regia: Steven Spielberg (Usa, 2018)
cast: Tye Sheridan, Mark Rylance, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, Simon Pegg, T.J. Miller, Hannah John-Kamen
sceneggiatura: Zak Penn, Ernest Cline
fotografia: Janusz Kaminski
scenografia: Adam Stockhausen
montaggio: Michael Kahn, Sara Broshar
musiche: Alan Silvestri
durata: 140 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
trama: Nel 2045, in un pianeta Terra povero e sovrappopolato, l'unico svago per il genere umano è un universo parallelo e virtuale chiamato OASIS, in grado di regalare alle persone illusori momenti di felicità. Quando, poco prima di morire, il suo creatore James Halliday rivela la presenza di un "easter egg" in grado, per chi lo scopre, di entrare in possesso del controllo del gioco (e quindi del mondo) si scatena una feroce battaglia tra i buoni (il timido e complessato Wade, con la sua cerchia di amici) e i cattivi (la feroce multinazionale IOI, guidata dal perfido Nolan Sorento) per chi arriverà prima a decifrare il prezioso algoritmo.
Semplicemente, a me Ready Player One non è piaciuto. Per nulla. L'ho trovato un film faticosissimo, pesante, visivamente meraviglioso ma incredibilmente banale per struttura e contenuti. Confesso di averne patito tantissimo la visione, due ore e venti che mi sono parse interminabili, rischiando più volte l' "abbiocco" (vero è che l'ora in cui l'ho visto, le 22,40 di un venerdì sera lavorativo, non era forse la più indicata per andare al cinema... ma ricordo che nelle stesse condizioni vidi anche Blade Runner 2049, e le impressioni furono ben diverse). Confesso anche che negli ultimi anni mi sono accorto di essere piuttosto insofferente al cinema di Steven Spielberg, un ex-grande regista che, a parer mio, da tempo ha perso la genialità, l'inventiva e l'entusiasmo che caratterizzavano i suoi veri capolavori, e che, pur mantenendosi su livelli eccellenti dal punto di vista tecnico (la "mano" è sempre quella, e non si discute) non riesce più ad emozionare lo spettatore come negli anni d'oro.
Ready Player One è un meraviglioso giocattolo filmico che però finisce subito con lo stancarti, come un cubo di Rubik di cui scopri subito la soluzione. Ho letto che è tratto da un libro e che l'autore del romanzo (l'americano Ernest Cline) ha preteso di collaborare alla sceneggiatura, la cui stesura (a quattro mani con Zak Penn) ha richiesto addirittura quattro anni di lavorazione. Quattro anni per scrivere un plot banalissimo e stravisto, vecchio come il cucco: nel 2045 gli uomini vivono in un mondo ostile e sovrappopolato, la cui unica possibilità di evasione è una realtà virtuale chiamata OASIS in cui possono sognare una vita più serena e dignitosa... che originalità! Forse i due sceneggiatori hanno trascorso gli ultimi decenni in stato di ibernazione o eremitaggio, senza aver mai visto, che so, un Matrix, o Avatar, Tron Legacy, Strange Days o Nirvana (e potrei continuare...)
Spielberg continua dritto come un toro a perseguire i suoi temi di sempre, primo fra tutti l'ossessione per la fanciullezza e per un mondo salvato dai ragazzi, la cui bontà d'animo risolverà ancora una volta l'eterno conflitto tra il Bene e il Male. Anche qui, ovviamente, c'è la solita banda di adolescenti brufolosi pronta ad opporsi alla multinazionale cattiva di turno (perchè le multinazionali , si sa, sono sempre cattive) e che altrettanto ovviamente (spoiler telefonatissimo) finirà per avere la meglio e farà rifiorire il pianeta migliorando la qualità dei rapporti umani attraverso, guarda un po', l'amicizia e i buoni sentimenti. Morale profonda del film: il virtuale è bello ma la vita vera lo è di più... un vero trattato di sociologia applicata!
