Basterebbe solo questo incipit per correre nelle sale italiane (pochissime, purtroppo) a vedere Piazza Garibaldi, ultimo film di Davide Ferrario, accolto da un quarto d'ora di applausi scroscianti alla recente Mostra del Cinema di Venezia. Un documentario folgorante, emozionante, di straordinaria intensità, che sfrutta la struttura 'on the road' usata per il precedente La strada di Levi (dello stesso regista, che raccontava il ritorno da Auschwitz) per ripercorrere ai giorni nostri le tappe della spedizione dei Mille.
Piazza Garibaldi è un toponimo che troviamo ovunque, immancabile: non esiste infatti una sola città italiana che non abbia una piazza o una strada intitolata all' 'eroe dei due mondi'. Ma che cosa resta oggi di quell'impresa? In che stato si trova la memoria storica del nostro paese? E soprattutto, il nostro popolo può dirsi davvero 'unito' a centocinquantanni di distanza? Davide Ferrario gira una pellicola basata proprio sull'identità della nostra gente, in maniera onesta, senza pregiudizi politici o concetti precostituiti. A parlare è proprio la gente, senza filtri e senza commenti da parte della troupe, che esprime liberamente il proprio pensiero.
Il regista Davide Ferrario |
Piazza Garibaldi è un film 'obbligatorio' per chi vuole davvero capire qualcosa dello strano paese in cui viviamo. Un Paese mai effettivamente nato e sempre pieno di perenni contraddizioni, dove la memoria storica è ormai confinata nelle biblioteche e nei ricordi degli anziani. E' un film che vuole dirci come abbiamo perso la nostra identità (ammesso che l'abbiamo mai avuta) e cosa dobbiamo fare per garantirci un futuro. Per questo imperdibile.
VOTO: *****
Wow, in effetti la frase d'apertura colpisce davvero! Chissà se arriverà mai nei paraggi
RispondiElimina