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i conduttori Emma Stone e Seth McFarlane |
Con insolito anticipo rispetto alla tradizione, addirittura prima della cerimonia dei
Golden Globes (mossa evidentemente strategica), ecco che la gioiosa macchina degli
Oscar si mette in moto con tutta la sua potenza: l'annuncio delle nominations è infatti il primo atto ufficiale della corsa alle magiche statuette, che vedrà il culmine con la fastosa premiazione del 24 febbraio prossimo. In Italia sarà giorno di elezioni e di sicuro i vincitori passeranno pressochè inosservati. Noi di Solaris comunque daremo come sempre ampio risalto alla Notte delle Stelle, che quest'anno appare di nuovo sotto l'insegna della 'vecchia' Hollywood e della Restaurazione...
Grande favorito, infatti, con dodici candidature e tutte quelle più 'pesanti', non è altro che
Steven Spielberg: ovvero colui che più di tutti incarna oggi il 'potere' e lo spirito hollywoodiano. Il suo
Lincoln, maestoso biopic sugli ultimi mesi di vita del più famoso presidente della storia americana, si prepara a fare incetta di premi lasciando le briciole ai malcapitati comprimari. Le statuette come miglior film e miglior regia appaiono scontate, così come quella del protagonista
Daniel Day-Lewis tra gli attori protagonisti. Da noi uscirà tra un paio di settimane e avremo modo di giudicarlo perbene, certo però che a prima vista la scelta dei giurati dell'
Academy appare come la più scontata e conservatrice possibile, anche questo indubbiamente in linea con la tradizione...
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Daniel Day-Lewis, truccatissimo in 'Lincoln' |
Ma forse era normale, considerato che per ben tre volte negli ultimi tre anni il cinema degli Studios aveva marcato visita in sede di Oscar: addirittura per due volte nelle ultime due edizioni il premio per il miglior film è andato a due pellicole straniere (l'inglese
Il discorso del Re e il francese
The Artist), mentre nel 2010 si impose l'indipendente
The Hurt Locker, diretto dalla brava
Kathryn Bigelow. La stessa che quest'anno sfiderà
Spielberg con il suo
Zero Dark Thirty, thriller politico con la sinistra figura di
Osama Bin Laden sempre ben presente sullo sfondo.
Lo sfiderà però per modo di dire, dato che la
Bigelow non è neppure candidata per la regia e dovrà 'accontentarsi' semmai del premio alla produzione. Esattamente come il sottovalutato
Ben Affleck: il suo
Argo ha raccolto ben 7 nominations ma non quella (ingiustamente negata) come miglior regista. Peccato, perchè indubbiamente avremmo fatto il tifo per lui: consideriamo infatti
Argo il film americano più moderno e innovativo tra tutti quelli usciti quest'anno, e gran merito del suo successo va riconosciuto proprio alla direzione di
Ben Affleck, che ha davvero sorpreso tutti per la bravura. Ma tant'è.
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la splendida Jennifer Lawrence ('Il lato positivo') |
Nove sono infatti i candidati a miglior film: dopo i già citati
Lincoln, Argo e Zero Dark Thirty, nella scheda i giurati
dell'Academy troveranno anche i nomi di
Vita di Pi, Les Miserables, Amour, Django Unchained e le vere sorprese dell'anno, vale a dire il tenero e spettacolare
Il Re della Terra Selvaggia (diretto dal giovanissimo esordiente
Behn Zeitlin) e la bella commedia tragicomica
Silver Linings Playbook, che in Italia sarà distribuita col titolo
Il lato positivo (e non
L'orlo argenteo delle nuvole, come sembrava in un primo momento). Nella cinquina dei migliori registi però, come detto, entrano solo
Spielberg, Haneke, Zeitlin, Ang Lee e David O. Russell (che ha diretto
Il lato positivo e che una decina di anni fa girò il notevole
Three Kings, desertico road-movie che raccontava la cronaca della 'caccia' al tesoro di
Saddam Hussein).
