Nella settimana che precede i mondiali di calcio (e per tutto il mese successivo) è perfettamente inutile recensire i film in uscita: il dio pallone spaventa inevitabilmente i distributori, che preferiscono aspettare la fine della kermesse brasiliana prima di buttare in sala qualche titolo importante. E allora non resta che piegarsi agli eventi e parlare di calcio anche noi, a modo nostro, magari recuperando in questi giorni alcuni tra i titoli più belli del genere 'calcistico'. E ce ne sono, a dispetto di chi ritiene cinema e sport mondi difficilmente conciliabili...
(The Damned United)
di Tom Hooper (Gb, 2011)
Però qualche bella eccezione c'è sempre, e in prossimità dei mondiali di calcio fa piacere rivedere un ottimo film di genere che parla a trecentosessantagradi del calcio e del suo mondo. Il maledetto United è, insieme a Rush di Ron Howard, forse il miglior film sportivo dai tempi di Momenti di Gloria, di sicuro il migliore sul calcio, e non è certo un caso che sia stato prodotto e realizzato in Inghilterra, patria del football e 'culla' di milioni di appassionati. La storia che si racconta è quella di un'autentica 'leggenda' del calcio inglese, tale Brian Clough, nome che forse dirà poco ai ragazzi e ai tifosi di casa nostra, ma che certo non può passare inosservato da coloro che cominciano ad avere qualche capello grigio...
Brian Clough è stato il più grande allenatore inglese di tutti i tempi, capace di compiere autentici miracoli sportivi alla guida di squadre di provincia: si vedano i due scudetti vinti alla guida del Derby County (il primo addirittura da neo promosso) e, soprattutto, le due Coppe dei Campioni consecutive vinte col Nottingham Forest, fino allora anonima squadretta di un'anomima cittadina famosa solo per le gesta di Robin Hood. Ricordiamo che il Nottingham Forest detiene ancora oggi un record invidiabile: è l'unica squadra in Europa che è riuscita a vincere più Coppe dei Campioni che titoli nazionali, sarebbe come se oggi in Italia il Chievo vincesse due volte di seguito la Champions League. Roba da urlo, insomma.
Il Maledetto United però non è l'apologia di Clough, come verrebbe logico pensare. Non è una piatta biografia dei suoi successi, anzi. Il film racconta (ed è questo l'aspetto 'intrigante') dell'unico insuccesso in carriera del grande allenatore, l'unico suo vero fallimento, vale a dire i 44 giorni trascorsi alla guida del Leeds United, squadra che all'inizio della carriera fu la sua autentica ossessione nonchè acerrima rivale. Clough nutriva un irrefrenabile 'odio' sportivo verso i giocatori e dirigenti del Leeds, colpevoli (a suo dire) di vincere i tornei con un gioco violento, intimidatorio e antisportivo, pur non avendone alcun bisogno (essendo appunto il Leeds la squadra oggettivamente più forte dell'epoca). Dopo i trionfi con il Derby County, Clough accettò di allenare proprio i 'nemici' di sempre, convinto di poter dare una sua 'impronta' personale anche nella tana del lupo, mal consigliato dal suo ego smisurato e dall'inguaribile fiducia in se stesso.
Ma i calciatori del Leeds, ancora troppo ancorati alla precedente guida tecnica e troppo prevenuti nei confronti di Clough, gli voltarono subito le spalle, rendendogli la vita d'inferno in quel mese e mezzo scarso di traumatica convivenza. E questo è proprio il tema centrale del film: il rapporto tra l'uomo-Clough, la sua ambizione, le sue debolezze, il suo rapporto con gli altri e la sua ossessione verso la perfezione che lo portarono, inevitabilmente, verso il fallimento e la solitudine. La bellezza della pellicola sta nel descrivere i passaggi di questo conflitto interiore attraverso un sapiente gioco di flashback e immagini di repertorio, nonchè della splendida ricostruzione della 'vita da spogliatoio', che pochissime volte abbiamo visto in un film 'calcistico'. Il regista Tom Hooper entra letteralmente e con grande realismo nelle viscere dello stadio, nelle stanze dei giocatori, dietro quelle porte da sempre 'sacralmente' precluse a noi spettatori. E qui ci sembra di annusare il sudore degli atleti, del fango attaccato ai tacchetti, dell'adrenalina che si sprigiona prima, durante e dopo la partita.
