sabato 8 giugno 2024

IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE



titolo originale: KINGDOM OF THE PLANET OF THE APES (USA, 2024)
regia: WES BALL
sceneggiatura: JOSH FRIEDMAN
cast: OWEN TEAGUE, FREYA ALLAN, KEVIN DURAND, PETER MACON, WILLIAM H. MACY
durata: 145 minuti
giudizio: 



Trecento anni dopo la morte di Cesare, la scimmia capostipite, i primati sono ancora la specie dominante sulla Terra mentre gli uomini, ormai regrediti allo stato selvatico, sono discriminati e perseguitati. E mentre il tirannico leader Proximus si appresta ad auto-incoronarsi Re, la giovane scimmia Noa proverà a ribellarsi insieme a una donna umana senziente, Mae, nell'ennesimo tentativo di far coesistere pacificamente le due etnìe...     




E' una storia lunghissima e anche gloriosa quella de Il Pianeta delle Scimmie, fortunato franchise nato addirittura nel 1968 con l'omonimo, leggendario "cult" firmato da Franklyn J. Shaffner (con Charlton Heston protagonista) e proseguita con una lunga serie di remake e reboot fino ai giorni nostri. In questo universo temporale Il Regno del Pianeta delle Scimmie ha l'obiettivo, ambizioso, di porsi come trade union tra l'ultima trilogia portata sullo schermo (che potremo chiamare "quella di Cesare") e la nuova che si defila all'orizzonte, che potremo chiamare la storia di Noa (dal nome della protagonista "scimmiesca" interpretata da Owen Teague) e che dovrebbe, secondo i piani produttivi, portarci al ricongiungimento con i film originali degli anni '70. 

Passano i film, gli anni, gli interpreti, ma l'assunto della saga è sempre lo stesso (come del resto vuole il suo pubblico), ovvero l'eterna lotta tra uomini e scimmie, con quest'ultime in netto vantaggio dopo gli eventi che ben si conoscono e pronte a governare il mondo molto meglio degli umani che lo hanno ridotto in rovina... sono infatti passati tre secoli dalla morte del mitico Cesare (cui abbiamo assistito nel film precedente, The War) e le scimmie, seppur divise in clan, convivono pacificamente nei loro villaggi e amministrano bene il territorio, mentre gli uomini, ormai regrediti allo stato brado, si nascondono nelle foreste e sono succubi dei primati.

Ma la sete di potere, la cupidigia, l'arroganza, la presunzione di superiorità, ovvero le cause che hanno scatenato l'Apocalisse (sotto forma di un terribile virus che ha colpito la razza umana) valgono purtroppo per qualsiasi etnìa: nemmeno le scimmie infatti ne sono esenti, e Il Regno del Pianeta delle Scimmie racconta perlappunto di come i germi della tirannìa e del totalitarismo possano colpire indistintamente tutti. Ogni riferimento alla storia recente è ovviamente voluto: nessuno riesce a imparare dai propri errori e la storia si ripete sempre... così, nel nome del mitologico Cesare, uno scimmione incappucciato e violento che si fa chiamare Proximus (Kevin Durand), prendendo a pretesto gli insegnamenti del celebre antenato e interpretandoli a modo suo, sottomette al suo controllo i pacifici villaggi scimmieschi instaurando una dittatura ferrea costruita su atrocità e terrore.


Toccherà quindi a una scimmia coraggiosa e libera, Noa, ribellarsi e cercare di liberare i membri del suo clan, ormai ridotti in schiavitù. Lo farà con l'aiuto di un vecchio orango, Raka (Peter Macon), che porta avanti in solitudine la vera dottrina di Cesare, e soprattutto di una giovane umana, Mae (Freya Allan), rimasta misteriosamente indenne al virus e quindi intelligente, che però, lo si capisce subito, non ha tanto l'intenzione di liberare le scimmie dalla dittatura quanto quella di riorganizzare ciò che è rimasto della specie umana senziente e aiutarla a riprendere il controllo della Terra, rinfocolando così l'atavico conflitto tra uomini e primati... 

Il Regno del Pianeta delle Scimmie
non passerà certo alla storia del genere (e nemmeno ha l'ambizione di farlo) tuttavia è un film semplice e ben scritto, che non annoia mai nei suoi 145 minuti di lunghezza e ha il merito di non strafare, applicando a un canovaccio abbastanza collaudato (un road-movie con i "buoni" che scappano e i "cattivi" che inseguono, cui si aggiunge una ragazzina smarrita) una corretta morale di fondo e un'ideologia positiva di integrazione e fratellanza. Un film umile e rispettoso del pubblico, fortunatamente non rovinato dalla CGI (la tecnologia c'è - e le scimmie sembrano proprio "vere", non in costume - ma senza eccessi visivi e improbabili sfondi computerizzati) e con gli attori capaci comunque di dignitose performance nonostante il trucco pesante (anche se la giovanissima Freya Allan è forse fin troppo bella per interpretare una ragazza selvaggia e denutrita) 

Una pellicola che, a mio modesto parere, riesce a tenere sempre viva l'attenzione per la trama e i personaggi e soprattutto ha le dimensioni "giuste" per fare da trampolino di lancio a una nuova trilogia: non a caso è stato affidata a un regista già "collaudato" nel ruolo, Wes Ball (che già aveva diretto la saga di Maze Runner), che ha saputo costruire un primo episodio dal finale comunque aperto ma allo stesso tempo rispettoso del pubblico, senza tagliarlo con l'accetta o rimandando palesemente ai capitoli successivi. Segno, anche questo, di riguardo e intelligenza.
  

2 commenti:

  1. Prima parte decisamente noiosa. poi migliora nella seconda metà. Ma la saga ormai è stanchissima, continuarla è un accanimento terapeutico

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    1. Secondo me invece questo è un buon punto di ripartenza 😊

      p.s. a me non è parso affatto noioso, anzi. Ho fatto molta, molta più fatica con lo strombazzati "Furiosa"

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