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Kathryn Bigelow sul set di 'Zero Dark Thirty' |
Daniel Day-Lewis dunque si prepara trionfalmente a mettere in cascina il suo terzo Oscar (dopo quelli de
Il mio piede sinistro e
Il Petroliere). Poche infatti le chanches di successo dei rivali
Denzel Washington (Flight), Hugh Jackman (Les Misèrables) e Bradley Cooper (Il lato positivo). L'unico che davvero potrebbe dargli fastidio è l'istrionico
Joaquin Phoenix, superlativo in
The Master e mai premiato prima. Sconcertante poi la decisione (come già accaduto altre volte in passato) di dirottare il 'collega'
Philip Seymour Hoffman tra i NON protagonisti... Chi ha visto
The Master non potrà non convenire che
Hoffman ha una parte uguale (se non superiore) a quella di
Phoenix, e che in fin dei conti è lui l'anima del film... ma forse è il vecchio trucco dell'
Academy per premiare entrambi e rendere più visibile la pellicola (abbastanza ignorata nelle altre categorie): staremo a vedere. Certo che anche tra i non protagonisti la cinquina è di altissimo livello: oltre a
Hoffman troviamo autentici 'mostri sacri' come
Robert De Niro (splendido nonno rompiballe ne
Il lato positivo),
Alan Arkin (Argo), Tommy Lee Jones (Lincoln) e il vincitore del 2010
Christoph Waltz (Django Unchained, sempre con
Tarantino).
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Joaquin Phoenix, candidato per 'The Master' |
Bella la competizione anche tra le attrici, finalmente con cinquine all'altezza dei colleghi maschi (sappiamo quanto sia difficile a Hollywood trovare ruoli femminili interessanti e di spessore): la brava
Jessica Chastain potrebbe farcela con la sua performance in
Zero Dark Thirty, ma dovrà guardarsi 'a vista' dall'altrettanto brava, bella, simpatica e dotatissima
Jennifer Lawrence, per la quale non abbiamo mai nascosto di provare un debole: a soli 22 anni è già alla sua seconda candidatura all'Oscar, stavolta interpretando la vedova cinica e disillusa (nonchè esilarante) de
Il lato positivo, dove riesce a tener testa perfino al grande
De Niro. E scusate se è poco! Ma vedrete che al
Kodak Theatre la vera star sarà la giovanissima (dieci anni!)
Quvenzhanè Wallis protagonista de Il
Re della Terra Selvaggia. A farle da contraltare (altro record!) l'ottantacinquenne
Emmanuelle Riva, inferma e morente nell'
Amour di
Haneke.
Tra le non protagoniste i riflettori cadono sul gradito ritorno di
Sally Field (Lincoln) e sulla stronzissima
Amy Adams di The Master: la lotta dovrebbe essere circoscritta a loro due. Ma è giusto menzionare anche la rediviva
Helen Hunt (The Sessions), Anne Hathaway (Les Misèrables) e Jackie Weaver (Il lato positivo).
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'Amour', grande favorito tra i film stranieri |
Come vi sarete accorti, non abbiamo fatto alcun nome italiano. Perchè purtroppo non ce ne sono... la pellicola dei fratelli Taviani
Cesare deve morire non è stata selezionata per il miglior film straniero (esattamente come il favoraitissimo
Quasi Amici, sorpresa in negativo): a contendersi l'Oscar saranno, oltre a
Amour (in gara per l'Austria), il cileno
NO di
Pablo Larrain, il norvegese
Kon Tiki, il danese
A Royal Affair e il canadese
War Witch. L'unico altro rappresentante di casa nostra (si fa per dire) è il musicista-compositore italo-inglese
Dario Marianelli, già vincitore nel 2008 con
Espiazione e quest'anno di nuovo in gara con la colonna sonora di
Anna Karenina. Davvero un po' poco.
Arrivati alla fine, è giusto parlare anche... di chi non c'è! Ovvero della lunga schiera dei 'delusi', a cominciare da
Quentin Tarantino, mai troppo amato dall'
Academy e snobbato nella cinquina dei registi, Esattamente, come abbiamo detto prima, per il connazionale
Ben Affleck. Così come ancora una volta non c'è stato niente da fare per
Leonardo Di Caprio (seppur bravissimo in
Django Unchained) e neppur per
Wes Anderson e il suo delizioso
Moonrise Kindom. Ma l'esclusione più clamorosa è certamente quella di
Christopher Nolan e del suo
Dark Knight Rises (nemmeno una nomination). Appena meglio è andata (si fa per dire) a
Peter Jackson (appena tre candidature tecniche per
Lo Hobbit).
Per tutti questi... l'appuntamento è alla prossima edizione!