Nemmeno a farlo apposta, lo dicevo giusto ieri mattina
sulla mia pagina facebook: il Coronavirus ha stravolto anche la stagione dei grandi Festival, e non poteva essere diversamente. Il
Festival di Cannes ha praticamente gettato la spugna, la
Mostra di Venezia sta alla finestra e aspetta gli eventi. Allo stato attuale però è inutile fare previsioni, tutti vivono alla giornata incrociando le dita. Con una certezza, però: finchè non si troverà una cura o un vaccino è inimmaginabile ipotizzare che tutto si possa svolgere normalmente, con le sfilate sul red carpet e la folla in coda per le proiezioni... tutto dovrà essere ripensato.
Ieri però, nella mia inedia da quarantena forzata, mi era venuto in mente un pensiero tanto utopistico quanto "alto e nobile": non sarebbe bellissimo se, proprio a causa di queste immani difficoltà, i due festival più importanti al mondo unissero le forze per organizzare una rassegna congiunta, da tenersi insieme, in date sicure, in un'ottica di collaborazione? Pensate che bello: sarebbe, anche mediaticamente, un gran gesto di solidarietà, sinergia, fiducia. Proprio quello che vorrebbe: un'iniezione di fiducia per ripartire. L'arte (cinematografica, in questo caso) che abbandona campanilismi e frontiere per un'unica, irripetibile volta!
Parevano deliri, appunto. E invece... oibò! Proprio stamattina leggo
su un sito specializzato, l'americano "The Playlist", che
Thierry Fremaux, curatore del
Festival di Cannes, sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) aver lasciato una porta aperta a questa "pazza idea". Nell'intervista si legge testualmente
"Il nostro festival vuole essere presente almeno in autunno. Il cinema e la sua integrità sono minacciate, dovremmo ricostruirlo, riaffermare la sua importanza con energia, unità e solidarietà. Come ogni anno parlo molto con Alberto Barbera, che ovviamente è anche lui preoccupato. Dall'inizio della crisi abbiamo pensato alla possibilità di fare qualcosa insieme se Cannes fosse stata cancellata, stiamo continuando a parlarne.."
Magari saranno solo parole, ma magari no... certo sarebbe una gran bella cosa, un evento da ricordare ai posteri, che ci consentirebbe di guardare con fiducia al futuro.
Sognare, davvero, non costa nulla!