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giovedì 8 maggio 2025

SAREBBE DOVUTO ESSERE UN POST DI CINEMA... (DAVID 2025)

Avrei voluto parlarvi dei David di Donatello e del palmarès assegnato ieri sera, tra l'altro di tutto rispetto... ma è davvero impossibile parlare di cinema dopo l'ennesima, ingloriosa figuraccia di chi ha organizzato la cerimonia, trasmessa dalla Rai a un orario improponibile (dopo il Conclave e dopo i pacchi di Affari Tuoi, evidentemente più importanti per la tv di stato), piena di lungaggini e strafalcioni, finita a notte fonda nel disinteresse generale e (giustamente) respinta dal pubblico. Lo dico ormai da tanti, troppi anni: non capisco perchè questo accanimento terapeutico verso un evento che, ormai è palese, in Italia non siamo in grado di mettere su. Tramettere i David non è un obbligo, e farlo in queste condizioni è davvero tafazziano... 

mercoledì 12 maggio 2021

DAVID 2021: VINCE DIRITTI NELL'EDIZIONE (STANCA...) DELLA "RIPARTENZA"


Tutto come da copione ai 66. David di Donatello, tenutisi ieri sera a Roma in una cerimonia "sdoppiata" in due location diverse (gli studi Rai Fabrizio Frizzi e il Teatro dell'Opera). Vince come da pronostico Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, il bel biopic sul pittore Antonio Ligabue che si porta a casa ben sette statuette e tutte quelle più importanti: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Elio Germano), oltre ai riconoscimenti per fotografia, scenografie, acconciatura e sonoro. Un trionfo meritato per un film toccante, appassionante e rigoroso, che ha comunque beneficiato (va detto) di una concorrenza non proprio da far tremare i polsi, in un'annata alquanto particolare...

martedì 19 aprile 2016

DAVID 2016 : VINCONO GENOVESE, MAINETTI E GARRONE. PER SKY "BUONA" LA PRIMA


Paolo Genovese, regista di "Perfetti Sconosciuti", miglior film italiano dell'anno

Doveva essere l'edizione del rilancio e, nel contempo, la celebrazione dei sessant'anni dei David di Donatello, per la prima volta in assoluto trasmessa dalle telecamere di Sky (che ne ha curato anche l'organizzazione). E in effetti la differenza si è vista: a parte qualche gaffe dell'impalpabile conduttore Alessandro Cattelan (che omaggia Morricone ma fischietta un brano di Micalizzi...) la cerimonia è stata tutto sommato all'altezza della situazione: ricalcando la Notte degli Oscar (e quindi con siparietti spettacolari, clip dei film candidati, musiche in sottofondo ad accompagnare i vincitori, ecc...) la serata è scorsa via con buon ritmo e senza tempi morti, risultando alla fine un buono spot per il cinema italiano: in confronto alle ultime imbarazzanti edizioni targate Rai è parsa davvero tutt'altra cosa... bene così.

sabato 26 marzo 2016

SULLE CANDIDATURE DEI DAVID E LO STATO DI SALUTE DEL CINEMA ITALIANO...

"Fuocoammare" di Gianfranco Rosi 
I miei venticinque lettori mi conoscono ormai da tempo: se c'è una cosa che proprio mi annoia a morte è l'eterna polemica sulla (presunta) crisi del cinema italiano, soprattutto da parte di coloro che soffrono di esterofilia acuta... chi mi conosce lo sa: ho sempre recensito i film che vedo esclusivamente in base al mio gusto personale e non alla bandiera, senza "tifare" calcisticamente per questo o quell'altro titolo. Tuttavia, alla luce delle candidature appena uscite ai David di Donatello 2016, due paroline sullo stato di salute del nostro cinema vorrei proprio dirle... giusto per stimolare il confronto !

