venerdì 17 ottobre 2025

TESTA O CROCE ?



titolo originale: TESTA O CROCE? (ITALIA, 2025)
regia: ALESSIO RIGO DE RIGHI, MATTEO ZOPPIS
sceneggiatura: CARLO SALSA, MATTEO ZOPPIS, ALESSIO RIGO DE RIGHI
cast: ALESSANDRO BORGHI, NADIA TERESZKIEWICZ, JOHN C. REILLY, PETER LANZANI, GIANNI GARKO
durata: 116 minuti
giudizio: 


Il leggendario Buffalo Bill, in tournèe in Italia con il suo circo equestre, si getta a caccia di Santino, un buttero che ha sconfitto a duello i suoi scagnozzi ed ha anche rubato la donna al suo principale, Rosa, che lo ha seguito nella fuga. Il celebre pistolero lo fa più per l'impresa che per la taglia, memore dei tempi andati, mentre Santino e Rosa fuggono verso la libertà...


Al momento in cui scrivo queste righe, Testa o Croce? ha incassato la cifra quasi ridicola di 68mila euro in due settimane di tenitura, il che rapportato al numero non esiguo di sale in cui è stato programmato (circa 200) ne fanno uno dei flop più sanguinosi di questa stagione cinematografica. Come è possibile, direte voi, che un film che schiera un'autentica star nazionale (Alessandro Borghi), una internazionale (John C. Reilly) e una delle giovani attrici europee più talentuose (la francese Nadia Tereszkiewicz) possa essere andato così male al botteghino? invece purtroppo è possibile, e per una serie di ragioni non certo riconducibili alla qualità del film.

Vediamole insieme: 1) in primis, la difficoltà di far avvicinare il pubblico italiano a un genere desueto come il western, per giunta "fatto in casa", genere da sempre ostico sia per gli spettatori "medi" che per i cinefili duri e puri. 2) il clamoroso errore da parte di Rai Cinema, che ha prodotto e distribuito il film, di spacciarlo quasi come un blockbuster, un prodotto da multisala, magari confidando sull'appeal di Borghi. E invece Testa o Croce? è una pellicola assolutamente autoriale, per certi versi elitaria, certamente non commerciale e poco adatta al target di chi frequenta le sale di puro consumo. 3) il budget molto risicato del film, che ha comportato dolorose scelte produttive e un montaggio in certe parti slabbrato, disomogeneo, che può aver causato non poca confusione negli occhi di chi guarda. Eppure, nonostante gli incassi ridicoli, Testa o Croce? resta comunque una pellicola interessante, coraggiosa, senz'altro degna di visione.

I registi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis firmano infatti un'opera tanto originale quanto elitaria, che gioca con il genere western (anzi, lo spaghetti-western) per raccontare una storia tutta italiana ambientata nella Maremma di fine Ottocento. Protagonisti, come detto, sono un Alessandro Borghi versione "grunge" nel ruolo di Santino, un buttero taciturno e solitario, e la bella e brava Nadia Tereszkiewicz che interpreta Rosa, giovane donna in fuga da un destino già scritto. La loro corsa, dopo un omicidio che rompe gli equilibri di una comunità chiusa e patriarcale, diventa il centro di una riflessione più ampia sul Mito, sull'identità e sul potere del caso, ben evocato dal titolo stesso.

Il film si apre con l'arrivo in Italia del Wild West Show di Buffalo Bill (un efficace John C. Reilly), e da subito mette in contrasto due mondi: quello leggendario dell'America, la terra promessa, e quello arcaico della provincia italiana. Ma non si tratta solo di un gioco estetico: i due registi usano il western come pretesto per indagare sulle radici culturali del nostro Paese, e lo fanno con uno stile personalissimo che unisce rigore formale, slanci visionari e persino sconfinamenti nell'esoterismo. Paesaggi naturali, luce crepuscolare e una fotografia sporca ma affascinante (in certe parti riversata su pellicola 35mm) conferiscono al film un'ambientazione credibile e quasi mitologica, nonostante le ristrettezze economiche di cui parlavamo prima che hanno pesato non poco sulla linearità e la comprensione del prodotto.

Borghi
ce la mette tutta per imbruttirsi e ritagliarsi addosso la figura del cafone ingenuo e aitante, ma la rivelazione del film è senz'altro la semisconosciuta (in Italia) Nadia Tereszkiewicz: il suo personaggio, lontano dalla retorica della "donna da salvare", prende in mano il proprio destino e diventa il vero motore narrativo del film, anche più di Santino stesso, regalando al film con la sua presenza una carica emotiva che bilancia la poca fluidità di alcune sequenze. 

Ed è proprio questa frammentarietà della narrazione il principale limite di Testa o Croce? : la storia procede a scatti, alternando momenti di grande suggestione ad altri abbastanza dozzinali. I dialoghi sono ridotti all'essenziale, a volte quasi assenti, e il rischio è perlappunto quello di perdere il coinvolgimento dello spettatore, favorendone la deconcentrazione. In qualche scena l'ambizione del film (sincera e doverosa, tra denuncia sociale, critica al patriarcato, riflessione storica e decostruzione del Mito) finisce per appesantirne la struttura, rendendo alcuni passaggi meno incisivi di quanto vorrebbero essere.

Tuttavia, è davvero lodevole la volontà da parte dei due registi di voler provare a rompere schemi e linguaggi in un contesto piuttosto ingessato come quello del cinema italiano. Testa o Croce? non è un film per tutti ma è un'opera che ha il coraggio di rischiare, di uscire dai binari di una produzione nazionale nella maggior parte dei casi fin troppo convenzionale. E' imperfetto, sì, ma anche autentico. E in un panorama cinematografico spesso molto, molto prevedibile, questo è già un valore aggiunto. 

2 commenti:

  1. Mi incuriosisce moltissimo, io sono da sempre amante del western e questa pellicola così particolare mi intriga molto. Inoltre sono da sempre grande fan di John C. Reilly e già dalle immagini mi sembra che il suo personaggio sia fantastico.

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  2. Qui da me praticamente introvabile nel giro di 50 km, assurdo. Lo avrei visto volentieri, lo aspetterò in piattaforma (se mai arriverà)
    Buon weekend!
    Mauro

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