titolo originale: FOUNDATION (USA, 2021)
regia: DAVID S. GOYER, RUPERT SANDERS, ANDREW BERNSTEIN, ALEX GRAVES, JENNIFER PHANG, ROXANNE DAWSON
sceneggiatura: DAVID S. GOYER, JOSH FRIEDMAN, OLIVIA PURNELL, LAUREN BELLO, L.DANA JACKSON, MARCUS GARDLEY, CAITLIN SAUNDERS, SARAH NOLEN, VICTORIA MORROW
cast: JARED HARRIS, LOU LLOBELL, LEE PACE, LEAH HARVEY, JARED HARRIS, ALFRED ENOCH, LAURA BIRN
durata: 10 episodi da 60 minuti circa
giudizio: ★★★★☆
Io sono nato nel 1972. Quelli che sono della mia generazione e amano la fantascienza non possono non essersi imbattuti almeno una volta in Isaac Asimov e in qualcuno dei suoi libri. E' praticamente impossibile. Io con i romanzi della Fondazione ci sono cresciuto: da adolescente li ho divorati e riletti più e più volte, li ho comprati in tutte le edizioni possibili e li ricordo ancora (quasi) a memoria, con tutti i loro personaggi e i collegamenti con gli altri cicli famosi dello stesso autore (quello dei Robot e quello dell'Impero), i quali tutti insieme componevano una specie di fantastoria dell'Universo cui solo la morte prematura di Asimov ha posto fine. Figurarsi quindi se uno come me non sognava ad occhi aperti la possibilità di vedere rappresentato in immagini, con attori in carne ed ossa, questo autentico "scibile" partorito dalla mente di uno dei più grandi scrittori di sci-fi di tutti i tempi.
Era, perlappunto, un sogno Un sogno destinato a rimanere tale per almeno tre decenni. E per tre motivi oggettivi, corrispondenti ad altrettanti problemi insormontabili per l'epoca: primo, un'opera di tale portata non avrebbe potuto essere concentrata ovviamente in un solo film, in quanto qualsiasi tentativo avrebbe costituito solo l'embrione di un eventuale ciclo di film il cui futuro sarebbe stato tutt'altro che assicurato (a Hollywood si sa che contano solo i soldi incassati). Secondo, sempre a proposito di soldi... realizzare un'opera del genere trent'anni fa avrebbe richiesto capitali così ingenti (per gli effetti speciali, i costumi, il trucco, le scenografie) per cui nessun produttore sano di mente avrebbe mai aperto il portafoglio. Terzo, direi il più importante: i romanzi di Asimov non sono per niente "cinematografici" in quanto non c'è praticamente azione e non ci sono scene madri: nei libri della Fondazione si parla più che altro di politica, di sotterfugi, di giochi potere, quasi fossero dei trattati di sociologia pura (e per certi versi lo sono: del resto lo stesso Asimov non ha mai fatto mistero di essersi ispirato per il ciclo della Fondazione a "Declino e caduta dell'Impero Romano" di Edward Gibbon). Si capisce quindi che adattare una roba del genere non era proprio uno scherzo. Impossibile per la tecnologia e la mentalità del tempo.Trent'anni dopo però la situazione è drasticamente cambiata: le serie tv sono ormai dominanti tra gli appassionati tanto da essersi guadagnate lo status di produzione "alta e nobile", in alcun modo subalterna a quella cinematografica (anzi, possiamo dire che oggi hanno un core-business perfino superiore) e pertanto anche gli investimenti (ingenti) si sono adeguati. E se un colosso come Apple TV ha deciso di adattare per il piccolo schermo una serie così iconica vuol dire che ha capito bene quanto una fantascienza del genere al giorno d'oggi possa contare su un pubblico dedicato, un pubblico di nostalgici ma anche di estimatori della fantascienza "adulta", filosofica, che grazie allo streaming ha trovato finalmente la possibilità di essere intercettato. Lo dico chiaro, senza giri di parole: a me che sono un fan della prima ora, Fondazione è piaciuta da morire. Ma davvero tanto. A una condizione, però: bisogna avere una mente aperta a quello che è oggi il mezzo televisivo, accettando i piccoli o grandi compromessi che bisogna sostenere per trasporre una serie così monumentale. Questo implica che non si deve storcere il naso di fronte agli inevitabili (lo sottolineo, inevitabili) cambiamenti che per esigenze di copione sono stati fatti rispetto al testo letterario. La Fondazione televisiva NON è un pedissequo adattamento dei romanzi, anzi: a dire il vero non segue nemmeno del tutto la cronologia dei libri, oltretutto sopprime alcuni personaggi, ne inventa di nuovi e sacrifica coraggiosamente perfino alcuni capisaldi della letteratura asimoviana (due in particolare: la violenza non è più "l'ultimo rifugio degli incapaci", qui le