sabato 17 giugno 2023

IN MEMORIA DI FRANCESCO NUTI


Ci sono giorni nella vita in cui ti senti davvero un verme. Sono più o meno una quindicina d'anni che sto sui social, quasi altrettanti da quando ho aperto questo blog, e mi rendo conto solo ora di non aver MAI, dico MAI scritto mezza riga su Francesco Nuti. Sono incazzato nero, perchè solo ora mi rendo conto di essere uguale a tutti quelli che, guarda caso, da una quindicina d'anni a questa parte si sono completamente dimenticati di Nuti e lo hanno fatto deliberatamente, quasi fosse un personaggio di cui bisognasse solo avere pietà, una pietà ipocrita, compassionevole, finta, verso un uomo (prima che un artista) che è stato ripudiato da tutti (dal cosiddetto "sistema") quasi fosse un criminale, uno di cui avere vergogna. E invece adesso sono io che mi vergogno di questo ostracismo ingiusto verso una persona la cui unica colpa era quella di essere allo stesso tempo geniale, ambiziosa, consapevole del suo estro ma anche clamorosamente fragile e instabile. Fin troppo, purtroppo. 


Francesco Nuti era quasi coetaneo di Roberto Benigni e, ironia della sorte, erano praticamente vicini di casa: Nuti è cresciuto a Narnali, Benigni a Vergaio. Due frazioni di Prato distanti in linea d'aria non più di un paio di chilometri. E Nuti e Benigni hanno rappresentato negli anni '80 e '90, con la loro orgogliosa toscanità, due dei talenti più puri e cristallini dello spettacolo italiano. Ma se Roberto aveva una comicità ruspante, caustica, sfrontata, irriverente, Francesco era malinconico, romantico, dolente, sognatore... era facile innamorarsi di lui, e infatti era sempre circondato da donne bellissime, che lo adoravano prima come uomo che come artista. Almeno fino a quel maledetto 1994, l'inizio della fine, ovvero l'anno in cui uscì OcchioPinocchio, il suo film più megalomane e sfortunato e che decretò la sua morte artistica. E tutto quello che sarebbe accaduto dopo.

Da allora infatti solo dolore, insuccessi, sofferenza atroce e tanta jella. Abbandonato, dimenticato da tutti e sfigato fino all'ultimo giorno. Gli è toccato andarsene lo stesso giorno che è morto Silvio Berlusconi, così da essere rimosso dagli onori delle cronache perfino nel giorno della sua dipartita.


Eppure era un grande, Francesco. I suoi primi film da attore (Madonna che silenzio c'è stasera, Io, Chiara e lo Scuro, Son contento) denotavano già un talento cristallino, stralunato, fatto di poesia e minimalismo, una recitazione delicata e surreale che lo facevano risaltare in un'epoca già clamorosamente prodigiosa per la commedia all'italiana (non c'era solo Benigni, ma anche Verdone e Troisi, giusto per fare due nomi, e tutti più o meno coetanei). Ma solo dopo essere passato (anche) dietro la macchina da presa Nuti costruirà i suoi capolavori: Tutta colpa del Paradiso, Stregati, Caruso Pascoski, Willy Signori... autentiche pietre miliari della comicità, che gli regalarono una notorietà clamorosa, forse eccessiva per un carattere timido e malinconico come il suo. Fino, appunto, al tragico spartiacque di OcchioPinocchio: Nuti lo girò in America, contro il volere del produttore Mario Cecchi Gori, facendo lievitare i costi di produzione fino alla cifra folle per i tempi di quasi 30 miliardi di lire. Ne incassò appena 5, fu stroncato da pubblico e critica e finì per diventare uno dei più grandi flop della storia del cinema italiano.


Nuti non si riprese più. Il divorzio (burrascoso) con Cecchi Gori fu inevitabile. Il "sistema" gli si rovesciò contro: divenne un reietto, fu ghettizzato, emarginato dai salotti che contano. Girò altri tre film (Il Signor Quindicipalle, Io amo Andrea, Caruso zero in condotta), che però non erano nemmeno paragonabili a quelli dei tempi d'oro. Cominciò a bere e a dissipare soldi e talento (anche - si dice - a causa di una forte delusione amorosa) fino all'incidente del 2006: una caduta dalle scale, da solo, ubriaco fradicio, e i conseguenti danni neurologici che lo hanno accompagnato fino alla morte, a soli 68 anni.

Oggi di Francesco Nuti rimangono solo i ricordi e qualche sbiadito filmato su YouTube. Le tv non trasmettono mai i suoi film. Le piattaforme, vergognosamente, lo ignorano (Netflix non ha alcuna sua opera in catalogo, su Prime si trova solo A ovest di Paperino). Per questo mi pareva doveroso rendergli un tardivo, insufficiente, pavido omaggio, per ricordare un uomo sfortunato e bellissimo, geniale e schivo, che ha scritto la storia del cinema comico italiano (e non solo) e che merita un ricordo. Anche su un piccolissimo, insignificante blog di cinema come questo.
 

Di Francesco hanno parlato anche: SamSimon e Arwen : evviva i blogger "resistenti"... grazie ragazzi!!


20 commenti:

  1. Una storia quasi identica a Michael Cimino, bisognerà dedicargli un po' di spazio, io forse riguarderò willy wignori e vengo da lontano, che è uno dei suoi film che ho visto quando ero piccola, si potrebbe sembrare ipocrita ma non lo è, vediamo che succede ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non è ipocrisia. Scherzi? Trovo che sia doveroso, nel nostro piccolo, omaggiare un artista così grande...

