titolo originale: F1: THE MOVIE (USA, 2025)
regia: JOSEPH KOSINSKI
sceneggiatura: EHREN KRUGER
cast: BRAD PITT, DAMSON IDRIS, JAVIER BARDEM, KERRY CONDON, CALLIE COOKE
durata: 155 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Sonny Hayes è stato uno dei più talentuosi piloti di Formula Uno della sua epoca, prima che un grave incidente gli rovinasse la carriera. Molti anni dopo, il suo grande amico ed ex compagno di squadra Ruben Cervantes gli chiede di tornare a correre, per salvare il suo team dal fallimento e per fare da mentore all'emergente Joshua Pearce, velocissimo ma molto acerbo...
F1 è un film su commissione. E a commissionarlo è stata proprio la Formula Uno stessa, in crisi di audience e di spettacolo, che ambiva a uno "spottone" pubblicitario rivolto al pubblico dei multisala. Operazione perfettamente riuscita, anzi: si può ben dire che il film sulla Formula Uno sia molto più spettacolare della Formula Uno odierna, quella vera, dato ci sono più sorpassi in questo film che nell'intero Campionato del Mondo! Ed ecco dunque il terzo avvertimento: se siete dei puristi di questo sport e cercate verosimiglianza con quello che accade davvero in pista, statene alla larga. F1 da questo punto di vista è (quasi) totalmente implausibile, e mi sento di dire meno male! Chi avrebbe voglia di assistere anche al cinema ai noiosissimi "trenini" che si vedono nelle corse? La Formula Uno di F1 è pura fantascienza, ma ci tiene incollati allo schermo per tutto il film...
Perchè F1 è esattamente quello che ci aspetta da un film d'azione ad alto budget: auto veloci, suono potente, adrenalina a fiumi, ego smisurato e un flusso costante di testosterone: gran parte del merito va alla sua star, Brad Pitt, che porta tutto il suo naturale carisma al servizio di una storia non originalissima ma tagliata su misura per lui. Pitt interpreta Sonny Hayes, un tempo grande promessa delle corse con una carriera stroncata sul più bello da un incidente terribile. Sonny adesso ha quasi sessant'anni, vive in un furgone e fa ancora il pilota. A volte va dove lo chiamano, a volte è lui a proporsi. Che siano gare in pista, su strada, nel deserto, a ruote coperte o scoperte, non fa differenza. Non lo fa più per i soldi, ma per sentirsi ancora vivo e scacciare i demoni del passato. E quando il suo vecchio amico e coetaneo Ruben Cervantes (Javier Bardem) lo implora di "dargli una mano", offrendogli di tornare in Formula Uno per aiutarlo a salvare il suo team, Sonny capisce che per lui è l'ultima occasione per pareggiare i conti con la sorte.
Ed è a questo punto che il film entra in "modalità Maverick" (e non è certo un caso che dietro la macchina da presa ci sia proprio Joseph Kosinski, il regista dell'ultimo Top Gun). Una volta arrivato in squadra alla APX GP, la scuderia di Cervantes, Sonny viene visto come un vecchio arnese, un pilota finito, sfottuto dal compagno di squadra troppo giovane e spavaldo (Damson Idris), dedito più a Instagram che al sacrificio. Inutile dire che l'arrivo di Sonny porterà al team la mentalità vincente e il gioco di squadra che era sempre mancato, risollevandone in breve tempo le sorti. Sonny sa bene di non avere più i riflessi di un tempo, e sa anche che il passato non può più tornare, ma darà l'anima nell'intento di trasformare il suo giovane collega in un pilota vero e anche, forse, di coronare il sogno di entrambi di vincere finalmente un Gran Premio.
Inutile dire che il film non cerca di reinventare nulla, e non ha nemmeno interesse a farlo, avendo come scopo primario quello di risultare digeribile e gradito al pubblico. Il vero protagonista è infatti lo spettacolo: le splendide sequenze di gara, girate durante i veri Gran Premi con i veri piloti, conferiscono a F1 un'emozionante autenticità, così come gli effetti sonori catturano il rombo dei motori da corsa e fanno venire i crampi allo stomaco come (quasi) dal vivo. Ma tutto questo sarebbe inutile senza il "fattore umano", che vira ben presto verso una piega nostalgica e malinconica, conferendogli quella profondità che gli permette di superare indenne l'effetto videogame.
In F1 c'è lo spirito di gruppo, c'è la forza del lavoro, l'agonia della sconfitta, la paura di chi fa un mestiere sempre pericoloso, la rivalità, la caduta e la rinascita. Ci sono anche i sotterfugi, i colpi bassi, lo spionaggio, le zone d'ombra di uno sport difficile e costoso, che smuove interessi enormi. E, dulcis in fundo, c'è anche una storia d'amore, con Sonny che mette gli occhi su Kate, la progettista della macchina, una ragazza forte e risoluta che deve dimostrare a un mondo diffidente e maschilista che anche una donna può ambire a ruoli di prestigio, tradizionalmente riservati agli uomini. La interpreta la splendida Kerry Condon, che i cinefili ricorderanno timida e dimessa ne Gli spiriti dell'isola di Martin McDonagh, mentre qui ha la possibilità di mostrarsi in tutta la sua bellezza (il talento c'era già...) e che coppia con Brad, ragazzi!!
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