guerre e gli scontri ci sono eccome, inoltre tutta la serie è pervasa da un afflato mistico-religioso che un ateo positivista come Asimov non avrebbe mai contemplato). Quello che però conta davvero e che fortunatamente è rimasto immutato è lo spirito dell'opera-omnia: Fondazione basa le sue fondamenta sull'incrollabile fiducia nel genere umano e sull'incessante lotta dell'umanità per sopravvivere, spesso anche contro se stessa. A differenza di un Kubrick (ad esempio) o di un Heinlein o di Stanislaw Lem (cui questo blog deve qualcosina...) qui gli uomini si "salvano" da soli, con l'ausilio della scienza (la psicostoria), delle macchine e anche delle armi (se vuoi la pace, prepara la guerra...)Certo, a fronte di qualche trovata azzeccata e originale come la figura dell'Imperatore (che per Asimov era poco più di un fantoccio, abbastanza insignifcante, mentre qui è addirittura uno e trino - pur se ognuno un clone dell'altro - il che implica una riflessione non banale sul ruolo della genetica e della biochimica), ce n'è qualche altra adeguata giocoforza al politically correct (i personaggi di Gaal Dornick e Salvor Hardin sono femminili e di colore, anche il robot Demerzel ha le sembianze di una donna) e qualche altra abbastanza inutile ma necessaria per un pubblico comunque televisivo (vedi le liasons sentimentali dei vari protagonisti). Ma a mio modo di vedere tutto è ampiamente sopportabile a fronte di dieci densissimi episodi (di un'ora l'uno circa) di una bellezza visiva stupefacente che, lasciatemelo dire, per una volta si dipanano senza "spiegoni" di sorta: il deus ex machina dell'opera, il regista David S. Goyer, e il suo folto gruppo di sceneggiatori non fanno sconti allo spettatore medio, tutta la serie è strutturata su continui salti temporali che mettono a dura prova chi è del tutto digiuno di letteratura asimoviana. Il che, intendiamoci, per me non è assolutamente un difetto: una volta tanto abbiamo infatti un prodotto che costringe lo spettatore a ragionare, a interrogarsi, a sforzarsi di approndire, o quantomeno a prestare attenzione su quello che sta guadando (consiglio spassionato: durante la visione evitate popcorn e distrazioni...)La prima stagione di Fondazione copre a malapena il primo dei sette libri della saga. E' lecito pensare che altre stagioni siano già in cantiere, come appare evidente dell'epilogo dell'ultimo episodio. La casa di Cupertino ha investito un budget importante in questa produzione, assoldando attori noti al pubblico televisivo (il veterano Jared Harris, ma anche Lee Pace e la bella Lou Llobell) e non badando a spese in effetti speciali, costumi e ambientazioni: Goyer, con il beneplacito della figlia di Asimov, Robyn (che ha approvato l'operazione e figura nelle vesti di produttore esecutivo) ha costruito un prodotto affascinante, rispettoso e innovatore insieme, che riesce nella titanica impresa di accogliere sia le aspettative dei fan della prima ora sia quelle di un pubblico "vergine" e ancora non avvezzo alle dinamiche di una serie così complessa. C'è riuscito coniugando quasi alla perfezione spettacolarità e contenuti, dosando ad arte la magniloquenza della messinscena con gli aspetti umani e sentimentali della saga, che rimangono comunque preponderanti nella visione d'insieme. Perchè Fondazione non è una bellissima scatola vuota, bensì una creatura viva dal cuore pulsante pronta ad accompagnarti in un viaggio mozzafiato.
Il tuo hype un po' mi entusiasma e un po' mi spaventa. Anch'io sono cresciuto con i libri della Fondazione e sono sobbalzato sulla sedia quando ho saputo della serie. Poi però ho avuto paura di vederla per il timore di vedermi stravolta l'idea che io mi ero fatto dei personaggi. Ma se tu ne parli così bene allora mi sa che correrò il rischio
RispondiEliminaIo penso che non bisogna essere integralisti, nel cinema come in nessun altro campo. Se "Fondazione" fosse stata una copia conforme dei libri non so se mi sarebbe piaciuta... proprio per i motivi che dici te: ormai abbiamo talmente idealizzato i personaggi che vederli "diversi" da come ce li eravamo immaginati ci avrebbe sicuramente fatto storcere il naso. Invece Goyer e gli altri autori hanno fatto una cosa diversa, una serie "ispirata" ma non pedissequa alla saga letteraria, con molte novità e qualche (inevitabile) forzatura, ma mantenendone intatto lo spirito, che poi è la cosa che più conta...