Ma tutto sommato non è nemmeno questo l'aspetto che più mi ha fatto soffrire questo film. Ho patito maggiormente (parecchio) l'esagerato citazionismo che trasuda da ogni inquadratura e finisce per rendere la pellicola subito stucchevole, indigesta, malgrado il tripudio e la magnificenza degli effetti speciali e la splendida ricostruzione dei classici del passato. Cerco di spiegarmi: è impossibile non entusiasmarsi nelle sequenze che, prese SINGOLARMENTE, omaggiano Shining, Alien, Ritorno al Futuro, Tomb Raider, così come i riferimenti nostalgici agli anni '80 (oggetti, giocattoli, canzoni...). Il problema è che quando questi omaggi vengono ripetuti allo sfinimento per 140 minuti, senza sosta, in una bulimia di situazioni e personaggi affastellati senza motivo e senza logica una sull'altra (confesso che a un certo punto, ormai stremato, ho smesso anche di seguire gli sviluppi della trama) finiscono per provocare una "crisi di rigetto", una "grande abbuffata" che ti stanca e ti annoia senza pietà.
Un film che per me (e per quelli come me) arriva fuori tempo massimo, senza appello. Io sono certamente figlio degli anni '80, ma se questo film è stato fatto pensando a quelli della mia generazione, allora vuol dire che ci siamo talmente inariditi al punto di esserci dimenticati di quelli che avrebbero dovuto essere i nostri anni migliori. Certo, io parlo a titolo personale, però credo che un film-videogioco come questo, seppur costruito deliberatamente come un videogioco, finisca per mostrare per forza di cose il fiato corto. A meno di non restare nerd a vita, con il pollice fisso sul tasto rewind...
Stavolta sei andato davvero contro corrente, ma ti stimo anche e soprattutto per il tuo coraggio. Quando vedrò il film ti dirò la mia, per adesso un caro saluto. E buona Pasqua.
RispondiEliminaMauro.
Ciao Mauro, guarda... il coraggio non c'entra assolutamente niente, credimi. In fondo è solo un film! Ho scritto le mie impressioni, che stavolta differiscono parecchio dal pensiero comune. Succede. Quello che voglio ribadire ancora una volta è chè non voglio assolutamente provocare o distinguermi, la mia è una critica strettamente personale. E se al resto del mondo il film è piaciuto probabilmente sono io che non l'ho capito oppure la mia sensibilità e diversa. Nessun problema.
EliminaRicambio volentieri gli auguri!
Io ho divorato e adorato il libro, e sono uscita dalla sala dopo tre quarti d'ora di film, incazzata come una biscia e addolorata. Triste, proprio, come se avessero massacrato dei miei amici.
RispondiEliminaE concordo su Spielberg. Grazie, pensavo che io e marito fossimo gli unici a non apprezzarlo.
Non ho letto il libro e non posso fare raffronti. Però spezzo una lancia nei confronti del cinema in generale: letteratura e cinema sono due cose diverse e non si può pretendere che regalino le stesse emozioni. E' facoltà dei registi e degli sceneggiatori esercitare la loro creatività senza essere per forza vincolati al testo letterario. Poi, certo, il risultato può piacere o meno. Su Spileberg vedo che concordiamo: per me, da tempo, non è più l'autore geniale degli esordi. Ora vive di rendita (una buona rendita, ci mancherebbe!)
EliminaIl libro è semplicemente fantastico! Una storia semplice ma che ti tiene incollato dall'inizio alla fine, soprattutto se quegli anni li hai vissuti e sei un appassionato di retrogaming. Tuttavia è il classico libro da cui è impossibile tradurre una pellicola. Ho paura che mi deluderà parecchio, ma almeno ci vado preparato. Prova a leggere il libro, anche se vista la tua premessa non credo ti piacerà ;-)
RispondiEliminaPer curiosità, e con i miei tempi (di solito biblici in fatto di letture) ci proverò. In effetti sono curioso, perchè davvero questo film è di una banalità sconcertante... il libro deve per forza avere un altro passo! Non sono appassionato di "retrogaming", e forse questo mi condiziona, spero solo che anche il romanzo originale non sia un semplice elenco di citazioni. Ti farò sapere ;)
EliminaSai che invece a me è piaciuto proprio perché mi ha fatto ritornare giovane (vado per i 44..)? Ci ho messo un po’ ma alla fine mi ha conquistato, ho ritrovato lo Spielberg magico dei miei anni migliori, forse un po’ poco, ma a me è bastato...p.s.al 14enne ha fatto schifo...
