venerdì 30 maggio 2025

FUORI


titolo originale: FUORI (ITALIA/FRANCIA, 2025)
regia: MARIO MARTONE
sceneggiatura: MARIO MARTONE, IPPOLITA DI MAJO
cast: VALERIA GOLINO, MATILDA DE ANGELIS, ELODIE, ANTONIO GERARDI, STEFANO DIONISI
durata: 115 minuti
giudizio: 


Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza viene arrestata e detenuta per cinque giorni nel carcere di Rebibbia per furto e spaccio di gioielli. Durante la detenzione conosce in cella due donne più giovani, la brigatista Roberta e la borgatara Barbara, con le quali una volta in libertà manterrà i rapporti stringendo una profonda amicizia.


La prima cosa che colpisce vedendo Fuori di Mario Martone è la stupefacente rappresentazione degli anni '80. In una Roma estiva, assolata, semivuota, che un po' ricorda quella di Un sacco bello di Verdone (é un complimento), si respira tutta l'atmosfera di un'epoca di grandi cambiamenti e timide speranze: lasciatosi alle spalle gli anni di piombo, il Paese cercava di voltare pagina attraverso una comprensibile voglia di leggerezza: nascevano le sale giochi, i jeans a vita alta, la musica si ascoltava nei walkman, il pop sovrastava i cantautori... piccolo particolare: non credo, ovviamente, che questo sia stato lo scopo del film di Martone. Ergo: abbiamo un problema.

Il problema è che, a mio modestissimo parere, Fuori non riesce a mettere del tutto a fuoco quello che dovrebbe essere il tema centrale del film, ovvero il racconto di quell'estate "particolare" in cui la scrittrice Goliarda Sapienza, autrice raffinata ma squattrinata, finisce in carcere per furto e ricettazione. A Rebibbia, dove viene rinchiusa, conoscerà due compagne di cella molto più giovani di lei ma molto più affini al suo carattere (e alla sua sessualità...) di quanto mai ne avesse conosciute fino allora, con cui finirà per stringere un rapporto profondo. La Sapienza non esiterà infatti ad ammettere ogni volta, in ogni occasione pubblica e privata, che quei giorni trascorsi "dentro" il carcere sarebbero stati i migliori della sua vita, ben più di tutti quelli passati "fuori". Solo che questa sensazione, nel film, si avverte solo a sprazzi, dando sempre l'impressione di un'opera incompiuta.

Fuori non vorrebbe essere infatti soltanto un biopic, ma anche una storia d'amore, di erotismo, di cameratismo tra tre donne rese inseparabili dalla loro condizione di reiette, oltre che un film di denuncia sociale e diretta sulla condizione delle carceri italiane (che purtroppo non sono cambiate granchè dall'epoca dei fatti). Forse troppa carne al fuoco per un film frammentario, eccellente a livello di regìa e ben confezionato ma abbastanza confuso nella messinscena: attraverso un gioco (a mio avviso poco produttivo) di flashback e flashforward, Martone finisce per dedicarsi in particolare sul rapporto tra Goliarda (Valeria Golino) e Roberta (Matilda De Angelis), la giovane brigatista che, pur con un carattere opposto al suo (tanto riflessiva e insicura è Goliarda quanto spavalda, diretta ma intimamente fragile è l'amica) diventa l'alter-ego della protagonista, quasi il suo doppio, l'incarnazione del suo desiderio di personalità.

Un rapporto fatto di dolcezza e affinità, ma anche di intimità e passione: Fuori indugia con molta delicatezza sulla relazione saffica tra le due donne, con una pudicizia che conquista il cuore dello spettatore e lo spinge a trepidare per loro, ad appassionarsi alla loro situazione. Così facendo taglia fuori però quasi tutte le storie parallele e le tematiche affrontate nella prima parte, compreso il personaggio di Barbara (Elodie), borgatara bella e scapestrata che una volta "fuori" è l'unica a "mettere la testa a posto" aprendo una profumeria e lasciandosi alle spalle la vita precedente.

In verità, quello che non quadra di questo racconto corale è l'affiatamento che si sviluppa immediatamente tra le tre donne, che appare forzato fin dall'inizio. Leggendo le cronache si scopre che la Sapienza trascorse in prigione appena cinque giorni prima di essere rilasciata con la condizionale: cinque giorni che appaiono davvero pochi per ipotizzare un coinvolgimento così passionale con le altre due detenute, tenendo conto anche delle rigide procedure carcerarie. Nel film invece i cinque giorni sembrano durare cinque anni, le scene dietro le sbarre quasi eterne, la routine penitenziaria quasi la regola. Probabilmente Martone si è voluto prendere una "licenza poetica" per mettere in risalto la vita difficile e la speranza di cambiamento di Goliarda, donna colta e sfortunata, divenuta famosa solo dopo la sua morte (con un romanzo-simbolo, L'arte della gioia, che la stessa Golino ha recentemente trasposto in immagini vincendo anche un David di Donatello) e per la quale ogni istante passato con le sue compagne diventa un barlume di seppur minima felicità...

Fuori è un film coraggioso ma in parte irrisolto, salvato però dalle sue atmosfere e dalle due attrici protagoniste: si capisce benissimo che Valeria Golino "entra" nel personaggio, lo fa suo, e il pubblico se ne accorge. Ma la più brava di tutte è senz'altro Matilda De Angelis, capace di rendere ottimamente l'immagine di una donna ferita, esuberante e disperata, le cui movenze da sole valgono più delle parole. Un "sei politico" invece per Elodie, il cui ruolo nei flani viene equiparato per importanza a quello delle altre due colleghe ma che in realtà nel film appare minore per profondità e minutaggio, un quarto d'ora scarso, in cui onestamente non buca lo schermo. Così come non buca lo schermo l'intero film, dignitosissimo (Martone non fa mai film brutti) ma abbastanza impalpabile, dove alla fine il personaggio principale rimane alquanto misterioso: ho trovato più eloquente l'intervista (vera) di Enzo Biagi alla scrittrice, che vediamo mentre scorrono i titoli di coda, piuttosto che le due ore di fiction precedenti. Ma se Fuori dovesse anche solo servire a far conoscere al grande pubblico la meritoria opera di Goliarda Sapienza ben venga, ci mancherebbe.


1 commento:

  1. Non riesco a capire tutta questa cattiveria nei confronti di Elodie, ma che vi ha fatto questa ragazza? E una colpa essere bella e trarre vantaggio dalla sua bellezza? Fa del male a qualcuno? Io boh

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