EliminaCiao Saurino, come ti dicevo in privato, sostanzialmente la pensiamo uguale ma ci terrei molto ad andare in dettaglio sulle cose che ho apprezzato e sulle cose che mi hanno irritato...
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Vado in ordine sparso...
Tutta la vicenda Azura/Fratello Alba, nel momento in cui è venuto fuori che fosse una trappola, è stata gestita a mente di cane. Capisco il colpo di scena ma qui non si era mai parlato nella serie di ribelli o altro, i colpi di scena vanno costruiti bene (vedere, ad esempio, il famoso "Io sono tuo padre" che se uno si guarda indietro si accorge delle briciole di pane che portano in quella direzione) ma ahimè questo è pure il meno.
Azura pareva davvero innamorata ecc e invece viene fuori che fosse una recita. Notare che da un giorno all'altro (da quando vede l'ultima volta a palazzo fratello Alba), è dimagrita in maniera impressionante e non si capisce perché. Viene scoperta, imprigionata e qui veniamo alla punizione che secondo me avrebbe fatto inorridire Asimov, lui che, come ben dici, aveva così tanta fede nell'umanità avrebbe fatto vedere Fratello Giorno così crudele con lei? Oltretutto dopo che ha fatto quel cammino su Luna Vergine, che lo ha palesemente toccato nel profondo? Non è da Asimov, lui avrebbe mostrato meglio l'evoluzione di Fratello Giorno e invece hanno buttato tutto nel water per mostrare un'inutile crudeltà.
Paradossalmente comprendo, invece, la reazione di Daneel/Demerzel, che uccide Fratello Alba. Sappiamo tutti che lo uccide per vendicare sia la morte della sua amica su Luna Vergine, che la stessa punizione ad Azura, altrimenti non avrebbe reagito in quel modo. Sta diventando umana, nel bene e nel male. La sua è vendetta, altro che fedeltà alla casa regnante.
2 - Ho amato le interpretazioni di tutto il cast, in primis, come ti dicevo, tutti Lou Llobel (Gaal), Lee Pace (Giorno), Laura Birn (Daneel), Cassian Bilton (Alba), Leah Harvey (Salvor) e Jared Harris (Hari). La sigla è meravigliosa. E alcune scene sono girate da Dio.
3 - Contrariamente a chi storce il naso, io credo che Asimov avrebbe apprezzato non poco il cambiamento di sesso di Salvor, Gaal e Daneel. Lui era moderno e femminista antelitterim. Tra l'altro la loro evoluzione è una delle migliori della serie. Mi sto rendendo conto che i personaggi femminili siano costruiti meglio nella serie, rispetto a quelli maschili. Vedere i problemi su Fratello Giorno, interpretato divinamente lo ripeto da Lee Pace, che però risente dei problemi di cui sopra. Aggiungo poi che, personalmente, Asimov avrebbe mostrato che Giorno una visione l'avesse avuta eccome. Solo una visione più ambigua, con qualcosa di nuovo mai visto prima.
4 - Il cammino su Luna Vergine di Fratello Giorno è stato toccante e coinvolgente, mi ha fatto venire i brividi.
5- Nonostante le scene inutilmente crudeli di cui sopra, io credo che il famoso messaggio "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" emerga eccome, vedere sia Fratello Giorno e Tramonto, che quando non sanno difendersi, sono crudeli e violenti; vedere la cacciatrice Phara, colma d'odio e oscurità; il "consiglio" su Synhax che non riuscendo a fermare la cultura, uccide quel bibliotecario, ecc...