RispondiEliminaSei una "cavia" ineressante ;) perchè l'universo "nerd" è quasi prettamente maschile... capisco invece tuo figlio: un film praticamente senza storia, farcito solo di citazioni di un'epoca per lui sconosciuta, difficilmente gli sarebbe potuto piacere.
EliminaNemmeno io sono rimasta entusiasta, nonostante apprezzi ovviamente le mirabilie degli effetti speciali deliziosamente "vintage". Però è vero, la trama è alquanto banale e davvero sembra di aver a che fare con un videogioco. Magari lo scopo era proprio quello ma in caso non a suscitato in me il minimo interesse.
RispondiEliminaMi hai tolto le parole di bocca! ;)
EliminaSei stato un po' troppo cattivo. E' vero, c'è molta fuffa in questo film ma Spielberg come al solito la sa vendere benissimo: divertente e innocuo, con bellissime suggestioni. C'è tanto di peggio.
RispondiEliminaBeh, certamente al peggio non c'è mai fine... e Spielberg è sempre Spielberg, non ci piove. Però, proprio perchè è Spielberg, da lui mi aspetto qualcosa di più interessante che un semplice film-videogioco infarcito di nostalgia. Che la confezione sia impeccabile è indubbio, ma qui la fuffa è ben oltre il livello di guardia!
EliminaGuarda, ho 7 anni in meno di te, quindi posso quasi azzardare che siamo quasi coetanei, circa. Io le due ore e venti non le ho sentite, durante il film svariate volte ho persino urlato e comunque ho visto tutto il film con gli occhi sgranati come quando andai a vedere, quattordicenne, jurassic Park. Ho già riservato a Ready Player One uno spazio nella vetrinetta in cui giaciono tutti i miei dvd-bluray.
RispondiEliminaOpinione dunque diametralmente opposta, e questo è il bello del cinema... abbiamo a quanto pare gusti e sensibilità decisamente diverse, e magari anche percorsi di vita diversi. Massimo rispetto per il tuo entusiasmo, quindi.
EliminaAh, strana creatura questo Ready Player One!
RispondiEliminaLe recensioni che ho letto ai tempi dell'anteprima un po' mi hanno spaventato prima di gustarlo al cinema... troppo entusiasmo mi rende sospettosa! Sono riuscita però a privarmi di ogni tipo di pregiudizio per vivere al meglio questa visione tra un pop-corn e l'altro. Letto il libro e visto il film posso dire che l'ultima fatica di Spielberg mi ha convinto molto: una pellicola divertente e divertita che rispetta abbastanza lo spirito del romanzo di Cline rendendolo però più appetibile ad un pubblico cinematografico e, in particolare, ad una fetta più ampia dal punto di vista generazionale. Gli omaggi e gli easter egg di cui si nutre la storia stessa non mi sono sembrati ingombranti quanto temevo: la componente ultra citazionista "diluita" nel libro poteva diventare la vera rovina del film che invece, a mio parere, è riuscito a mantenere una sua storia lineare e semplice. Certo, può apparire banale e un po' ingenua (volutamente?) ma è perfettamente coerente con lo spirito malinconico e la struttura in stile videogioco. Anzi, ora che scrivo ciò che finora è rimasto in modo confuso in testa, penso che il messaggio finale del film, per quanto prevedibile, possa nascondere un interrogativo niente male: dove porta questa nostalgia di tempi non vissuti che ultimamente sembra essere alla base di qualsiasi produzione su piccolo e grande schermo? E' curioso notare che la maggior parte del pubblico interessato (e d'interesse) da questo 'fenomeno' - da Stranger Things in avanti - è infatti una generazione molto distante dagli anni Ottanta. Mi chiedo inoltre: era questo il messaggio non troppo nascosto di Spielberg - che di questi omaggi, tuttavia, ci campa - oppure sono io che attribuisco al film significati? Insomma, devo chiarirmi molto le idee e una recensione con senso logico sicuramente arriverà fuori tempo massimo su Stories.
