regia: Morten Tyldum (Usa, 2016)
cast: Chris Pratt, Jennifer Lawrence, Michael Sheen, Laurence Fishburne, Andy Garcia
sceneggiatura: Jon Spaihts
fotografia: Rodrigo Prieto
scenografia: Guy Hendrix Dias
montaggio: Maryann Brandon
musica: Thomas Newman
durata: 116 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
trama: Sono passati trent'anni dal decollo della nave spaziale Aurora, in rotta verso il pianeta Homestead II con a bordo cinquemila esseri umani ibernati: mancano ancora novant'anni all'arrivo a destinazione ma un guasto tecnico "risveglia" prima del previsto il passeggero Jim Preston, che si rende subito conto di essere l'unico viaggiatore sveglio su tutta la nave. Sconvolto per il fatto di dover trascorrere il resto della sua vita da solo in mezzo allo spazio, Preston (dopo aver tentato il suicidio) decide di "svegliare" un altro passeggero, la scrittrice Aurora Lane, condannando anch'essa alla permanenza forzata sull'astronave.
L'idea che sta alla base di Passengers ruota intorno a un concetto interessante: la natura dell'uomo come "animale sociale", incapace di affrontare la solitudine e bisognoso di relazione (non necessariamente sentimentale: il film, a dispetto delle attese, almeno all'inizio è tutt'altro che "romantico", concentrandosi piuttosto sulle difficoltà di adattamento di Jim - Chris Pratt - che pur di non impazzire cerca il dialogo perfino con il robot-barman arrivando quasi a dimenticare la sua natura meccanica). Poi, quando invece entra "forzatamente" in scena Aurora (Jennifer Lawrence), il discorso cambia, mettendoci davanti a un dilemma pericoloso: l'istinto primordiale di volere qualcuno accanto a noi può costringerci a compiere qualsiasi bassezza pur di trovare una compagna? E quando l'amore, anche se sincero, si trasforma in egoismo e prevaricazione?
Domande a cui, purtroppo, il film di Tyldum si rifiuta di rispondere dopo avercelo fatto credere... e ciò rende la delusione ancora più grande. Dopo, infatti, una prima parte innegabilmente affascinante e volutamente claustrofobica (le pareti dell'astronave come allegoria della difficoltà di relazione con gli altri), Passengers subisce nella sua seconda metà una metamorfosi in action-movie abbandonando ogni pretesa filosofica per abbracciare un pubblico da blockbuster il quale, legittimamente (dal proprio punto di vista) pretende una svolta in chiave romantica della storia. Cosa che puntualmente accade.
Ciononostante, almeno fino a 3/4 di durata il film riesce ancora a stare in piedi pur restando sospeso a metà strada tra una pellicola ultra-commerciale e una con ambizioni artistico-filosofiche, in una messinscena ibrida ma comunque intrigante (le spettacolari scene girate all'esterno della nave ricordano molto quelle di Gravity, e sono efficacissime nel trasmettere tensione e adrenalina allo spettatore), Peccato però che tutto il castello di carte naufraghi clamorosamente nell'ultima parte del film, dove il prezzo da pagare allo star-system è davvero altissimo e insensato: la mezz'ora finale è un concentrato di situazioni assurde e totalmente campate in aria, che sfociano più di una volta nel ridicolo involontario (la scena della "resurrezione" di Jim è di una comicità imbarazzante), rendendo indifendibile una pellicola fino a quel momento più che discreta...
E nemmeno le prestazioni della coppia di attori protagonisti riesce a fornire valore aggiunto al film: se infatti Chris Pratt è legnoso e inespressivo come al solito, ben di più ci si aspetterebbe dalla bellissima Jennifer Lawrence, la quale però recita con il pilota automatico e si limita a incassare il lauto cachet. Finisce che il migliore risulta essere così il bravo Martin Sheen, che pur recitando sempre a "mezzobusto" è l'unico che sembra metterci un po' d'anima (il che, per un robot, è davvero tutto dire...)
