martedì 31 dicembre 2024

DIAMANTI


titolo originale: DIAMANTI (ITALIA, 2024)
regia: FERZAN OZPETEK
sceneggiatura: ELISA CASSERI, CARLOTTA CORRADI, FERZAN OZPETEK
cast: LUISA RANIERI, JASMINE TRINCA, VANESSA SCALERA, LOREDANA CANNATA, GEPPI CUCCIARI, ANNA FERZETTI, AURORA GIOVINAZZO, PAOLA MINACCIONI, ELENA SOFIA RICCI, CARLA SIGNORIS, KASJA SMUTNIAK, MARA VENIER, MILENA MANCINI, LUNETTA SAVINO, SARA BOSI, STEFANO ACCORSI, LUCA BARBAROSSA, VINICIO MARCHIONI
durata: 135 minuti
giudizio: 



Roma, anni '70. Le sorelle Alberta e Gabriella Canova gestiscono una prestigiosa sartoria specializzata in abiti per il cinema, le cui dipendenti sono tutte donne (ognuna con la propria storia personale). Quando la costumista premio Oscar Bianca Vega commissiona loro i costumi per un grande film, l'intero atelier si mobiliterà per un'occasione irripetibile...


Càpita a ogni regista, prima o poi, di voler fare un bilancio della propria carriera. Il che non significa assolutamente mettere un punto, ma solo prendere cognizione del percorso fatto. E non ci sono dubbi che Diamanti sia a tutti gli effetti il film più personale e autobiografico di Ferzan Ozpetek, una specie di testamento artistico che il regista italo-turco "sentiva" di dover mettere in scena dopo le sue ultime opere (invero non brillantissime) che certo non avevano soddisfatto nè pubblico nè critica, e probabilmente nemmeno lui stesso.

Questa volta invece Ozpetek scopre le carte e scende letteralmente in campo nel suo film, in prima persona, nei panni di un regista che chiama a sè un nutrito gruppo di attrici che hanno lavorato con lui in passato per girare un nuovo lungometraggio ambientato nella Roma degli anni '70, una specie di film corale che vede come protagoniste diciotto donne impiegate presso una prestigiosa sartoria cinematografica capitolina, specializzata in abiti di scena, cui una costumista premio Oscar ha appena commissionato i vestiti per una nuova, grande produzione.

Non ci vuole molto a capire che a Ozpetek non interessa granchè di raccontare una storia: la trama di Diamanti si esaurisce nelle tre righe di cui sopra, e l'intero film (due ore e quindici minuti, che scorrono senza problemi) è un pretesto per rendere omaggio al mondo femminile e a tutto il suo cinema in particolare. I Diamanti del titolo sono ovviamente le sue donne, gemme preziose, simboli di forza, resistenza e bellezza: tra macchine da cucire in movimento, forbici che tagliano, lavatrici che girano e attrici che ripassano la parte, il film diventa subito un inno alla solidarietà femminile, una specie di rito collettivo che unisce donne diversissime tra loro per età, cultura, estrazione sociale, condizioni economiche, vita privata più o meno disastrosa, che però tutte insieme, in quella particolare unità di spazio-tempo (il loro atelier) riescono a far fronte alle proprie difficoltà personali e lavorative. 


Non lo nego: ero partito molto prevenuto su questo film, temendo che tanta abbondanza di casting fosse direttamente proporzionale a un clamoroso vuoto di idee... invece devo ricredermi: Diamanti non è solo un film di grande eleganza formale, di costumi e scenografie ricercatissime, di immagini di abbacinante bellezza... anzi, proprio attraverso queste immagini Ozpetek ci rivela tutta la Meraviglia di un cineasta sessantenne che a un certo punto della propria vita ha deciso di "spogliarsi" davanti al suo pubblico, senza filtri, nell'unico modo che gli riesce. Diamanti è una specie di 8 1/2 ozpetekiano, il pretesto per mettere in scena il proprio mondo: un film imperfetto ma innegabilmente emozionante, che arriva al cuore, specialmente se visto a Natale, in una sala fortunatamente piena (il film sta incassando bene) e con l'atmosfera giusta. Perchè questo è davvero, prima di tutto, un film di atmosfere.

E poco importa se, come dicevamo, in certe parti Diamanti risulta incoerente, dispersivo, con troppe tracce e sottotracce che spesso faticano a stare insieme oppure sembrano appena abbozzate: il risultato finale è un'opera generosa, genuina, che si rifà ai melò "di una volta" e guarda il mondo con gli occhi delle donne, quelle "magnifiche presenze" che oscurano la parte maschile e la relegano in un cantuccio, illuminata di luce riflessa. Gli uomini del film sono tutti mediocri, nessuno escluso: sono violenti, narcisi, repressi, autoritari ma non autorevoli, più o meno amabilmente perculati. Diamanti è una favola natalizia dipinta di rosa, impreziosita dalla bravura delle sue interpreti: è praticamente impossibile citarle tutte ma è doveroso segnalarne almeno tre, ovvero le "padrone di casa" Luisa Ranieri (perfidissima) e Jasmine Trinca (smarritissima), a loro modo due facce della stessa medaglia, nonchè la divissima Vanessa Scalera nei panni della costumista premio Oscar Bianca Vega (forse una caricatura di Milena Canonero?). Un cast da favola per una favola che, sotto le Feste, trova la sua collocazione ideale. Perfettamente.
   

5 commenti:

  1. Ciao Sauro, anche io sono andata prevenuta, giusto per stare con una mia amica, perché ozpetek a volte mi ha deluso tanto a volte sinceramente l' ho volutamente evitato.
    Invece mi sono lasciata trasportare in questo tourbillon di emozioni tutte al femminile e ho sorvolato su certi difetti, vedi la scena da telenovela Sudamericana di Alberta (una splendida e bellissima Luisa Ranieri) che incontra in sartoria il suo vecchio amore, o i tanti "fili" delle vite delle sue protagoniste che però non vengono approfonditi.
    Le attrici mi sono piaciute tanto, anche Mara Venier, ovviamente la Trinca e la Scalera su tutte.
    È proprio il suo mondo, il mondo femminile, complicato ma bello e ricco di sfaccettature esattamente come i Diamanti.

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    1. Ciao Alessia, mi fa molto piacere risentirti. La penso come te al 100%. E' proprio "tutto" Ozpetek questo film, c'è davvero tutto il suo mondo. E quando un film riesce a riempire le sale (al mio paese sold-out per Santo Stefano!) fa sempre piacere, a prescindere.
      Un caro saluto e buon anno!

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  2. Come dicevo nell'altro commento, mi ha coinvolto ed emozionato parecchio. C'è tanto cuore in questo film, si vede che è fatto con passione e non con le fredde logiche da Oscar (ogni riferimento a Conclave è voluto). L'ho amato molto, e non lo avrei voluto.
    Colgo l'occasione per ri-farti gli auguri di fine anno.
    Un abbraccio sincero.
    Mauro

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    1. In che senso non lo avresti voluto?? non capisco...
      Ad ogni modo buon anno anche a te caro Mauro!

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    2. Ovviamente mi sono confuso: volevo dire "non lo avrei pensato"

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