C'è del genio in Danimarca: la notte degli European Film Awards (EFA), vale a dire gli Oscar europei, incorona due registi del piccolo ma vitalissimo paese scandinavo. Certo il prestigio di questi premi non è proprio lo stesso di quelli hollywoodiani (anche perchè va detto che gli organizzatori, forse in nome di uno 'snobismo' di fondo tipicamente europeo, non è che si danno molto da fare per la loro promozione), ma indubbiamente per i danesi è motivo di grande e legittimo orgoglio. Soprattutto per una nazione che, a livello di risorse finanziare e artistiche a disposizione, non può certo paragonarsi con le 'potenze' cinefile del vecchio continente (Italia, Francia, Spagna e Germania su tutte).
A Berlino vince dunque Melancholia di Lars Von Trier, che si aggiudica le statuette per il miglior film, la miglior fotografia e le migliori scene. Premio indubbiamente meritato per una pellicola potente, visionaria, disperata, ma anche rigorosa e struggente, finalmente senza gli eccessi stilistici di molte opere dello stesso regista. Von Trier si conferma anche grandissimo direttore di attrici, in questo caso le bravissime Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg.
'Melancholia', miglior film europeo |
Susanne Bier, miglior regista |
Italia a bocca asciutta, dunque. E d'altronde non avevamo molte speranze. Moretti era il nostro unico nome in gara, ma si sapeva che non avrebbe incantato i cuori dei giurati: a testimonianza dell'enorme difficoltà dei prodotti di casa nostra ad essere 'venduti' all'estero... Habemus Papam era un degno candidato, ma certo non poteva nulla di fronte ai titoli che abbiamo elencato fin qui, ben più 'strombazzati' dai media. In nome di un provincialismo di fondo tipicamente italiano.
Riconoscimenti anche ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne per la sceneggiatura de Il ragazzo con la bicicletta e al compositore Ludovic Bource per le musiche di The Artist, autentica sorpresa della stagione. Ma di questo piccolo film francese, girato in b/n e addirittura muto (!) ne riparleremo prestissimo...
ma ehi! "C'è del genio in Danimarca" è l'incipit di tutte le mie rece su Lars! :DDD
RispondiEliminabe', mi fa solo piacere del premio che ha ricevuto Melancholia.
Scusa Roby...
RispondiEliminaIn effetti mi è venuta fin troppo facile la battuta! Non ti 'plagio' più, promesso!! :-)
Dai, perdonami: per una volta che anch'io sono d'accordo su Von Trier !!! ;-)
ah ecco... ahah! si scherza ovviamente... :)
RispondiEliminain effetti è una battuta che vien facile, anche se riguardo a Lars non a tutti, per cui appunto, come puoi immaginare, mi ha dato grande piacere.
grazie per il blog Kevin, sempre un piacere leggerti.
Concordo sul provincialismo del cinema italiano, ho amato tantissimo Habemus papam, ma qualcuno, oltre noi, poteva capirlo?
RispondiEliminaE' un pò il problema di base dei film italiani quello di essere molto autoreferenziali e, quindi, difficilmente esportabili. Non concordo invece sui premi. Onestamente Melancholia come film non mi è piaciuto molto, l'ho trovato perfino noioso. Certo il premio per la fotografia è meritato, mentre per gli altri non dono d'accordo. Invece, a mio avviso, "Il discorso del Re" è un film bellissimo e gli Oscar sono stati vinti con merito.
RispondiEliminaComunque è anche questo il bello del cinema: poter discutere e avere gusti diversi.
Saluti
premio sacrosante, melancholia è il miglior film europeo degli ultimi tempi, poco da fare.
RispondiEliminamiglior regia alla bier invece mi sembra decisamente scandaloso. il suo film non mi è neanche dispiaciuto del tutto, però la regia non mi era sembrata così memorabile..
per l'italia mi è sembrata un'annata decisamente magra quindi non si poteva pretendere di più..
(premio sacrosanto)
RispondiElimina@ Antonella: penso di sì, cara Antonella. 'Habemus papam' è un film che può funzionare anche fuori Italia, a patto che venga promosso e distribuito in maniera intelligente. Ma chi lo fa nel ns paese? Quando un nostro film ottiene successo all'estero nove volte su dieci è per puro caso: l'anno scorso 'Io sono l'amore' di Guadagnino ha sfiorato l'Oscar, incassando un sacco di soldi negli USA. Qui da noi non l'ha visto nessuno... è tutto dire!
RispondiElimina@ Luigi: Sui premi non mi esprimo, è questione di gusti. Però hai ragione, i film italiani sono (troppo) spesso autoreferenziali e non esportabili: già oltre la frontiera di Chiasso non si riescono a vedere. L'unico nostro regista di respiro 'internazionale' è Paolo Sorrentino, ma scommetti che molti diranno che col suo ultimo film ha 'esagerato'? Secondo me è fin troppo 'americano' anche per il resto d'Europa...
@ Marco: gusti a parte, 'In un mondo migliore' e 'Melancholia' sono comunque due film 'universali', che funzionano bene a tutte le latitudini, e che come logica conseguenza ottengono riconoscimenti. A differenza dei film italiani. E si ritorna al discorso di prima...