sabato 13 giugno 2015

DAVID A SORPRESA: VINCE MUNZI, MORETTI SI "CONSOLA" CON LE SUE ATTRICI


Francesco Munzi, Margherita Buy, Elio Germano: il "tris d'assi" dei David 2015

Anime nere di Francesco Munzi è il miglior film italiano della stagione, almeno per i giurati dei David di Donatello che gli hanno assegnato ben nove statuette (tutte le più importanti: film, regia, sceneggiatura, produzione, suono, fotografia, montaggio, canzone e colonna sonora originale). Un trionfo in piena regola dunque, meritatissimo e assolutamente inaspettato: i pronostici della vigilia infatti erano tutti per Nanni Moretti e il suo Mia madre, favorito anche dal particolare regolamento della competizione che aveva "fatto fuori" quelli che teoricamente dovevano essere i suoi principali avversari, ovvero Matteo Garrone e Paolo Sorrentino (i cui film, usciti oltre la data-limite del 23 aprile, saranno in gara l'anno prossimo).

mercoledì 11 giugno 2014

DAVID DI DONATELLO: TRA LE GAFFES, VINCE VIRZI'...


Paolo Virzì riceve il David per 'Il capitale umano', film italiano dell'anno
Chiamamola 'sorpresa'. E facciamo finta di crederci. Come commentare altrimenti la 59. edizione dei David di Donatello, che ha visto prevalere (a sorpresa, appunto...) Paolo Virzì e il suo ultimo film, Il capitale umano, che si è portato a casa ben sette statuette tra le quali quella per il miglior film. Chiariamo subito una cosa: a me Il capitale umano è piaciuto moltissimo (lo reputo di gran lunga il più bel film del regista livornese, di sicuro il migliore degli ultimi anni) e quindi la sua vittoria non è affatto uno scandalo, ci mancherebbe. Però non posso fare a meno di rivolger(mi) la domanda più retorica possibile: dopo aver vinto l'Oscar, il Golden Globe, l'EFA e una miriade di premi sparsi in tutto il mondo, che cosa deve fare ancora Paolo Sorrentino per portarsi a casa il David? Possibile che il film italiano più premiato della storia non sia degno di vincere in patria? Per carità, è vero che La grande bellezza non è rimasto certo a bocca asciutta, aggiudicandosi ben nove premi (tra cui quelli per la regia e per il miglior attore, ovviamente Toni Servillo) però, concedetemelo, la mancata statuetta per il miglior film la trovo davvero assurda...

domenica 16 giugno 2013

DAVID DI DONATELLO: VINCE TORNATORE, TRIONFA L'OVVIETA'

Giuseppe Tornatore, trionfatore ai David 2013 con 'La migliore offerta'
Qualche volta gli assenti NON hanno torto. L'edizione 2013 dei David di Donatello sarà ricordata soprattutto per i premi mancati e per la miopia tutta italiana nel NON prediligere opere importanti e difficili, che guardacaso mietono riconoscimenti importanti oltreconfine ma vengono quasi sempre ignorate in patria, indice evidente di un pressappochismo culturale che, purtroppo, nel cinema come altrove, si è ormai diffuso capillarmente.

sabato 5 maggio 2012

DAVID 2012, SBANCANO I TAVIANI

i fratelli Taviani, trionfatori ai David 
"Dedichiamo la serata ai nostri attori, alcuni dei quali sono ancora in galera". Con questa frase a effetto Paolo e Vittorio Taviani si sono congedati dalla cerimonia dei David di Donatello, dove il loro film Cesare deve morire ha fatto man bassa dei premi più importanti aggiudicandosi ben cinque statuette, tra cui quelle più 'pesanti': miglior film, regia, produzione, montaggio e suono. Un'annata da incorniciare per i due ultra-ottantenni registi toscani, freschi vincitori anche dell'Orso d'oro al Festival di Berlino e (finalmente) tornati prepotentemente sotto le luci dei riflettori.

