mercoledì 30 luglio 2025

STAGIONE 2024 - 2025 : I FILM DELL' ANNO

 

Il bilancio qualitativo della stagione 2024/25 è certo meno esaltante di quella precedente, anche a causa di fattori esterni oggettivi come lo sciopero degli sceneggiatori hollywoodiani e le difficoltà produttive che affliggono sempre più il cinema d'autore... del resto, se le migliori "cose" viste quest'anno sono state (per me) due serie tv (M. Il Figlio del Secolo e Dieci Capodanni), questo la dice lunga sul valore di questa classifica. Ad ogni modo, onore al maestoso The Brutalist di Brady Corbet, epica epopea di un'America in crisi con un Adrien Brody da Oscar, e massimo rispetto anche per altre opere che affrontano temi sociali difficili come Il seme del fico sacro, Anora, 28 anni dopo e lo spiazzante Joker: Folie à Deux, per non parlare del bellissimo I Peccatori, horror sui generis che abbraccia (ruiscendoci) tutti i generi cinematografici ricavandone un pout-pourri vincente. E l'Italia? C'è anche il nostro paese in questa top-seven, con una pellicola che (volutamente) ho voluto premiare anche aldilà dei propri meriti, proprio per l'importanza del messaggio che porta...    


M: il figlio de secolo
I film sono come il vino, e le annate non sono tutte uguali: giusto un anno fa, proprio nel mio riepilogo di fine stagione, decantavo le lodi di un'annata cinematografica straordinaria, oltre ogni più rosea aspettativa, con un profluvio di "cinquestelle" (no, la politica non centra niente!) come mai si era visto su queste pagine. Quasi fisiologico, dunque, che quest'anno le cose sarebbero potute andare diversamente, come in effetti è stato. Del resto, quando alla fine di una stagione ti rendi conto che le "cose" più belle che hai visto sono due miniserie tv, nella fattispecie M. Il Figlio del Secolo di Joe Wright e la spagnola Dieci Capodanni di Rodrigo Sorogoyen, il ragionamento viene di conseguenza: per diversi motivi, vuoi per lo sciopero degli sceneggiatori hollywoodiani che ha ritardato quasi tutti i grandi progetti americani in lavorazione, vuoi per le difficoltà produttive e distributive che da tempo affliggono le cinematografie più autorali, non ultima quella nazionale, vuoi, perlappunto, per normale calo fisiologico, questa volta a differenza dell'anno passato ho fatto più fatica del solito per censire i "magnifici sette" della stagione 2024/25. 

The Brutalist
E, a proposito di serie televisive, apro un inciso giusto per dovere di spiegazione: è evidente che ormai il confine tra cinema e "serie" si è fatto sempre più labile, e tra poco molto probabilmente non esisterà più (nel senso che avremo prodotti seriali che saranno diffusi contemporaneamente sia in sala che in streaming, come del resto è già avvenuto per alcuni - penso a Esterno Notte di Bellocchio). Tuttavia, per dare un ordine logico a queste classifiche mi attengo a quella che è attualmente la "regola" comune, ovvero che per convenzione si classificano come prodotti cinematografici solo quelli che hanno avuto un passaggio, anche brevissimo, in sala. Questa è la ragione per cui le due serie sopracitate non compaiono nella mia "top 7", pur essendo PER ME a tutti gli effetti le migliori della stagione.

Anora
Per esclusione, quindi, il mio personalissimo titolo di "film dell'anno" va a The Brutalist di Brady Corbet, pellicola passata in concorso all'ultima Mostra di Venezia e protagonista anche della award season (culminata con l'Oscar per il miglior attore al suo protagonista, Adrien Brody). Intendiamoci, per me The Brutalist non è un capolavoro, non l'ho mai scritto, ma la struggente epopea dell'architetto brutalista Laszlo Toth, esule ebreo in un'America non più Terra Promessa, ha tutti i crismi per conquistare lo spettatore cinefilo: è un film smisurato (tre ore e mezza, intervallo compreso), magniloquente, epico, coraggioso, che ci riporta volutamente indietro fino agli anni '50, quando il "cinematografo" era magia pura, sorpresa, condivisione. Un film che ti fa venire voglia di cinema in sala, e di questi tempi non è poco.