Di sicuro mi verrà in mente altro se risponderai... buona giornata intanto
Ciao Silvia. E grazie per questo lungo, appassionato e preziosissimo contributo. Che, lo dico senza problemi, mi trova d'accordo al 100%. Provo comunque a scendere in dettaglio:
Elimina1) E' vero. La vicenda di Azura non sta in piedi, è totalmente scollegata dal contesto e ha poco senso anche nell'economia della serie. E' una delle poche (ma importanti) pecche di "Fondazione". Probabilmente è il compromesso da pagare al marketing, dato che il pubblico (medio) delle piattaforme vuol vedere anche queste cose (amori finiti, traditi, non corrisposti, ingannevoli) e bisogna un po' turarsi il naso. Fermo restando che però, almeno per quanto mi riguarda, la trovata un imperatore "uno e trino", con i tre cloni l'uno dell'altro, è invece una scelta artistica coraggiosa e notevole, capace di guardare avanti e metterci in guardia sulle possibilità e le derivazioni della genetica.
Quanto a Demerzel, anche per me la reazione è comprensibile e coerente con il pensiero asimoviano. Non solo perchè il robot si sta "umanizzando", ma anche per la famosa "legge zero" che Asimov coniò nel ciclo dei robot: un robot non può far male a un essere umano... a meno che non ne vadano di mezzo i destini del mondo (come nell'episodio di Fratello Alba).
2) Condivido. Interpreti ottimi e grande, grandissima qualità tecnica della serie. I soldi investiti si vedono eccome.
3) Anche questo è vero, ma c'è da dire che qui le donne sono assolutamente protagoniste e in tutti i ruoli principali (ed era l'ora) mentre i maschietti, fatta salva la triade imperiale, sono tutte figure poco rilevanti ai fini della storia. Sì, credo anch'io che Asimov avrebbe apprezzato o quantomeno non si sarebbe scandalizzato di questo cambio di sessi: del resto lui scriveva negli anni '50, quando su questi temi c'era molta, molta meno consapevolezza rispetto a oggi.
4) Il cammino su Luna Vergine è senza dubbio il momento più toccante in assoluto dell'intera serie. E complimenti anche a Lee Pace: non è facile trovare attori così bravi in prodotti di questo genere.
5) Vista così, sono d'accordo. Nei libri di Asimov la guerra e la violenza non esistono o quasi, ma sarebbe stato impossibile girare una serie di dieci episodi senza alcuna scena d'azione. Ma, come dici giustamente, in "Fondazione" tutti i violenti fanno comunque una brutta fine... dimostrando l'assioma base del "vecchio" Salvor Hardin
Ciao Sauro, grazie di avermi risposto così nel dettaglio. Sono contenta che il mio commento ti abbia colpito positivamente.
Elimina1- Riguardo alla storia di Azura e Alba, come ben dici è sicuramente un modo per attirare le masse. Da persona che segue le serie, ti posso dire che, purtroppo, da tempo, i gruppi di appassionati di serie tv (e anche di cinema ahimè) sono spesso infestati da persone che se ne fregano che una serie o un film abbia dei temi filosofici, a loro interessa la coppietta, peraltro spesso una coppietta che non c'è manco nella storia. Esempio capibile da entrambi: nel vedere il Signore degli Anelli, loro sognano di vedere Frodo e Sam insieme -_- .
Oppure, appunto, adorano i tira e molla, i tradimenti, ecc. Detto tra noi io DETESTO questo tipo di "storie d'amore" stile soap/telenovela. Per me una storia d'amore non è così, io amo il cammino di una coppia insieme. E visto che volevano metterci una storia, sarebbe stato molto più asimosiano, scusate l'aggettivo strambo, scegliere opzioni diverse.
Tipo:
A) Giorno, dopo il cammino su Luna Vergine e colpito da Azura e dal suo idealismo, decidesse di darle una chance, stile il detective Elijah Baley con Gladia.
B) Azura alla fine si poteva innamorare sul serio di Alba e avrebbero potuto scappare insieme, realmente. Sarebbe stato interessante vedere come Alba avrebbe reagito a contatto con la gente comune, come è successo per Giorno su Luna Vergine. Ammetto che mi è rimasta la curiosità del nome normale che si sarebbe scelto Alba.
Sarò una romanticona io, non so...
Anch'io adoro la storia dell'imperatore uno e Trino, è un affascinante riferimento teologico e filosofico, che tutto sommato Asimov avrebbe potuto gradire, nonostante il suo ateismo. Dopotutto lui aveva una visione molto aperta e i suoi robot diventavano sempre più umani.
2 e 4) Riguardo agli attori posso dire che capita che vi siano interpreti buoni nelle serie, non solo in tempi recenti, vedere, banalmente il mitico tenente Colombo, non solo per l'attore principale, il grandissimo e compianto Peter Falk. Certo dipende dal tipo di serie. Nelle sitcom è meno frequente ovviamente, idem nei teen drama. Invece è più facile nei drama e nelle serie di fantascienza/fantasy appunto.