'Cesare deve morire', miglior film
A dire il vero i Taviani non se n'erano mai andati, ma la memoria corta e l'ipocrisia imperante nel mondo dello spettacolo li avevano negli ultimi anni ghettizzati e fatti oggetto di ironie di bassa lega: chi li definiva ormai 'vegetali', chi rincoglioniti, chi addirittura con pessimo gusto si chiedeva se fossero ancora vivi... e i due toscanacci di San Miniato vivi lo erano eccome, e anche battaglieri: consapevoli di non aver più nulla da chiedere ad uno star-system che li emarginava, e (soprattutto) liberi da ogni vincolo contrattuale e commerciale, hanno continuato a fare cinema secondo i loro canoni, realizzando i film che preferivano e senza scendere a compromessi con nessuno. Così è nato Cesare deve morire: pellicola che nessuno voleva finanziare e nessuno voleva distribuire in sala. Ma dopo la standing-ovation e un quarto d'ora di applausi alla Berlinale, ecco che tutti sono tornati a salire sul carro dei vincitori...

Così va la vita. E noi siamo contenti comunque perchè Cesare deve morire è un film bello, poetico, coraggioso, emozionante: la storia di un gruppo di detenuti che si trasformano in attori per recitare il Giulio Cesare di Shakespeare è splendida e toccante: e poco importa se i 'puristi' non hanno ancora sciolto il dubbio se trattasi di fiction, documentario, metacinema, teatro filmato o quant'altro. Noi sappiamo che è un capolavoro, e questo ci basta. Anzi, no: dal momento che la Giuria dei David ha anche il compito di selezionare il titolo del film italiano da candidare ai prossimi Oscar, ci auguriamo che non ci sia alcun dubbio sulla scelta: i Taviani stra-meritano il biglietto per Hollywood, e speriamo che il loro film sia sostenuto a dovere da chi ha il compito di farlo.

Zhao Tao, miglior attrice per 'Io sono Li'
Detto dei vincitori, non si può non parlare anche degli sconfitti, che vanno chiamati con il loro nome: per Romanzo di una strage, Habemus Papam e This must be the place le cose non sono andate come sperato. Ha limitato i danni il film di Sorrentino, che si è aggiudicato anch'esso cinque statuette (seppure in categorie minori) e che sarà comunque distribuito negli States, mercato forse 'ideale' per una storia del genere. Marco Tullio Giordana si deve accontentare invece dei premi alla coppia di interpreti non protagonisti del suo film, i bravi Pierfrancesco Favino e Michela Cescon, che interpretano i coniugi Pinelli. Mentre l'immenso Michel Piccoli dà un contentino anche a Nanni Moretti, vincendo il David come miglior attore per Habemus Papam.  Grossa sorpresa invece tra le attrici protagonisti, dove trionfa la cinese Zhao Tao per il film Io sono Li di Cesare Segre, visto a Venezia.

Michel Piccoli, premiato per 'Habemus Papam'
Certo è curioso assistere alla vittoria di due attori protagonisti stranieri in una manifestazione che celebra il cinema italiano... ma sappiamo che nulla nasce per caso, e con questi premi la Giuria dei David sembra volerci mettere in guardia da un pericolo già da tempo 'segnalato' anche dalle colonne di questo minuscolo blog: il cinema nazionale, che ancora si difende e - anzi - può ancora annoverare fior di registi di tutte le fasce d'età, è clamorosamente carente in fatto di interpreti. Inutile nasconderlo: in Italia, tolti i 'soliti noti', vale a dire Lo Cascio, Servillo, Bentivoglio, Favino, la Buy, la Morante, la Golino e pochi altri, non abbiamo grandi attori di livello mondiale. Questo perchè il pubblico medio, ormai rincretinito dalle fiction televisive, vuole vedere sul grande schermo solo commedie, e anche poco impegnative. E per questi prodotti certo non occorrono doti recitative da Actor's Studio...

