martedì 20 maggio 2025

I PECCATORI

titolo originale: SINNERS (USA, 2025)
regia: RYAN COOGLER
sceneggiatura: RYAN COOGLER
cast: MICHAEL B. JORDAN, HAILEE STEINFELD, MILES CATON, JACK O'CONNELL, WUNMI MOSAKU, DELROY LINDO
durata: 137 minuti
giudizio: 


Mississippi, anni '30. Due fratelli decidono di tornare a casa per aprire un saloon e per lasciarsi dietro le spalle un passato difficile, ma non immaginano nemmeno lontanamente l'orrore che sta per accoglierli...



E' perfino banale dirlo, ma giova sempre ripeterlo: se il cinema commerciale fosse tutto come certi film, nella fattispecie come I Peccatori, allora evviva il cinema commerciale! E pazienza se i Critici con la "C" maiuscola storceranno il naso, ma sono sicuro che sotto sotto anche loro, magari senza raccontarlo, si lasceranno andare a questi 137 minuti di assoluto godimento... intendiamoci: I Peccatori non è un capolavoro e non aspira ad esserlo, ma è uno di quei film che riescono ancora a farti assaporare il piacere della sala cinematografica (preferibilmente in IMAX 70mm) e farti trascorrere una serata disconnettendo il cervello e abbandonandosi al divertimento. Un film ad alto budget (90 milioni di dollari), costruito e pensato per il grande pubblico, che riesce a portare la gente al cinema (tranne che in Italia, purtroppo, ci torneremo) regalandogli un prodotto di altissimo livello artistico e produttivo.

Merito di una coppia ormai collaudata, quella composta da un "quasi omonimo" di lusso, Michael B. Jordan, attore-feticcio versatile, carismatico, socialmente impegnato, e soprattutto dal regista Ryan Coogler, che dopo essere riuscito a rivitalizzare a suon di milioni di dollari due saghe cinematografiche ormai in declino come quella di Rocky (con il primo Creed) e di Black Panther, ha giustamente preteso dalla sua major, la Warner, la massima libertà creativa per mettere in scena I Peccatori, film coraggioso, libero e cinematograficamente inclassificabile data la sua incredibile commistione di generi che lo rendono un prodotto amabilmente anarchico, originale, quasi strafottente verso le regole del cinema hollywoodiano moderno e ancora una volta deciso e risoluto nel rivendicare l'orgoglio black. Un film sorprendente e dirompente, tutto giocato sul ritmo, l'azione e la rabbia, che per una volta se ne frega del politically correct e rinuncia alle logiche da blockbuster perseguendo un unico scopo: quello di emozionare lo spettatore. Riuscendoci alla grande.


Siamo negli anni '30, nel profondo Sud degli States, quello reazionario e razzista che oggi vota in massa per Trump. Due fratelli gemelli reduci di guerra tornano a casa dopo essere diventati ricchi in maniera non proprio limpidissima... decisi a dare un taglio netto al passato, acquistano una vecchia segheria per farci un locale che possa essere un ritrovo per tutta la comunità afro, una specie di pub dove bere, ballare, giocare d'azzardo e fare sesso in libertà. Durante la serata inaugurale tutto sembra andare per il meglio, almeno fino a quando tre uomini bianchi bussano alla porta e portano scompiglio nel modo più inimmaginabile possibile. La trama de I Peccatori è tutta qui, e le restanti due ore sono solo un pretesto per mettere in scena un delirio slapstick che abbraccia il cinema horror in tutte le sue forme, rivisitando il genere senza alcuna paura di essere derivativo, anzi: di citazioni ce ne sono a bizzeffe, ma senza alcun snobismo cinefilo bensì unicamente per alimentare il divertimento di chi guarda. Non è blasfemo richiamare le parole che Umberto Eco dedicò a Casablanca: due clichè fanno ridere, ma cento commuovono... eccome.

