giovedì 15 novembre 2012

ARGO

(id.)
di Ben Affleck (USA, 2012)
con Ben Affleck, John Goodman, Bryan Cranston, Alan Arkin
VOTO: ****/5

Ben Affleck mi sta sempre più simpatico! E' il classico americano wasp: monoespressivo, mascella prominente, lampadato e col fisico scolpito... uno così non lo faresti recitare nemmeno in una recita scolastica per beneficenza, figuriamoci poi se cammuffato con capelli lunghi stile anni '70 e barba e baffi posticci per sembrare ispanico: una caricatura! Eppure lui ti riesce a stupire lo stesso, non solo per l'umiltà con cui si sforza di apparire credibile come attore (e ce ne vuole!), ma soprattutto per la disinvoltura con cui passa dietro la macchina da presa dimostrando di essere un regista coi controfiocchi! Lo aveva già fatto in passato con il bellissimo Gone baby gone e col più convenzionale The Town. E adesso, possiamo dirlo, con Argo supera brillantemente il suo esame di laurea (quello del terzo film, il più difficile).

Argo è un film hollywoodiano fino al midollo, nell'accezione più positiva del termine: è spettacolare, avvincente, forse 'esagerato', di sicuro molto godibile. E' la classica 'americanata' (anche qui in senso buono) che farà imbestialire tutti coloro che odiano il mainstream a stelle e strisce e non vogliono ammettere che anche il cinema commerciale, quando è ben fatto, può raggiungere livelli di assolutà qualità. In questo caso, poi, non possono nemmeno appellarsi all'inverosimilità della storia poichè... beh, come solo in America succede, questa storia è talmente incredibile da essere vera. E vale la pena di essere raccontata!

Ben Affleck versione 'anni '70'
I fatti: nel 1979 l'esercito rivoluzionario iraniano irrompe con la forza nei locali dell'ambasciata statunitense a Teheran. Ad accompagnare i guerriglieri c'è una folla esagitata che vuole a tutti i costi la riconsegna dello Scià, ovvero del feroce dittatore che fino a pochi giorni prima aveva governato il paese con il pugno di ferro (e con la silenziosa complicità degli Stati Uniti). Ma lo Scià non si trova più nell'ambasciata, è già al sicuro da tempo in un ospedale americano. In mancanza di meglio, i soldati imprigionano e prendono in ostaggio una sessantina di diplomatici. Succede però che sei di loro, i più vicini ad un'uscita secondaria, riescono a scappare e a rifugiarsi clandestinamente nella sede dell'ambasciata canadese, distante poche centinaia di metri. Sono per il momento al sicuro, ma adesso si pone il problema della loro liberazione: come farli rientrare in patria eludendo la sorveglianza della guardia rivoluzionaria?

Per un impresa apparentemente impossibile ci vorrebbe una soluzione altrettanto impossibile... si vagliano le ipotesi più disparate (e disperate) ma nessuna pare praticabile. Finchè alla fine uno degli agenti della Cia più 'esperti' in materia, l'ispanico Tony Mendez, ha un'idea tanto folle quanto geniale: fingere di girare un kolossal hollywoodiano di fantascienza, imbastendo una vera casa di produzione, basandosi su una vera sceneggiatura (scelta tra le tante scartate dagli studios perchè troppo trash), con veri attori e una vera troupe. Ovviamente la produzione batterà bandiera canadese (!) e si recherà a Teheran per... fare sopralluoghi! E a quel punto i sei diplomatici dovranno imparare in poco più di 48 ore a diventare attori, l'unica loro 'copertura' possibile...

E qui sta il bello di Argo: a modo suo, Affleck celebra Hollywood in tutti i suoi aspetti: come fabbrica dei sogni e come luogo in cui tutto diventa possibile, a dimostrazione che il cinema può davvero cambiare la vita delle persone. E ci piace pensare che Affleck l'anno scorso abbia visto e preso spunto sia da The Artist che Hugo Cabret, due film che celebravano la potenza e la suggestione delle immagini, ma realizzati ben distanti dai capannoni losangelini. Ecco, noi crediamo che Argo sia la risposta in grande stile della vecchia Hollywood, quella che è ancora capace di fare intrattenimento intelligente e spettacolare, come ai tempi d'oro... Argo è la storia di un film mai realizzato, eppure più vero della finzione. E merita applausi a scena aperta: specialmente nel finale, quando sebbene tutti gli spettatori sappiano come va a finire, il ritmo e la tensione della pellicola li tengono incollati alla poltrona. Pura e sana suspance hollywoodiana! Menzione speciale ai sei attori che intepretano i 'fuggitivi', nonchè alla 'strana coppia' composta da John Goodman e Alan Arkin, nei panni rispettivamente di un geniale 'mago' del make-up e di un cinico produttore in pensione: le loro battute sono musica per le nostre orecchie!

13 commenti:

  1. Concordo: molto Classico nello stile hollywoodiano, funziona alla grandissima.
    Bravo, bravo Ben!

    RispondiElimina
  2. Davvero un ottimo film, che riesce a mischiare tensione ed ironia come pochi altri.

    RispondiElimina
  3. un grandissimo film, sempre più conferme per Ben regista. Daje tutta

    RispondiElimina
  4. anche io mi unisco al coro e se Affleck si confermerà così bravo come attore anche in futuro non resterà che cospargermi il capo di cenere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao bradipo! Come ho scritto anche dalle tue parti, onestamente non vedo grandi progressi nell' Affleck attore: qui è più dignitoso che efficace... molto, molto meglio DIETRO la macchina da presa! :-)

      Elimina
  5. Opinioni tutte positive dunque per questo film! Un vero plebiscito, nessuna voce fuori
    dal coro. E bravo Ben Affleck, quindi! Un'impresa così non capita tutti i giorni: mettere tutti d'accordo è quasi impossibile. Ma questa è la Hollywood migliore, che si rimbocca le maniche e riesce ancora a fare film di qualità. Anche perchè in questo film celebra se stessa, e la sua capacità di STUPIRE !

    RispondiElimina
  6. Naturalmente qui i signori della Cia sono dei benefattori che operano per il bene di tutti :-8 apparte questo però non posso negare che il film funziona. Un po' di sana propaganda per Obama non guasta mai, di questi tempi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh eh... in effetti il film è uscito in America a poche settimane dal voto. Sarà un caso? :-) Comunque, almeno per quanto mi (ci) riguarda, se ha contribuito anche per un millesimo percentuale alla vittoria di Obama non posso che esserne contento! Sul fatto, poi, che la Cia qui sembri un'associazione 'umanitaria' posso anche essere d'accordo con te: ma, sinceramente, non mi sembra che sia poi così importante. A mio avviso lo scopo della pellicola è un altro, vale a dire dimostrare che Hollywood è ancora in grado di fabbricare sogni e inventarsi storie folli e geniali.... anche se a volte lo scopo è ben più serio di un semplice spettacolo d'intrattenimento!

      Elimina
  7. Un film davvero bellissimo anche se concordo, Affleck come attore non sarà mai tra i miei preferiti.
    Adesso recupero anche Gone Baby Gone, che non ho mai visto.. e aspetto ovviamente il suo prossimo film da regista!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 'Gone baby gone' è un film molto profondo e toccante. All'epoca stupì, proprio per la regia del nostro 'bisteccone'. E ora che siamo arrivati al terzo film, è giusto dare a Affleck quello che è di Affleck, ovvero (almeno) non stupirsi più. Ci sa fare, è dimostrato. E se facesse solo il regista sarebbe anche meglio... :-)

      Elimina
  8. Lo vado a vedere stasera. Poi... ne parliamo a voce!

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...