Veramente imbarazzante, soprattutto nel finale.
RispondiEliminaSheen bravissimo, non mi esprimo sulla coppia - che già di per sé trovo molto sopravvalutata.
Purtroppo sì, la mezz'ora finale (e il finale stesso) è davvero ridicolo. E Sheen da solo non basta a salvare la baracca...
Eliminaconcordo, una palese boiata! Io poi mi sono arresa molto prima di te, secondo me regge poco anche la prima parte, molto banale. ;)
RispondiEliminaA me la prima parte non è dispiaciuta anche se, in verità, più PER i temi che tratta che per COME li tratta. Ma almeno ci sono spunti interessanti (quelli che ho scritto nella recensione). Peccato che poi, purtroppo, dalla seconda metà in poi diventa un film davvero imbarazzante.
Eliminasì, il tema sarebbe interessato anche a me, una sorta di cast away. ma non ho sperato nemmeno all'inizio che volesse approfondirlo, si capiva :( un vero peccato proprio!
EliminaMartin Sheen a quanto pare lascerà la recitazione per la politica, e forse ha fatto questo film per convincersi di aver fatto la scelta giusta, ahahah! Scherzi a parte (ma il rumours di Sheen pare vero), peccato, sembrava una pellicola interessante!
RispondiEliminaNon sapevo della passione politica di Sheen... certo il cinema perderebbe un bel personaggio!
EliminaPeccato! Con questi attori come si può sbagliare?
RispondiEliminaNe leggo male un po' ovunque.
Si può, purtroppo, quando regia e produzione si "svendono" alle leggi del mercato: si vede lontano un miglio che la Lawrence qui non è affatto concentrata sul suo personaggio... si è tappata il naso ed ha intascato il lauto cachet. Niente di nuovo.
EliminaE invece io non ne ho parlato male.
EliminaTipico blockbuster poco incisivo nonostante cast e potenzialità.
RispondiEliminaMa almeno innocuo.
E molto bravo Sheen.
Vero, perlomeno è innocuo: si è visto ben peggio... però il rammarico resta, perchè con un cast del genere, una sceneggiatura del genere e un regista che ha dimostrato in passato di saperci fare era lecito aspettarsi molto di più.
Eliminap.s. nota bene, si sta parlando dell'aspetto artistico perchè dal punto di vista degli incassi il film sta andando più che bene!
Come banalizzare un soggetto potenzialmente bellissimo: tra l'altro Tyldum mi era piaciuto parecchio in The Imitation Game, solo che non si era ancora svenduto a Hollywood. Va detto che probabilmente gli hanno imposto anche gli attori, totalmente inespressivi e fuori parte
RispondiEliminaGli attori sono stati sicuramente imposti dalla produzione. Ma, ripeto, la loro scarsa "verve" è da ricondursi (almeno per la Lawrence) alla pochezza del progetto. Certo, per lo spettatore poco cambia.
EliminaMenomale che c'è Jennifer, no?
RispondiEliminaSi fa per ridere... buonanotte!
Mauro
Eh sì, Mauro... giusto per rifarsi gli occhi!
EliminaBuonanotte anche a te!
Io, invece, ammetto che dopo i primi dieci minuti mi ero quasi ricreduto e speravo in un film molto diverso... purtroppo però le premesse non sono state mantenute. E' il prezzo da pagare all'industria.
RispondiEliminaUn bacio in diretta, Sauro!! <3
RispondiElimina<3 <3 <3
EliminaIo invece l'ho visto come un Titanic 3.0 e, tralasciando le ingenuità e le imperfezioni sia narrative che "scientifiche" l'ho apprezzato. Una volta tanto mi sono abbandonato al romanticismo...
RispondiEliminaIl problema, secondo me, è che il romanticismo (che ci sta anche bene) viene fuori solo nella seconda parte nella maniera più ridicola possibile...
EliminaScusate ma il robot non era Michael Sheen...?
RispondiEliminaSì, infatti...
EliminaE invece a me è piaciuto e anche un sacco ^^
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