Cannes incorona di nuovo
Michael Haneke, ma per noi italiani gli applausi sono tutti per
Matteo Garrone: il suo
Reality conquista il prestigioso
Grand Prix, ovvero la '
medaglia d'argento' del concorso, a quattro anni di distanza da
Gomorra. Per il cineasta romano è la definitiva consacrazione nell'Olimpo degli Autori con la 'A' maiuscola, ottenuta oltretutto con un film rischiosissimo e surreale, che unisce commedia e dramma, sentimento e sarcasmo feroce: la storia del pescivendolo napoletano disposto a vendere l'anima al diavolo pur di partecipare al
Grande Fratello era di per sè una grande scommessa, felicemente vinta.
Garrone promette uno spaccato feroce e grottesco della televisione italiana, e noi moriamo dalla voglia di vederlo. Non stiamo adesso a disquisire sull'annoso (e palloso) tema dell'ennesima '
rinascita' del cinema italiano, è un argomento che come sapete non ci appassiona. Però va pur detto che dopo il trionfo dei
Taviani alla
Berlinale questo è un altro riconoscimento importante alla nostra produzione. E qualcosa vorrà pur dire.
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Michael Haneke (al centro) e il cast di 'Amour' |
Vince
Haneke, dicevamo, e questa invece non è certo una sorpresa: come (fin troppo) annunciato dai 'rumors' provenienti dagli addetti ai lavori, il regista austriaco si porta a casa la
65. Palma d'Oro, la seconda personale dopo quella vinta tre anni fa con
Il nastro bianco. Il suo nuovo film si chiama semplicemente
Amour, e racconta la struggente storia d'amore tra una coppia di insegnanti di musica ultra-ottantenni, messa a dura prova dalla malattia che colpisce la moglie. Canovaccio come si vede non certo originale, ma pare che le interpretazioni di
Jean-Louis Trintignant ed
Emmanuelle Riva valgano da sole il prezzo del biglietto. Vedremo. Certo resta la curiosità di vedere come un regista solitamente 'agghiacciante' e torbido come
Haneke si sia cimentato in una vicenda sentimentale. Anche se, c'è da scommetterci, conoscendolo difficilmente ci sarà il lieto fine...
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Ken Loach |
Per il resto, pochi 'scossoni' anche per quanto riguarda gli altri premi: come si evince leggendo il palmarès, infatti, mai come quest'anno si è voluto premiare l' '
usato sicuro': quasi tutti i vincitori sono personaggi già premiati in passato, a testimonianza di una certo conformismo di fondo (malgrado la '
mina vagante'
Moretti presidente di giuria) e, probabilmente, di una qualità artistica complessivamente non eccelsa. Ed allora, ecco che il
Premio della Giuria va al 'vecchio'
Ken Loach con il suo
The angel's share, mentre la miglior sceneggiatura è quella del romeno
Christian Mungiu (quello di
4 mesi, 3 settimane, 2 giorni) in gara con
Beyond the hills, film che vede premiate ex-aequo anche le due attrici principali,
Cosmina Stratan e
Cristina Flutur. Miglior attore in gara è invece il danese
Mads Mikkelsen, interprete de
La caccia, film di
Thomas Vinterberg, ex allievo di
Lars Von Trier (la piccola
Danimarca, quindi, continua a mietere successi).
Premio per la miglior regia, invece, al messicano Carlos Reygadas per
Post tenebras lux.
Anch'io sono contentissima x il premio a Matteo Garrone, sono certa che è meritato e nn vedo l'ora di vedere il film, l'argomento è molto interessante
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