
titolo originale: SOTTO LE NUVOLE(ITALIA, 2025)
regia: GIANFRANCO ROSI
sceneggiatura: GIANFRANCO ROSI
durata: 115 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Che cosa capiamo di una città quando la osserviamo dal basso, tra vicoli, sottosuolo, scavi e statue dimenticate? Domanda difficile e fascinosa, cui Rosi prova a rispondere con un film che più che raccontare, osserva. E lo fa alla sua maniera: silenziosa, paziente, poetica. Presentato in Concorso all'ultima Mostra di Venezia (dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria), Sotto le nuvole è un seducente viaggio in bianco e nero intorno a Napoli e dintorni. Ma più che parlare di questi luoghi, Rosi li ascolta...
Ci sono telefonate (spesso esilaranti) registrate al centralino dei Vigili del Fuoco, che interrompono il silenzio con richieste assurde, tenerissime ma anche drammatiche ("quando ci sarà la prossima scossa di terremoto'"). C'è una vecchia libreria sotto il Vesuvio dove i ragazzi vanno a ripetizione da un vecchio maestro. Ci sono marinai siriani che trasportano grano ucraino nel Mediterraneo e sono felici di essere approdati in una città "così bella e sicura" (sic!). E poi ci sono le facce: quelle stanche, fiere, quelle perse e stravolte. Il film è tutto qui, in queste presenze umane e nel modo in cui vengono accolte da una fotografia che sembra scavare più che illuminare.Non c'è una trama: il film procede per frammenti, come se stesse raccogliendo brandelli di realtà e lasciasse allo spettatore il compito di rimetterli insieme. A volte funziona benissimo: ci sono sequenze struggenti, anche solo per un'inquadratura o una voce fuori campo. A volte un po' meno: alcuni passaggi sembrano messi lì senza un vero motivo, appesantendo un po' il ritmo. Ma non è un difetto, perchè Sotto le nuvole non cerca la coerenza a tutti i costi ma vuole la vibrazione, cogliere l'essenza. E in più di un'occasione la trova: lo fa quando si sofferma sulle rovine di Pompei, o su chi dedica la vita a custodire pezzi di memoria. Lo fa con la forza del bianco e nero, che toglie ogni orpello e fa risaltare i volti, con una tenerezza verso le persone comuni che si avverte in ogni scena, anche in quelle in cui pare non succedere nulla.Il rischio, certo, è che tutto questo possa venire percepito come un esercizio di stile. Un film bello ma narcisista, che si guarda un po' allo specchio... e sicuramente la sensazione di déja-vu è più di una sensazione: Rosi è un maestro, ma in Sotto le nuvole non reinventa nulla. Chi ha amato Fuocoammare, Notturno, o perlappunto Sacro GRA potrebbe sentirsi trasportato in un territorio già noto. Ma alla fine chissenefrega: il risultato d'insieme è comunque valido, emozionante, perfino rassicurante nella sua (forse) voluta ripetitività.Resta il fatto che Sotto le nuvole è un film denso, sincero, che ha il coraggio di prendersi il suo tempo. Non è fatto per tenerti incollato allo schermo ma per lasciarti qualcosa addosso. E magari, dopo averlo visto, camminando per strada o origliando una voce in lontananza, ci torneranno in mente quelle immagini sospese e quei suoni lontani. Un film che richiede attenzione, e che in cambio ti regala una Napoli mai vista così: lontana dal folklore, dagli stereotipi, vicinissima all'anima.
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