3)Sì, era davvero ora che le donne siano protagoniste, con personaggi complessi e sfaccettati. La prova, a mio parere, che si possano fare eroi ed eroine umanissimi. Del resto Asimov ha sempre creato personaggi del genere.
E rimanendo in ambito fantascientifico, le saghe che funzionano di più, al cinema, hanno sempre avuto eroi umanissimi, vedere Luke Skywalker e Leia Organa, personaggi complessi, che si evolvono man mano...
Ovviamente escludiamo i sequel...
5) Esatto. Oso sperare che nella seconda stagione continuino su questo punto. Ho intravisto una foto dove Lee Pace e Jared Harris, nei panni dei loro personaggi, discutono sul set della seconda stagione...
Mi sono espresso un po' troppo frettolosamente: non volevo certo dire che nelle serie tv non ci siano attori bravi, ci mancherebbe! Intendevo invece proprio quello che hai scritto, ovvero che ci sono serie e serie, e ovviamente target diversi di pubblico. Qui stiamo parlando di una serie, per quello che mi sembra - da profano - di un livello qualitativo e culturale medio alto, piuttosto di nicchia (pur se va in onda su Apple Tv) e destinata a un pubblico sicuramente adulto e non certo di massa. Ovvio che nei prodotti più dozzinali ci sono anche attori più dozzinali... il problema è che tali prodotti sono purtroppo maggioritari: basta aprire la home-page di Netflix e ti vengono i brividi :)
EliminaCiao Sauro, scusami non volevo sembrare una maestrina/esperta. Non mi sento tale. Seguo qualche serie, seguendo il mio istinto e di solito, come per i libri, sono tipo Giacomo in 3 uomini e una gamba (e come te mi sa, sia per le serie che per i film): "Mattone polacco di scrittore sconosciuto, morto suicida giovanissimo, copie vendute una". Non che schifi, a prescindere, le serie di successo, come poi è questa. Semplicemente entrambi amiamo le cose di spessore, siano esse di nicchia o di successo. Personalmente anch'io ho i brividi vedendo il catalogo di Netflix, che punta troppo alla quantità e poco alla qualità, poi qualcosa di buon c'è anche lì ma meno rispetto appunto a Apple Tv, Prime Video, la stessa Disney Plus fa cose migliori rispetto a Netflix, vedere le varie serie Marvel (che si magnano a colazione tutti i film del mcu), di Star Wars (anche qui si magnano i sequel ma lì è come sparare sulla croce rossa)
EliminaNon tutte le serie di fantascienza/fantasy o drama hanno interpreti di spessore ma ne hanno per nostra fortuna. E capita delle volte che anche le comedy, tipo Upload, Fleabag e la fantastica signora Maisel (tutte e tre di Prime, guarda un po') hanno buoni attori e soprattutto ottime sceneggiature.
Io ci metto eoni a recuperare qualcosa.
E visto che abbiamo gusti simili, mi permetto di suggerirti di vedere "Star Trek Picard", che sto recuperando con i miei soliti tempi biblici. Ad alcuni fan non piace, io la adoro perché ha dei temi filosofici ed etici mica male, sembra quasi un'opera teatrale.
Buona giornata
Ma no, figurati. Tranquilla, non mi sono risentito :)
EliminaD'altra parte è giusto essere selettivi altrimenti non ci leviamo le gambe... scherzando con un amico, ma nemmeno troppo, sorridevamo sul fatto che era più il tempo che impiegavamo a scegliere cosa vedere (su Netflix) che quello passato, appunto, a vedere i film o le serie. In effetti districarsi nel mare magnum delle piattaforme è davvero impossibile se non hai una seppur minima idea di dove andare a parare. Comunque ho notato anch'io che Prime e Apple hanno contenuti di maggiore qualità rispetto a Netflix, ma se ci pensi è normale: mentre per le prime due lo streaming non rappresenta la fonte primaria di lucro, per Netflix gli incassi sono vitali e pertanto è ovvio che disponga di un catalogo più "nazionalpopolare" (fermo restando che, scavando bene, anche su Netflix si trovano ottime cose.
Riguardo Picard, sono sincero: essendo un fan di Star Trek di vecchissima data ho sempre diffidato dal queste derivazioni... ma è un preconcetto stupido, lo so. Proverò a dargli un'occhiata, compatibilmente con il tempo (poco) a mia disposizione.
A presto!