      Elimina
    2. Bravo Sauro , non è mai troppo tardi

      Elimina
  2. Willy Signori e vengo da lontano, scusa, a volte la tastiera si impiastriccia tutta xD

    RispondiElimina
  3. Una storia proprio brutta la sua, a dimostrazione che ognuno famoso o non famoso può avere i propri demoni e non è mai facile schiacciarli. Era un grande attore, la sua scomparsa mi ha molto addolorato.
    Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sei il solo, Mauro. Anche a te grazie per aver dedicato due righe a Francesco Nuti. Credo che nessun cinefilo non possa non essere addolorato da questa triste sorte.

      Elimina
  4. intanto:piccolo ,può darsi,ma per niente insignificante,il tuo blog parla di cinema in maniera indispensabile ,per scelte e per toni,ti ho sempre apprezzato per questo,anche per posizioni personali verso questa miserrima realtà italiana, che mi ha trovato ,direi ,sempre,d'accordo con te,ho seguito Nuti,ho visto tutti i suoi film,ora che mi ci fai pensare:proprio tutti...compreso occhio pinocchio in una sala l'Edison,di Firenze,dove vivevo,che non esiste più,e in effetti sentivo il bisogno che si parlasse di lui come hai fatto ,egregiamente,tu! il mio giorno di lutto l'ho vissuto per lui,(non per altril)per la a mia giovinezza ,per tutti quelli che l'hanno accompagnata,e che non troppo lentamente se ne stanno andando tutti.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per questo commento, quasi commovente. Sono sempre un po' in imbarazzo davanti a certi complimenti, ma parole come le tue mi danno la spinta per andare avanti con questo piccolo blog che ormai esiste da quattordici anni (chi l'avrebbe mai detto?)
      Piuttosto, mi stupisce che sei delle mie parti... io abito a 40 km a Firenze. Conoscevo bene l'Edison e tutti i cinema del centro, che in gioventù frequentavo assiduamente. Erano davvero bei tempi...
      Grazie ancora.

      Elimina
  5. anch'io lo avevo visto nei suoi film, mi piaceva, poi ci si dimentica, purtroppo, mille grazie per averlo ricordato.

    In memoria - Giuseppe Ungaretti

    Locvizza il 30 settembre 1916

    Si chiamava
    Moammed Sceab
    Discendente
    di emiri di nomadi
    suicida
    perché non aveva più
    Patria
    Amò la Francia
    e mutò nome
    Fu Marcel
    ma non era Francese
    e non sapeva più
    vivere
    nella tenda dei suoi
    dove si ascolta la cantilena
    del Corano
    gustando un caffè
    E non sapeva
    sciogliere
    il canto
    del suo abbandono
    L’ho accompagnato
    insieme alla padrona dell’albergo
    dove abitavamo
    a Parigi
    dal numero 5 della rue des Carmes
    appassito vicolo in discesa.
    Riposa
    nel camposanto d’Ivry
    sobborgo che pare
    sempre
    in una giornata
    di una
    decomposta fiera
    E forse io solo
    so ancora
    che visse.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie davvero per questa dedica e per aver condiviso il mio post. Ho apprezzato tantissimo, e ho profonda stima per te. Adesso ancora di più.

      Elimina
  6. Nuti era una parte di me, anche se ovviamente non l'ho mai conosciuto. Ma ha saputo arrivarmi al cuore. Grazie per questo ricordo, che ne evoca altri bellissimi <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era l'obiettivo che mi proponevo di raggiungere con questo post. Sono contento che hai apprezzato. Grazie davvero.

      Elimina
  7. Ho letto con molto interesse il tuo post. Per me, purtroppo, Nuti è sempre stato un nome, un volto, un vaghissimo ricordo, soprattutto per i titoli dal sapore stravagante dei suoi film. Come sempre, in Italia, gli errori si perdonano a tutti tranne a quelli che li fanno per passione e non per calcolo (tanto da non poterli nemmeno chiamare errori), tant'è che i secondi vengono santificati, i primi cadono nel dimenticatoio. Per una "neofita" da quale film consigli di iniziare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' proprio così, purtroppo.
      Come film ti consiglio di vedere quelli girati nel suo periodo d'oro, verso la fine degli anni 80. Fondamentalmente quattro: Tutta colpa del Paradiso, Stregati, Caruso Pascoski e Willy Signori

      Elimina
  8. E' stata la mia infanzia, la mia giovinezza e le mie prime volte al cinema "da grande".Piaceva tanto anche al mio papà. E' stato bravissimo e sfortunatissimo, in vita e nel giorno della sua morte. Mi sono ritrovata a piangere in macchina mentre una radio gli dedicava il giusto tributo trasmettendo la magnifica "Sarà per te". Il tuo è un ricordo davvero molto bello.Bravo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche il tuo non scherza... nemmeno io ce la faccio a non commuovermi ascoltando "Sarà per te". Grazie per aver condiviso il ricordo. Un abbraccio!

      Elimina
  9. Doveroso omaggio ad un grande artista, bravo! Io mi impegno a recuperare qualcosa per scriverne, se lo merita. :--)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie <3
      Se puoi e riesci scrivi pure il tuo pezzo, lo posterò qui.
      Il motivo per cui ho pubblicato questo post era esclusivamente per sensibilizzare la blogsfera ad occuparsi di questo attore grande e sfortunato

      Elimina
  10. Be', segnalo che un sentito omaggio e un delicato saluto al grande Francesco Nuti lo trovate anche (scritto prima che ci lasciasse) a pag. 253, capitolo 79, del libro "Per chi fischia l'uomo nero" di Marco De Palma, edizioni Progetto Cultura. Ciao Francesco! E grazie...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te! Non conoscevo questo libro e mi fa molto piacere apprendere questa notizia.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...