Tutto come da copione ai 
66. David di Donatello, tenutisi ieri sera a
 Roma in una cerimonia "sdoppiata" in due location diverse (gli studi 
Rai 
Fabrizio Frizzi e il 
Teatro dell'Opera). Vince come da pronostico 
Volevo Nascondermi di 
Giorgio Diritti, il bel 
biopic sul pittore 
Antonio Ligabue che si porta a casa ben sette statuette e tutte quelle 
più importanti: miglior film, miglior regia, miglior attore 
protagonista 
(Elio Germano), oltre ai riconoscimenti per fotografia, 
scenografie, acconciatura e sonoro. Un trionfo meritato per un film toccante, appassionante e rigoroso, che ha comunque beneficiato (va 
detto) di una concorrenza non proprio da far tremare i polsi, in un'annata alquanto particolare...
  | 
| Elio Germano   | 
 Doveva essere infatti l'edizione della   "ripartenza" e della rinascita del cinema   italiano, messo a dura prova come tutte le   altre cinematografie dall'emergenza   sanitaria e la conseguente chiusura delle   sale, che ha fatto slittare l'uscita a data da   destinarsi di tanti titoli di richiamo. In   poche parole, si è premiato quello che   c'era, non molto in verità: qualche   discreta pellicola uscita a ruota   dell'ultima  Mostra di Venezia  (penso a   
Miss Marx di 
Susanna Nicchiarelli, o 
Le   Sorelle Macaluso di 
Emma Dante),   qualche altra uscita timidamente in sala prima del lungo 
lockdown, e che purtroppo non ha avuto il risalto che meritava (penso a
 Cosa Sarà o 
I Predatori), e infine qualche altra a mio parere molto sopravvalutata (come 
Hammamet, e soprattutto come 
Favolacce dei gemelli 
D'Innocenzo, che da anni tentano - con scarsi risultati - di farsi accreditare come gli eredi di 
Michael Haneke).  | 
| Sophia Loren | 
 Insomma, 
Volevo Nascondermi era a   tutti gli effetti il film più bello e   meritevole, e alla fine ha messo tutti   d'accordo. Viene finalmente premiato il   suo regista, 
Giorgio Diritti, dopo tante   candidature andate a vuoto per film   importanti 
(Il vento fa il suo giro,   L'uomo che verrà, Un giorno devi   andare), mentre per il suo interprete   principale, 
Elio Germano, è addirittura   la quarta statuetta (dopo quelle per 
Mio   fratello è figlio unico, La nostra vita e 
Il   giovane favoloso). Un record per il bravo attore romano, che a soli quarant'anni può davvero considerarsi il talento più puro del cinema italiano (con buona pace dei comunque lodevoli 
Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e 
Valerio Mastandrea). Menzione speciale anche per 
Renato Pozzetto, candidato nella stessa categoria per 
Lei mi parla ancora di
 Pupi Avati (non ha vinto, ma la sua performance in un film così drammatico ha toccato i cuori degli spettatori) e per un altro grande veterano, 
Fabrizio Bentivoglio, vincitore (meritatissimo) tra i non protagonisti per il suo ruolo mefistofelico e ingrato ne 
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose di 
Sidney Sibilia.  | 
| Matilda De Angelis | 
Molto meno azzeccati invece i riconoscimenti alle attrici: il David all'immensa 
Sophia Loren sa più di premio alla straordinaria carriera dell'attrice italiana più famosa al mondo che per la sua (comunque dignitosa) interpretazione nel mediocre 
La vita davanti a sè, diretto dal figlio 
Edoardo Ponti. Un premio che nulla aggiunge alla sterminata filmografia di 
Sophia e che poteva essere ben più coraggioso. Così come ci pare risibile la vittoria di
 Matilda de Angelis tra le non protagoniste. Intendiamoci: la bella 
Matilda ha ormai la strada spianata verso il successo, è uno dei volti italiani più giovani, freschi e conosciuti anche a livello internazionale e di sicuro diventerà molto presto una star (forse lo è già), ma la ventina di minuti scarsi in cui la vediamo ne 
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose è oggettivamente una performance tutt'altro che memorabile. Diciamo che anche questo è un premio alla carriera... seppur in prospettiva. Vediamola così.
