Si apre oggi la 73. edizione della Mostra del Cinema di Venezia: un'edizione (finalmente!) col giusto tasso di glamour e autorialità, in una cornice rinnovata e con tanti, tanti film (e tante star) di cui avremo modo di parlare man mano che usciranno in sala (intanto, se volete, leggetevi questa - lunga - presentazione). SOLARIS (cioè il sottoscritto) come sempre sarà al Lido, e vi terrà aggiornati sulle pagine facebook del blog e sulla mia personale.  
E, come sempre, se qualcuno di voi sarà al Lido e mi volesse contattare per condividere... sogni e visioni, ovviamente sarà il benvenuto. Buona Mostra a tutti! 
 
Chiuso un "buco", si apre una nuova era: la 
Mostra del Cinema di Venezia si libera, finalmente, di uno dei suoi "simboli" più imbarazzanti, ovvero l'orrido cratere del mai nato Nuovo Palazzo del Cinema, per anni cammuffato alla bell'e meglio ma sempre presente a ricordarci un fallimento tutto italiano. Oggi quel buco è stato finalmente coperto, al suo posto ci sono pini silvestri e una sala tutta nuova, e idealmente la rassegna lagunare si rifà il trucco: le ultime edizioni, quelle "firmate" da 
Alberto Barbera, ci avevano abituato a una Mostra sobria, intellettuale, spartana, lontana dal glamour e dai lustrini del divismo, tuttavia capace di mantenersi comunque ben al di sopra della linea di galleggiamento (negli ultimi tre anni, per dire, i vincitori degli Oscar sono passati tutti dal Lido).
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| La nuova "Sala Giardino" del Lido di Venezia | 
Oggi, invece, sulle ceneri del "buco" nasce una Mostra nuova, che fa luccicare gli occhi a tutti noi appassionati: erano anni, forse secoli, che il palinsesto del festival cinematografico più antico del mondo non annoverava nomi così importanti, di sicuro impatto mediatico. Ci saranno vecchi maestri come Malick, Wenders e 
Kusturica, giovani rampanti dal (si spera) radioso futuro come 
Cianfrance e 
Chazelle, e soprattutto grandi Autori del presente, con la "A" maiuscola, come 
Larraìn, Villeneuve, Ozon, Fuqua... cui fanno da contraltare registi importanti di paesi, stili e concezioni cinefile lontanissime (come l' "alieno" 
Lav Diaz, gradito ritorno il suo). E poi, naturalmente, non mancheranno le star, sempre un po' snobbate e perfino "sopportate" negli anni scorsi, in nome di uno stupido snobismo di maniera, da chi non si rende conto che i divi (e le dive) portano soldi, pubblico, incassi, notorietà, e servono come il pane per imbastire cartelloni di assoluto rilievo.
Così, la presenza di 
Jude Law, Michael Fassbender, Alicia Vikander, Natalie Portman, Emma Stone, Jake Gyllenhaal, Chris Pratt, Amy Adams, Rachel Weisz (e scusate se è poco...) daranno lustro ad una rassegna pronta a (ri)partire in grande stile, per la gioia di tutti gli appassionati.
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| "Jackie" di Pablo Larraìn | 
CONCORSO. Una competizione, come detto, bella ed eterogenea, che mette di fronte vecchi leoni e nuove leve, così come vedremo (tanto) cinema americano contrapposto a pellicole strettamente d'autore e tipicamente festivaliere. Il film più atteso del concorso sarà senza dubbio 
Jackie di 
Pablo Larraìn, il 
biopic sulla vedova di John Kennedy (interpretata da 
Natalie Portman) con cui il talentuoso regista cileno si cimenta per la prima volta con la lingua inglese (e capitali statunitensi). Da oltreoceano arriveranno anche la fantascienza di 
Arrival (di 
Denis Villeneuve, con 
Amy Adams e 
Jeremy Renner), il melodramma 
The Light Between Ocean di 
Derek Cianfrance (sul cui set è scoppiato l'amore - vero - tra 
Michael Fassbender e
 Alicia Vikander), e il western, genere immortale, di 
Ana Lily Arminpour The Bad Batch (ma anche l'europeo 
Brimstone di 
Martin Koolhoven, con 
Dakota Fanning e 
Guy Pearce). Tra i "vecchi leoni" ci saranno anche il "leggendario" 
Terrence Malick (con il suo 
Voyage of Time, documentario sulle origini del mondo) e il più socievole 
Wim Wenders (con 
Les Beaux Jours D'Aranjuez, girato in 3D). Spazio anche a generi insoliti per un festival, come il musical 
La La Land di
 Damien Chazelle (film d'apertura), il thriller 
Nocturnal Animals di 
Tom Ford (che torna al Lido a setti anni dal fortunatissimo esordio di 
A Single Man), il "trine e merletti"  
Une Vie del francese 
Stephane Brizè. Francia che schiererà anche uno dei suoi registi di punta, 
Francois Ozon, che torna a Venezia con 
Frantz.