TUTTI I VINCITORI

giovedì 12 aprile 2012

GIORDANA, MORETTI, SORRENTINO: SPRINT PER I DAVID

Romanzo di una strage
Giordana, Moretti, Sorrentino in prima fila, i Taviani e Crialese di rincorsa: la griglia di partenza per i David di Donatello 2012  è ben definita dalle candidature annunciate oggi dal 'presidentissimo' Gian Luigi Rondi. In pole position (16 nominations, praticamente il pieno) troviamo Romanzo di una strage, rigorosa e accurata ricostruzione di uno dei tanti, tragici, misteri italiani, impreziosita dalle ottime prestazioni dei suoi interpreti. Subito a ruota seguono Habemus Papam (15 candidature), riflessione tutta 'morettiana' sui dubbi e l'inadeguatezza dei potenti,  e This must be the place (14) bizzarro ed iniziatico road-movie che segna il debutto 'americano' di Sorrentino. Più staccati, Cesare deve morire (8 nominations) trionfatore a Berlino e Terraferma (6) due titoli che, a loro modo, parlano di emarginazione e dignità dell'uomo.

Habemus Papam
Temi 'forti', quindi, nettamente in controtendenza col panorama commerciale del cinema italiano, che vede la produzione nazionale incentrata quasi totalmente sulle commedie. Molte delle quali, è bene dirlo, abbastanza insulse e ben poco convincenti, eppure campioni d'incassi. A riprova di uno 'scollamento' evidente (e anche preoccupante, direi) tra cinema di qualità e cinema commerciale. Non si può infatti non sottolineare come i titoli sopracitati, per quanto tutti più o meno acclamati dalla critica, non abbiano certo fatto sfracelli al botteghino (solo Sorrentino si difende, ma unicamente per la vocazione 'internazionale' del suo film). E anche commedie più 'colte' e dignitose come Posti in piedi in paradiso o La kryptonite nella borsa, in proporzione, non hanno certo brillato.

Per contro, al vertice dei botteghini italici troviamo titoli come Benvenuti al nord, Immaturi, Vacanze di Natale a Cortina e (sic!) I soliti idioti. E credo che una riflessione debba essere fatta, a proposito di 'educazione' e livello culturale dello spettatore medio...

This must be the place
Chi vincerà? Difficile dirlo, sono tutti molto vicini. Certo, per il sottoscritto Habemus Papam è una spanna sopra tutti, ma Romanzo di una strage è un film che ha il vantaggio di piacere a tutti, mescolando bene qualità artistica e impegno sociale. E la lotta tra queste due pellicole si rifletterà anche sulla sfida tra gli attori, dove Michel Piccoli e Valerio Mastandrea si giocheranno il successo fino all'ultimo voto (ma occhio anche a Elio Germano, nominato per Magnifica presenza). Tra le attrici risulta abbastanza imbarazzante la nomination a Michaela Ramazzotti (Posti in piedi in paradiso), ma tra Valeria Golino, Donatella Finocchiaro, Claudia Gerini e la cinese Zhao Tao (Io sono Li) uscirà una degna vincitrice.

Ma l'importanza dei David di Donatello si rifletterà, soprattutto, anche sulla scelta del candidato italiano che rappresenterà l'Italia agli Oscar del prossimo anno. Selezione che, appunto, compete alla commissione selezionatrice dei David. E allora, escludendo Terraferma e Habemus Papam, usciti nel 2011 e quindi non candidabili per i regolamenti dell'Academy (Terraferma, tra l'altro, fu il candidato italiano dell'anno scorso, con poca fortuna), e anche This must be the place (girato in inglese) la scelta si restringe a pochi nomi.  Vogliamo fare un pronostico? Beh, non sono mai stato bravo... però direi che Cesare deve morire, per struttura, argomento, messa in scena e prestigio, sarebbe perfetto per 'volare' a Hollywood. Io tifo per i Taviani.

