(id.)
di Xavier Giannoli (Francia, 2012)
con Kad Merad, Cécile de France
VOTO: **
Un uomo qualunque una mattina si ritrova improvvisamente famoso, senza alcun motivo e all'insaputa di tutti (lui compreso). Il suo calvario inizia durante il viaggio in metropolitana per andare a lavoro: i passeggeri lo riconoscono, lo abbracciano, lo fotografano, vogliono l'autografo. Il tizio, ovviamente in preda al panico, fugge a gambe levate da quello che sembra a tutti gli effetti un incubo, ma ormai tutto il mondo lo insegue e nel giro di poche ore eccolo, ancora attonito, ospite d'onore nel talk-show più famoso della televisione...
Lo so cosa state pensando, d'altronde è impossibile non tenerne conto: questa storia l'abbiamo già sentita non più di qualche mese fa... e infatti, per un incredibile scherzo del destino, Superstar ha praticamente lo stesso identico antefatto dell'episodio che ha come protagonista Roberto Benigni in To Rome with love: si tratta ovviamente di una coincidenza, in quanto il regista Xavier Giannoli aveva iniziato a lavorare a questa pellicola addirittura nel 2009, quindi ben prima che Woody Allen girasse il suo film, ma certo la somiglianza tra i due lavori è impressionante. Anche se, è bene dirlo subito, nessuno dei due ci fa gran bella figura.
Se infatti ci erano cascate le braccia nel vedere un grande attore come Benigni sotto-utilizzato nel mediocre episodio alleniano, va detto che nemmeno Superstar può considerarsi un film riuscito, per un motivo molto semplice: in pratica, dopo l'incipit che vi ho appena raccontato (corrispondente più o meno a una ventina di minuti di pellicola) la sceneggiatura s'insabbia subito, non sapendo più dove andare a parare e trascinandosi stancamente per un'altra oretta senza più alcun guizzo: il messaggio del film infatti è scontato (nella società di oggi, ormai senza nè miti nè ideali, la 'normalità' è la caratteristica più sconvolgente dell'essere umano) e purtroppo lo anche la trama, telefonatissima fino alla fine.
Peccato, perchè messa in mano ad una mente un po' più brillante questa storia poteva avere ben altri risvolti: stiamo pensando, ad esempio, a cosa avrebbe potuto farne uno come Matteo Garrone, che tra poco (guardacaso) sarà nelle nostre sale con il suo Reality, atroce e corrosiva presa in giro dello star-system mediatico, dalla quale ovviamente ci attendiamo tantissimo. Per Superstar, invece, credo che nessuno sprecherà molto inchiostro, andando ad arricchire l'infinito elenco delle occasioni perdute.
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