Il maledetto United ci fa tornare indietro nel tempo, ad un calcio genuino, fisico, 'epico' e cultore dei massimi valori dello sport. Merito di una sceneggiatura di ferro (inconsueta per un film del genere e scritta da Peter Morgan, che in seguito curerà anche lo script di Rush), di tutta la troupe di scenografi, costumisti, addetti al suono, fotografi, montatori e, ovviamente, del suo grande protagonista: il bravissimo Michael Sheen, semplicemente perfetto nell'interpretare un allenatore che più di un tecnico ha accostato alla figura di Josè Mourinho. Ma forse sarebbe meglio dire che è stato l'allenatore lusitano ad aver preso molto da Clough...
Difficile dire perchè un film così bello e 'appassionato' non abbia trovato alcuna distribuzione da noi, uscendo direttamente in dvd. Forse perchè lo si è frettolosamente rubricato come un titolo 'solo per appassionati', ma garantisco che anche chi capisce poco di calcio troverà in questa pellicola buoni spunti di interesse: un ottimo antidoto per disintossicarsi dalla sbornia pallonara di questi giorni...
con Martin Sheen, Timothy Spall, Jim Broadbent, Colm Meaney, Stephen Graham
durata: 97 min.
Quando esce un film sull'argomento-calcio nutro sempre un po' di diffidenza: sia perchè non è facile rendere emozionante un film basato a sua volta su delle emozioni (quelle che, malgrado tutto, ci regala lo sport in questione, spesso eccezionali e in 'presa diretta', difficilmente replicabili in una fiction), sia perchè raramente chi va al cinema si appassiona a film sportivi, trattandosi di pubblici decisamente diversi. E così spesso lo sport viene preso a pretesto per parlare di altro, vedi gli ottimi esempi di Invictus di Eastwood, Fuga per la vittoria di Houston o, per restare in Italia, del notevole L'uomo in più di Sorrentino...
Però qualche bella eccezione c'è sempre, e in prossimità dei mondiali di calcio fa piacere rivedere un ottimo film di genere che parla a trecentosessantagradi del calcio e del suo mondo. Il maledetto United è, insieme a Rush di Ron Howard, forse il miglior film sportivo dai tempi di Momenti di Gloria, di sicuro il migliore sul calcio, e non è certo un caso che sia stato prodotto e realizzato in Inghilterra, patria del football e 'culla' di milioni di appassionati. La storia che si racconta è quella di un'autentica 'leggenda' del calcio inglese, tale Brian Clough, nome che forse dirà poco ai ragazzi e ai tifosi di casa nostra, ma che certo non può passare inosservato da coloro che cominciano ad avere qualche capello grigio...
Brian Clough è stato il più grande allenatore inglese di tutti i tempi, capace di compiere autentici miracoli sportivi alla guida di squadre di provincia: si vedano i due scudetti vinti alla guida del Derby County (il primo addirittura da neo promosso) e, soprattutto, le due Coppe dei Campioni consecutive vinte col Nottingham Forest, fino allora anonima squadretta di un'anomima cittadina famosa solo per le gesta di Robin Hood. Ricordiamo che il Nottingham Forest detiene ancora oggi un record invidiabile: è l'unica squadra in Europa che è riuscita a vincere più Coppe dei Campioni che titoli nazionali, sarebbe come se oggi in Italia il Chievo vincesse due volte di seguito la Champions League. Roba da urlo, insomma.
Il Maledetto United però non è l'apologia di Clough, come verrebbe logico pensare. Non è una piatta biografia dei suoi successi, anzi. Il film racconta (ed è questo l'aspetto 'intrigante') dell'unico insuccesso in carriera del grande allenatore, l'unico suo vero fallimento, vale a dire i 44 giorni trascorsi alla guida del Leeds United, squadra che all'inizio della carriera fu la sua autentica ossessione nonchè acerrima rivale. Clough nutriva un irrefrenabile 'odio' sportivo verso i giocatori e dirigenti del Leeds, colpevoli (a suo dire) di vincere i tornei con un gioco violento, intimidatorio e antisportivo, pur non avendone alcun bisogno (essendo appunto il Leeds la squadra oggettivamente più forte dell'epoca). Dopo i trionfi con il Derby County, Clough accettò di allenare proprio i 'nemici' di sempre, convinto di poter dare una sua 'impronta' personale anche nella tana del lupo, mal consigliato dal suo ego smisurato e dall'inguaribile fiducia in se stesso.