TUTTE LE CANDIDATURE

sabato 7 maggio 2011

NELLA NOTTE DEI DAVID TRIONFA MARTONE


Valerio Binasco, Mario Martone, Luigi LoCascio
Come da noi già ampiamente previsto (vedi il post del 9 aprile scorso), Mario Martone ha fatto il pieno di riconoscimenti alla 56.ma edizione dei David di Donatello: il suo film Noi Credevamo, splendido affresco sul Risorgimento italiano, si è aggiudicato ben 7 statuette tra cui la più ambita, quella per il miglior film. Non poteva andare diversamente e siamo molto contenti che sia andata così: e speriamo che questo riconoscimento faccia da viatico ad un doveroso rilancio di questa pellicola così poco vista e, invece, così 'necessaria' per capire tante cose sul nostro Belpaese, specie nella stagione del suo 150. compleanno. Non vogliamo rinvigorire vecchie polemiche, note e poco edificanti: la speranza è che, semplicemente, questo film abbia una volte per tutte la distribuzione e l'attenzione che merita. Ricordiamo che è già uscito in dvd (pur in un'edizione decisamente 'scarna', che fa presagire per il futuro un cofanetto deluxe... speriamo) e che tutti i cinefili 'veri' hanno la possibilità di vederlo. Tutto qui.

Elio Germano
Per quanto riguarda gli altri premi, scontata la vittoria di Elio Germano tra gli attori: la sua interpretazione ne La nostra vita di Luchetti è notevole e, data l'assenza (clamorosa, direi!) di Toni Servillo tra i candidati, onestamente non aveva rivali. Più a sorpresa invece la statuetta alla Paola Cortellesi di Nessuno mi può giudicare... che dire, non ci convincono troppo nè lei nè il film (avremmo preferito di gran lunga la Alba Rohrwacher de La solitudine dei numeri primi), ma ne prendiamo atto. Meritatissimi invece i premi ai non protagonisti: il grande (in tutti i sensi) Giuseppe Battiston (La Passione) e la stupenda (in tutti i sensi) Valentina Lodovini, unico riconoscimento importante vinto dalla divertente commediola nazional-popolare Benvenuti al Sud. Giurie molto generose anche verso 20 sigarette dell'esordiente Aureliano Amadei (quattro premi, tra i quali quello dei ragazzi: un po' troppi a nostro avviso...) e verso il bellissimo, divertentissimo e strampalato musical Basilicata coast to coast firmato da Rocco Papaleo, che vince anche il premio come miglior regista esordiente, davvero meritato. Vittorie, infine, per Hereafter di Eastwood tra il film stranieri e de Il discorso del re come miglior film europeo.

Valentina Lodovini
Una discreta annata, quindi, per il nostro cinema: trionfale dal punto di vista degli incassi (mai si erano viste quattro pellicole ai primi quattro posti della stagione, per un totale ad oggi di 110 milioni di euro, cifre da capogiro!), un po' meno da quello della qualità: il successo infatti arride solo alle commedie, anche abbastanza sempliciotte, come quelle di Checco Zalone. Il cinema di qualità fa ancora fatica a penetrare tra i gusti della gente, anche perchè nessuno fa nulla per instillare il desiderio... ma qui si ritorna a polemizzare, e per questa volta ci fermiamo qui!

CLICCA QUI PER L'ELENCO COMPLETO DEI VINCITORI

sabato 9 aprile 2011

DAVID: Martone in pole position, nonostante tutto...


Con l'annuncio delle candidature entra nel vivo la corsa per i David di Donatello, ribattezzati in pompa magna 'gli Oscar italiani', anche se in verità hanno ben poco da spartire con il dorato mondo hollywoodiano: le cerimonie sgangherate, raffazzonate e cialtrone degli ultimi anni, infatti, non hanno certo contribuito a promuovere il nostro cinema (perfino la Rai, proprio per manifesta sciatteria, ha soppresso la diretta della premiazione 'relegandola' sul digitale terrestre). Ma aldilà di questo, quello che a noi interessa sono i film in gara, e allora vediamo di parlare un po' di queste candidature che, mai come quest'anno, sembrano avere un vincitore già scritto.