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| "I Magnifici Sette" di Antoine Fuqua | 
FUORI CONCORSO. Qui, davvero, c'è l'imbarazzo della scelta! Venti titoli in calendario, su cui spiccano i primi due episodi dell'attesissima serie 
The Young Pope, diretta da 
Paolo Sorrentino con 
Jude Law nei panni di un fascinoso pontefice... e che dire dello "stellare" remake de 
I magnifici sette di 
Antoine Fuqua (film di chiusura con 
Denzel Washington, Ethan Hawke, Chris Pratt e Vincent D'Onofrio). Natalie Portman sarà la protagonista anche di 
Planetarium di 
Rebecca Zlotowski, mentre attendiamo con curiosità il ritorno di 
Mel Gibson con 
Hacksaw Ridge e il war-movie coreano 
The Age of Shadows. Molti anche i documentari, su cui spiccano 
One More Time with Feeling di 
Andrew Dominik (biografia del musicista 
Nick Cave) e il controverso 
American Anarchist di 
Charlie Siskel (sugli violenze degli anni '70 e le lotte di quel decennio).
ORIZZONTI. Diciannove film, più tanti cortometraggi e tante possibili sorprese... impossibile descrivere in tre parole quella che è la sezione più "sperimentale" (e spesso più interessante) della Mostra. Segnaliamo un titolo su tutti: 
King of Belgians, della coppia
 Peter Brosens e Jessica Woodworth, che tre anni fa stupirono il Lido con il magnifico e inquietante 
La Quinta Stagione.
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| "Spira Mirabilis" di Parenti/D'Anolfi | 
GLI ITALIANI. Venezia, da sempre, è croce e delizia per il cinema di casa nostra. Grande vetrina mediatica, centrifuga di attese e speranze, rampa di lancio per vecchi e nuovi talenti, ma anche (ahimè) troppo spesso vera e propria "trappola" per tanti nomi (anche) illustri della nostra cinematografia, "impallinati" senza pietà da una critica che, forse per non essere accusata di eccessivo provincialismo, spara a zero sulle nostre produzioni. E infatti, guardacaso, sempre più spesso ormai i nostri registi più importanti preferiscono le acque più calme (e ben più remunerative) del Festival di Cannes e Toronto...
Sarà per questo che quest'anno al Lido l'Italia parte ancora una volta "di rincorsa", con tre outsiders che però sembrano promettere bene. Almeno dai "rumors", infatti, c'è grande attesa per 
Spira Mirabilis, documentario sull'immortalità firmato da 
Martina Parenti e Massimo D'Anolfi, "oggetto" inclassificabile e misterioso che si candida come una delle possibili sorprese del concorso. Speriamo. Senz'altro più tradizionale invece 
Piuma di 
Roan Johnson, commedia sulla maternità accidentale e le inquietudini della nostra generazione, diretto dal regista del divertentissimo 
I primi della lista. Il nostro terzo "moschettiere" è
 Giuseppe Piccioni, che torna al Lido a quindici anni di distanza da Luce dei miei occhi: il nuovo film si chiama 
Questi Giorni, con 
Filippo Timi e Margherita Buy: cronaca di un "viaggio iniziatico" di quattro giovani studentesse universitarie e... le "paturnie" dei rispettivi genitori.
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| "Tommaso" di Kim Rossi Stewart | 
Ma anche nelle sezioni collaterali c'è molta Italia: a cominciare da 
Tommaso, il nuovo film di (e con) 
Kim Rossi Stuart, con 
Cristiana Capotondi e Jasmine Trinca. E, ancora, i documentari di 
Francesco Munzi e Federica Di Giacomo, il duro 
Il più grande sogno di 
Michele Vannucci, il ben più leggero 
L'estate addosso di 
Gabriele Muccino... insomma, ce n'è davvero per tutti i gusti!
 
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