Ma i calciatori del Leeds, ancora troppo ancorati alla precedente guida tecnica e troppo prevenuti nei confronti di Clough, gli voltarono subito le spalle, rendendogli la vita d'inferno in quel mese e mezzo scarso di traumatica convivenza. E questo è proprio il tema centrale del film: il rapporto tra l'uomo-Clough, la sua ambizione, le sue debolezze, il suo rapporto con gli altri e la sua ossessione verso la perfezione che lo portarono, inevitabilmente, verso il fallimento e la solitudine. La bellezza della pellicola sta nel descrivere i passaggi di questo conflitto interiore attraverso un sapiente gioco di flashback e immagini di repertorio, nonchè della splendida ricostruzione della 'vita da spogliatoio', che pochissime volte abbiamo visto in un film 'calcistico'. Il regista Tom Hooper entra letteralmente e con grande realismo nelle viscere dello stadio, nelle stanze dei giocatori, dietro quelle porte da sempre 'sacralmente' precluse a noi spettatori. E qui ci sembra di annusare il sudore degli atleti, del fango attaccato ai tacchetti, dell'adrenalina che si sprigiona prima, durante e dopo la partita.
La statua in onore a Brian Clough, a Nottingham |
Il maledetto United ci fa tornare indietro nel tempo, ad un calcio genuino, fisico, 'epico' e cultore dei massimi valori dello sport. Merito di una sceneggiatura di ferro (inconsueta per un film del genere e scritta da Peter Morgan, che in seguito curerà anche lo script di Rush), di tutta la troupe di scenografi, costumisti, addetti al suono, fotografi, montatori e, ovviamente, del suo grande protagonista: il bravissimo Michael Sheen, semplicemente perfetto nell'interpretare un allenatore che più di un tecnico ha accostato alla figura di Josè Mourinho. Ma forse sarebbe meglio dire che è stato l'allenatore lusitano ad aver preso molto da Clough...
Difficile dire perchè un film così bello e 'appassionato' non abbia trovato alcuna distribuzione da noi, uscendo direttamente in dvd. Forse perchè lo si è frettolosamente rubricato come un titolo 'solo per appassionati', ma garantisco che anche chi capisce poco di calcio troverà in questa pellicola buoni spunti di interesse: un ottimo antidoto per disintossicarsi dalla sbornia pallonara di questi giorni...
Un film meraviglioso, concordo nel dire che probabilmente è il migliore sul calcio di sempre.
RispondiEliminaNon aggiungo altro alla tua recensione come al solito perfetta, completissima.
Ma la scena di lui che sente le grida in quella stanza "sotto" lo stadio, ne vogliamo parlare?
Che bellezza
Parliamone! :)
EliminaSì, scena meravigliosa... ricorda molto quella di 'Momenti di gloria', quando il vecchio allenatore, chiuso nella sua stanza d'albergo, capisce che il suo allievo ha vinto la medaglia d'oro dalle urla che provengono in lontananza dallo stadio. Emozioni fortissime.
Bellissimo film, forse il migliore sul calcio mai realizzato.
RispondiEliminaAzzeccata l'idea di recuperarlo in odor di Mondiali! ;)
Grazie! Sì, in effetti è proprio il momento giusto per ricordarlo e rivederlo...
EliminaCi avrei scommesso che per i mondiali avresti postato questo film! Ottimissima scelta, non c'è che dire.
RispondiEliminaMa poi l'hai vista la statua di Clough?
Un saluto
Mauro
Ciao Mauro, ma certo che l'ho vista! Sono stato tre volte a Nottingham negli ultimi anni (non per Clough, ma perchè ci vive una persona a me molto cara) e non ho potuto fare a meno di 'salutare' il vecchio Brian... :)
EliminaCome hai scritto giustamente, sembra di sentire la puzza degli spogliatoi e il rumore dei tacchetti. Gran film, non a caso inglese. Ma sabato prossimo vinciamo noi!
RispondiEliminaSperiamo... :)
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