  | 
| Checco Zalone, alias Luca Medici | 
Ha suscitato invece molta commozione la vittoria del compianto 
Mattia Torre per la sceneggiatura originale di 
Figli (sul palco a ritirare la statuetta è salita la figlia del regista, morto un anno fa dopo una lunga malattia), mentre ci fa molto piacere il premio a 
Gianni Di Gregorio per l'adattamento del simpaticissimo 
Lontano Lontano. Vince a sorpresa 
Checco Zalone, alias 
Luca Medici, nella categoria miglior canzone originale: con la sua 
"Immigrato" ha battuto personaggi illustri come 
Claudio Baglioni e soprattutto 
Laura Pausini, che dopo aver perso l'Oscar è stata sconfitta anche in patria...vincono anche 
Alex Infascelli (autore del bel documentario 
Mi chiamo Francesco Totti, da non confondere con l'orribile fiction di 
Sky Speravo de morì prima) e 
1917 di 
Sam Mendes tra i film stranieri.
Infine, due parole sulla cerimonia televisiva di ieri sera, rivelatasi come al solito non all'altezza del premio e dei premiati: ritmo moscio, conduzione approssimativa (possibile che in Rai debba presentare tutto Carlo Conti? Uno che non sa dire altro che "brava e bella" o "bella e brava"), molte categorie presentate sbrigativamente o solo annunciate, nessun momento di intrattenimento o di spettacolo ma solo un elenco pedissequo di premiazioni. Continuo a sostenere che se il cerimoniale dev'essere sempre questo sarebbe più dignitoso consegnare i premi in forma privata e inviare le veline ai giornali. Di tutto ha bisogno il cinema italiano tranne che di spettacoli stanchi e raffazzonati come questo... se proprio si vogliono scimmiottare gli Oscar, almeno copiamoli perbene!
TUTTI I VINCITORI
 
Concordo con te su tutta la linea, adoro e sostengo da sempre il cinema di Giorgio Diritti e ho da sempre considerato Elio Germano il più grande di tutti: nel 2008 un post sul mio blog dove lo definivo il nostro migliore attore, per la serie citarsi addosso :). Purtroppo non ho ancora visto questo film, che spero di recuperare a breve (magari, spinti dai premi, lo porteranno in sala ancora). Ho visto alcuni dei film citati, in streaming, e anche qui concordo su Di Gregorio, mentre sui gemelli D'Innocenzo mi ha lasciato perplesso Favolacce, dal quale mi aspettavo molto (ma non ho visto altro di loro, quindi giudizio sospeso, anche perché credo che quel film sia un film da vedere assolutamente al cinema). Mi spiace non abbia vinto la mia amica La Tarma, come migliore canzone, che avrei preferito al Zalone. Sulle cerimonie televisive, ci metterei una pietra sopra, che copra bene...
RispondiEliminaDevo fare mea culpa e ti chiedo perdono, ma non sapevo che avessi un blog! Da oggi ti seguirò, promesso! :)
EliminaSpero che tu riesca a recuperare "Volevo nascondermi" al cinema, perché é un film che va visto davvero sul grande schermo: spero che in tutta l'estate possa essere riprogrammato, se non in sala almeno nelle arene. Sono felice che anche te ami Di Gregorio: i suoi film sono "piccoli" ma deliziosi! Sui D'Innocenzo so di essere in minoranza, ma da grande estimatore di Michael Haneke non riesco a non vedere nelle loro opere ogni volta un tentativo di scimmiottare il grande regista austriaco. Forse sarò prevenuto, ma non posso farci nulla...