverso" non sempre è giustificata, anzi. Senza parlare troppo del finale (sarebbe un delitto!) vi posso dire che i "mostri" in realtà non sono poi così ostili con gli esseri umani, e che sono quindi i nostri pregiudizi nei confronti di chiunque che meritano di essere messi in "quarantena".

Non male, tutto sommato, per un'opera prima.
VOTO: * * *

Un ferragosto a Locarno


Locarno è uno di quei "luoghi dell'anima", dove non puoi fare a meno di andarci... è più forte di me. Quest'anno solo una brevissima toccata e fuga, tanto per "timbrare il cartellino", ma stimolante come sempre.
E' difficile dire da dove nasca il fascino di questo piccolo-grande festival del cinema. Forse per il fatto di essere una rassegna "piccola" ma elitaria, sperimentale, dove puoi assistere a opere davvero coraggiose e alternative, a volte provocatorie, che difficilmente trovano spazio nei festival maggiori (anche se Locarno, ricordiamo, per importanza è il quarto festival al mondo, il secondo per longevità insieme a Cannes). Oppure perchè è un festival a misura di spettatore, che non ti costringe a estenuanti spostamenti col cuore in gola da una sala all'altra, offrendoti inoltre la visione dei film più spettacolari in una cornice unica al mondo come quella di Piazza Grande: se siete cinefili veri non potete, almeno una volta nella vita, non assistere ad una proiezione in questo magico scenario, insieme a quasi diecimila persone entusiaste...
Oppure, ancora, a Locarno ci si va perchè è, banalmente, un posto bellissimo e ospitale: un paesino di neanche ventimila anime, caretteristico, pittoresco, adagiato sulle sponde del Lago Maggiore e dove ti puoi anche concedere una piccola vacanza rilassante. Davvero: Locarno è l'unico festival al mondo dove, oltre a vedere film, ti puoi anche riposare. E scusate se è poco.
Tante persone, di ogni parte del mondo, ogni anno amano trascorrere qui il proprio ferragosto: dalla minuscola (ma troppo carina!) stazione ferroviaria si raggiungono in breve tempo tutte le principali mete della Svizzera, e anche le nostre Domodossola e Varese. Percorsi incantevoli e suggestivi, come la ferrovia delle Centovalli e i collegamenti col Bernina Express... insomma, c'è di tutto e di più per "innamorarsi" di questa vivissima cittadina svizzera.
Appuntamento al prossimo anno!