sabato 10 maggio 2025

BLACK BAG



titolo originale: BLACK BAG (GB, 2024)
regia: STEVEN SODERBERGH
sceneggiatura: DAVID KOEPP
cast: MICHAEL FASSBENDER, CATE BLANCHETT, MARISA ABELA, TOM BURKE, NAOMIE HARRIS, REGE-JEAN PAGE, PIERCE BROSNAN
durata: 93 minuti
giudizio: 



L'agente segreto George Woodhouse ha una sola settimana di tempo per smascherare la "talpa" che ha permesso il furto di un software riservatissimo e potenzialmente molto pericoloso, chiamato Severus. Il problema è che tra i principali sospettati c'è anche la sua amata moglie (e collega) Kathryn...


Novantatrè minuti, titoli di testa e di coda compresi. Quasi un miracolo nel cinema di oggi, e la dimostrazione che si può, se si vuole, andare controcorrente e incastrare intelligenza, eleganza, ordine ed essenzialità in una durata "perfetta" (parola del regista), ovvero il metraggio che serve per raccontare nel modo giusto una storia solo apparentemente di genere ma che Steven Soderbergh riesce a trasformare in una spy-story alternativa, con pochissima azione e una buona dose di sano sentimento.

Sì, perchè Black Bag, aldilà della struttura formale, è in primo luogo una storia d'amore moderna ed emblematica dei tempi che corrono, con due interpreti tanto impeccabili quanto consapevoli dei loro ruoli, quelli di una coppia borghese, indipendente, colta, capace di adattarsi alla realtà complessa di oggi senza perdere slancio e affiatamento reciproco, nonostante tutto. Una storia d'amore allo stesso tempo appassionata e cerebrale, che il collaudato sceneggiatore David Koepp ha saputo scrivere omaggiando il grande cinema spionistico del passato (dai vari 007 a De Palma, da Hitchcock a Pollack), aggiornandolo alle atmosferiche paranoiche dei giorni nostri (pirateria, hacker, satelliti-spia, software criptati...) senza rinunciare però al suo tocco d'autore.

Soderbergh,
quando vuole e quando è ispirato, è infatti un regista chirurgico, sempre attento a combinare autorialità e intrattenimento, classicismo e modernità, per farci riflettere come in questo caso su quanto sia difficile, oggi, far sopravvivere i sentimenti in una società frenetica, caotica, stressante, che ci bombarda di informazioni e tentazioni continue: il rapporto tra George (Michael Fassbender) e Kathryn (Cate Blanchett) è quello tra due agenti segreti che per ovvi motivi professionali non possono scambiarsi informazioni ma che l'amore riesce a tenere uniti, fidandosi l'uno dell'altro, in un ambiente dove perlappunto i segreti (le Black Bag del titolo) sono parte essenziale delle loro vite. 

Fin da subito, in una pellicola (finalmente) essenziale e snella, Soderbergh fa calare lo spettatore al centro dell'azione, anche se di azione in realtà non c'è quasi nulla: a parte un morto ammazzato e un'auto che esplode, tutto il film è giocato sulle parole, sugli intrighi, sui vicendevoli sospetti, sulle complesse trame e sottotrame di una partitura impeccabile che usa lo spunto di base (il furto di un software riservato) come un gigantesco MacGuffin per arrivare a quello che è davvero il cuore della narrazione, vale a dire il contrasto tra l'affiatamento quasi simbiotico della coppia protagonista e il corollario di menzogne, tradimenti e colpi bassi di tutti coloro che le stanno intorno, che pure hanno giurato lealtà al loro Paese...

Black Bag
è un film raffinatissimo, elegante, stiloso, smaccatamente british (è un complimento), che condensa in un'ora e mezza fatta perlopiù di dialoghi una trama coinvolgente e che sa intrigare lo spettatore, anche dal punto di vista squisitamente estetico: è infatti doveroso apprezzare la sapiente scelta registica che contrappone le calde atmosfere di casa Woodhouse (il nome non è certo casuale) alle algide, rarefatte, impersonali stanze degli uffici governativi, in cui l'inquietudine e il disagio pare di toccarli con mano. Un cinema, quello di Soderbergh, intelligente ed essenziale, autoriale ma anche astutamente mainstream, che destruttura il genere spionistico per raccontare una storia d'amore complicata ma inscalfibile, senza mai allentare la tensione. Chapeau.

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