Felicissima, comunque, di leggere una voce fuori dal coro che pone l'attenzione su aspetti non banali del film… come sempre fai, dopotutto! :D
Mi scuso per questa specie di riflessione sconclusionata (imprevista) e scappo a bordo di una DeLorean modificata!
Fede.
Grazie Fede per questo bellissimo commento, in pratica una mini-recensione molto meno "di pancia" della mia. Devo dire che hai esposto concetti assolutamente condivisibili e in cui mi ritrovo in pieno (come il messaggio finale del film, ovvero l'operazione-nostalgia che, in effetti, piace più ai giovani che hai "vecchietti" come me...) Forse è vero che la struttura della pellicola è volutamente banale, proprio come un videogame, il problema è che in questo modo finisce per piacere solo a chi ama i videogame e, probabilmente, è abituato agli "schermi" che cambiano in continuazione (le innumerevoli citazioni viste come pagine del gioco in sequenza). Forse un appassionato non chiedeva altro, e forse un ragazzo con la mente più "elastica" della mia è in grado di seguire con interesse e cognizione di causa tutti i rimandi contenuti nella sceneggiatura. Io francamente mi sono annoiato dopo cinque minuti, ma del resto mi annoiavo anche giocando a Tetris. Questione di predisposizione, appunto.
EliminaPer me arriva alla sufficienza, ma concordo con te, non mi ha entusiasmato. Tanto tridimensionale nelle scenografie quanto piatto, e un po' noioso, nella scrittura.
RispondiEliminaEsatto. Quello che davvero mi ha deluso è la sceneggiatura, per me di una banalità sconcertante. Sono quarant'anni che Spielberg ci dice che i ragazzini salveranno il mondo... anche basta! Sulla confezione naturalmente non si discute, ma non è sufficiente
EliminaPer me dopo Ready Player One, che mi è piaciuto davvero tanto, si può chiudere definitivamente il discorso della retronostalgia. E' come se fosse il manifesto della nostalgia degli 80 e 90.
RispondiEliminaPer certi versi lo è. Capisco e rispetto la tua opinione. Può essere il film "definitivo" sugli anni '80 semplicemente perchè non se ne sente il bisogno di farne altri... almeno non altri come questo, che per me sono stanche fotocopie di un tempo passato.
EliminaIo, che sono ben più vecchia di te e che non riconoscerei un nerd nemmeno se ce l'avesse scritto sulla maglietta, ho visto il film (ma alle 18.45!) e mi sono divertita comunque parecchio. La storia sarà anche banale, ma a livello visivo è davvero tanta roba.
RispondiEliminaCerto, visivamente non si discute, ma questo l'ho scritto a chiare lettere: prese una ad una, a sè stante, le varie scenette/citazioni sono stupende... a darmi fastidio è stato l'accumulo di queste scene una dopo l'altra, una bulimia citazionistica che mi ha stancato non poco...
EliminaSono con te, tranquillo. Carino, ma non capisco come mai tutti si stiano strappando i capelli per quetso film.
RispondiEliminaE in due ore e venti di citazioni potevano anche mettere un film...
... mi sento meno solo, grazie! ;)
EliminaLa durata di 2 ore e 20 spaventa anche me :D e, ammetto, mi spaventa anche l'eventuale abbuffata di citazioni. Comunque apprezzo la tua recensione, tutti i punti di vista, se ben argomentati, sono più che interessanti!
RispondiElimina(subbuteo? Fantastico! Anche io sono fan del Subbuteo :))
Il Subbuteo da ragazzo era la mia vera passione... quante sfide e quante partite e tornei all'arma bianca! Per me il miglior gioco in scatola mai realizzato... altro che videogames!
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