Il vincitore, annunciato, è ovviamente Mario Martone e il suo magnifico film Noi Credevamo. Nell'anno dei 'festeggiamenti' per i 150 anni dell'Unità d'Italia sarebbe davvero clamoroso se la grandiosa epopea sul Risorgimento firmata dal regista napoletano  non dovesse trionfare: innanzitutto perchè è un capolavoro assoluto (come questo blog ha sempre sostenuto, fin dalla proiezione 'veneziana'), un po' perchè è 'opportuno' che vinca (per le celebrazioni di cui sopra), un po' perchè... diciamo la verità, non c'è proprio gara: mi rifiuto di credere che una commediola provincialotta e nazional-popolare (seppur divertentissima, non lo nego) come Benvenuti al Sud possa venire premiata come miglior film italiano dell'anno... c'è un limite a tutto!

Il discorso che bisogna fare semmai è un altro: com'è possibile che un film come Noi Credevamo, meritevole di ben 13 candidature, accolto entusiasticamente dalla critica 'seria' e non militante, unico vero kolossal italiano di inizio millennio, abbia avuto un riscontro al botteghino così modesto? I numeri apparentemente sono impietosi: nemmeno 2 milioni di euro incassati a fronte dei 30 di Benvenuti al Sud! E qui dobbiamo fare un discorso politico, che a molti magari non piacerà ma che è l'unica spiegazione possibile. Semplicemente, il film di Martone è una dura presa di posizione contro il retorico trionfalismo di questi giorni, e getta uno sguardo spietato, ipercritico e fortemente polemico sulla nostra nazione: basta vedere il finale, con lo sguardo sconsolato e attonito di Luigi LoCascio sul Parlamento vuoto per capire il pensiero del regista. L'Italia è stata fatta, ma non ancora gli italiani. Siamo rimasti un popolo diviso, egoista, classista, mercenario, oggi come 150 anni fa. Questo è il 'rischio' che si corre, da parte di certi governi, a 'commissionare' certi film a registi capaci e 'non allineati' come Martone, che magari ti regalano perle di grande valore ma non utilizzabili come strumento propagandistico...

Ed ecco che allora si scopre che i pessimi incassi del film sono tutti da attribuirsi alla scarsa distribuzione, e non certo al gradimento del pubblico: la media incassi/schermi di Noi Credevamo è, infatti, superiore al 90% delle pellicole fin qui proiettate in tutto il 2011. A riprova che il film è stato 'scientificamente' boicottato, e perfino disconosciuto dagli stessi produttori: la 01 Distribution (vale a dire mamma Rai) lo ha distribuito in tutto in una trentina di sale (quasi tutte piene), senza uno straccio di pubblicità e tagliato di mezz'ora. Perfino nell'edizione in dvd il film è stato massacrato: uno scarno cofanetto contenente la versione 'tagliata' passata al cinema, senza extra e senza sottotitoli. Cose tipicamente italiane.

Diamo ora uno sguardo veloce alle nominations: dando per scontata la vittoria di Martone per film, regia e produzione, i pronostici sono per Elio Germano (La nostra vita) come miglior attore, pur con la forte concorrenza di Kim Rossi Stuart (Vallanzasca), e Alba Rohrwacher (La solitudine dei numeri primi) tra le attrici. Stupisce la clamorosa assenza di Toni Servillo, pur con ben tre film interpretati (Una vita tranquilla, Gorbaciof e lo stesso Noi Credevamo). Forse per manifesta superiorità? Tra i non protagonisti, lotta tra Battiston, Bova e Siani tra gli uomini, mentre la bellissima Valentina Lodovini dovrà guardarsi bene dalla 94enne Valeria DeFranciscis Bendoni, 'star' di Gianni e le donne. Ottimi, comunque, i risultati di  Una vita tranquilla, 20 sigarette, il divertentissimo e surreale Basilicata coast to coast, nonchè lo stupendo (e invisibile, ahimè) Le quattro volte di Michelangelo Frammartino.
Appuntamento al 6 maggio.

QUI tutte le candidature.