I Peccatori è un folle caleidoscopio che esalta il pubblico senza trascurare i temi sociali che da sempre stanno a cuore al regista: l'odio sociale, la rabbia repressa, il disprezzo verso chi è diverso (per il colore della pelle), tanti ingredienti differenti per un film volutamente disomogeneo, squilibrato, costantemente sopra le righe, alla cui (miracolosa) armonia concorre in maniera non indifferente la splendida colonna sonora firmata dal "nuovo" Hans Zimmer, ovvero quel Ludwig Goransson che proprio grazie a Coogler (che gli ha commissionato le partiture di tutti i suoi film) è ormai assurto al ruolo di compositore più influente di inizio millennio, tanto da diventare anche il musicista di riferimento di Christopher Nolan, non proprio uno qualsiasi. Nel caso de I Peccatori, Goransson ha scritto una soundtrack capace di passare a seconda delle situazioni dal blues al folk, dal country al bluegrass, facendoci assaporare tutta la dirompente energia che straborda dal film.

Perchè I Peccatori è un film davvero "strabordante", forse perfino troppo, caotico, a volte eccessivo, a volte di grana grossa, ma capace di catturarti dall'inizio alla fine e farti trascorrere due ore (e mezza) sprofondato nella poltrona di un multiplex e pronto a farti sobbalzare a ogni cambio di ritmo, a farti cadere i popcorn per terra, a farti capire, senza voler per forza pontificare, il dramma di una comunità intera che ha sempre dovuto sgomitare per ottenere rispetto. Un film "di pancia" e non di testa, che agita la clava e non il fioretto, la cui dirompenza è la chiave per arrivare al suo pubblico.

Un pubblico che in patria, negli Stati Uniti, è stato più che generoso, premiandolo al botteghino oltre ogni più rosea aspettativa: al momento in cui scrivo questo pezzo il film ha superato i 250 milioni di dollari, diventando a tutti gli effetti un fenomeno di costume e simbolo di lotta, ribellione e orgoglio. Talmente popolare che, anche se è presto dirlo adesso, sono assolutamente sicuro di ritrovarlo da protagonista alla prossima edizione degli Oscar. Soltanto da noi non è andato bene, gettato allo sbaraglio in un mese di maggio asfittico sul fronte incassi e con pochissima promozione, come se nemmeno gli stessi distributori ci credessero... errore imperdonabile, perchè un film del genere avrebbe potuto funzionare benissimo anche in Italia se solo lo si fosse prima capito e poi distribuito e promosso a dovere, pur non potendo contare ovviamente sull'influenza culturale che ha avuto in America. Vi invito pertanto a recuperarlo: possibilmente al cinema, in una sala adeguata e dotata di buon audio, certo che non ve ne pentirete.

9 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto molto come il quadro rubato ... E poi come si fa a non amare un film in cui i vampiri, inseguiti dai nativi americani che mettono in guardia i bianchi, poi si trasformano in musicisti folk irlandesi scozzesi e in una scena meravigliosa appare per magia tutta la musica del mondo... Grande film di genere. Decio

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    1. Ciao Decio! Sì, davvero un film bellissimo e sorprendente, che ti fa proprio venire voglia di andare al cinema. Grande anche la colonna sonora di Goransson.
      Un caro saluto!
      Sauro

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    2. p.s. "Il quadro rubato" non è mai arrivato nella mia zona, dici che merita?

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  2. Cavolo, me lo sono perso, non gli avrei dato un euro! Dici che presto si potrà vedere da qualche parte? Al cinema è già sparito.
    Un abbraccio e buona giornata.
    Mauro

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    1. Sicuramente andrà presto su qualche piattaforma perchè è un film adattissimo anche al pubblico "da divano" (però al cinema, in una sala adeguata, è tutta un'altra storia). Comunque io credo che tra un po' lo ridaranno anche nelle arene estive, non dovresti avere problemi nel trovarlo.
      Ricambio l'abbraccio :)

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  3. ci sono film che quando esci dal cinema sei proprio contento, un film entusiasmante (fra gli altri mi torna in mente un altro film che mi aveva fatto lo stesso effetto, District 9)

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    1. Esatto, infatti uscito dal cinema ero felice :)
      Però secondo me "District 9" (molto bello anche lui) è un film molto più profondo e drammatico, non proprio da serata spensierata. Questo invece è puro relax

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  4. Portentoso, divertimento puro: un vero omaggio al cinema!

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