
Non è un film qualsiasi, è semplicemente il film più bello dell'anno. Uno di quei film che una volta avremmo definito "epici", perchè proprio l'epica è la cifra stilistica di The Brutalist: un film che va oltre ogni regola commerciale, che non si pone limiti, che omaggia il cinema senza retorica e lo celebra con magniloquenza e deferenza insieme. Girato in un anacronistico formato Vistavision (quello che si usava negli anni '50, all'epoca dei fatti), pieno di rimandi cinefili (da Il Petroliere a Quarto Potere, da Intolerance a C'era una volta in America), è una pellicola che richiede un certo sforzo allo spettatore: dura tre ore e mezza (compreso un intervallo di 15 minuti, voluto dal regista), ti costringe a saltare indietro nel tempo, ti obbliga a riflettere su concetti che ritenevamo desueti e che invece, purtroppo, tornano a galla in questi tempi difficili (prevaricazione, razzismo, egocentrismo, megalomania). Ma al cinema, a volte, è giusto anche andarci per mettersi alla prova, e mai come questa volta ne vale la pena. Fidatevi.
p.s. per quanto incredibile possa sembrare, questo è costato poco meno di dieci milioni di dollari: una cifra che a Hollywood non basterebbe nemmeno per iniziare le riprese, e comunque inferiore anche ai budget dei film di Sorrentino, Muccino, Salvatores, Amelio... giusto per dire che i soldi sono spesso un problema, ma certo non sono mai "IL" problema.