Joker: Folie à Deux
Ma il tema del declino dell'impero americano (cit.) ricorre anche in altri titoli, vedi il pluri "oscarizzato" Anora di Sean Baker, divertente e struggente parabola sulla differenza di classe, una specie di Pretty Woman versione sociale che è stata la vera sorpresa dell'anno, lanciando anche una nuova star come la bellissima Mikey Madison, capace di sfilare di mano l'Oscar alla favorita Demi Moore. Oppure anche il cupo, terribile, catartico Joker: Folie à deux di Todd Phillips, spiazzante sequel musicale poco amato da pubblico e critica ma che per il sottoscritto verrà rivalutato nel tempo: opera dolorosa e tragica, in linea con il personaggio che racconta e, purtroppo, con i tempi che corrono... sarà un caso, ma è proprio dopo l'elezione di Donald Trump che sul grande schermo fioccano film così cupi e critici come quelli che ho appena citato, a cui va aggiunto anche 28 anni dopo di Danny Boyle, prodotto in Inghilterra ma il cui significato, il rapporto con il razzismo, la memoria storica, la paura del diverso, è quantomai tristemente attuale.

Il seme del fico sacro
Il cinema è bello perchè è vario, e credo che dopo quindici anni di blog abbiate imparato un po' a conoscermi: per me non esiste il cinema "adulto" e quello "frivolo", quello "commerciale" e quello "autoriale", quello con più dignità e quello con meno. Per me film come lo splendido, appassionante Il seme del fico sacro di Rasoulof, tesissima e amara rappresentazione del regime dispotico iraniano (ma adattabile a qualsiasi dittatura, religiosa e non) e lo spettacolare, visionario I Peccatori di Ryan Coogler, magnifico esempio di film commerciale e intelligente, sono esattamente sullo stesso piano: sono film diversissimi tra loro, culturalmente, socialmente, economicamente agli antipodi, eppure condividono la volontà di intrattenere chi guarda in maniera intelligente, lanciando messaggi non certo banali (per chi li sa cogliere, ovviamente).

La casa degli sguardi
Dulcis in fundo, e non solo per omaggio al cinema italiano, la mia "quota nazionale" per la stagione 2024/25 va a un'opera prima che mi ha sorpreso e colpito profondamente come mai avrei pensato: parlo de La casa degli sguardi di Luca Zingaretti, che per il suo debutto alla regia ha scelto di girare un film umile ma importante, che tocca temi difficili quali il disagio giovanile, le dipendenze e soprattutto (per me) la dignità del lavoro, con una messinscena sobria ma efficace, capace di arrivare al cuore del pubblico. Non sarà stato forse il miglior film italiano dell'anno (specie se paragonato a Il tempo che ci vuole, Campo di battaglia, Vermiglio...) ma di sicuro è quello che mi è "arrivato" di più.


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1) THE BRUTALIST (di Brady Corbet, USA 2025) 
Film magniloquente, smisurato, che omaggia i grandi kolossal del passato e tanta filmografia a tema (da Il Petroliere - come affresco d'epoca - a The Master - come storia di uomini), ovviamente non solo per la durata ma anche per l'epicità del soggetto e la cura filologica della confezione (è stato girato su pellicola in un anacronistico formato VistaVision, quello che si usava negli anni '50). La vita avventurosa e perigliosa di Laszlo Toth (Adrien Brody, oscarizzato), geniale architetto brutalista scampato a Hitler e rifugiatosi in America in quanto ebreo, diventa l'assunto per un'opera ambiziosa, a tratti eccessiva, eppure proprio per questo ancora più coraggiosa e meritoria.


2) IL SEME DEL FICO SACRO (di Mohammad Rasoulof, Germania/Francia/Iran 2024) 
Uno dei film più toccanti e importanti della stagione: film potente e coraggioso, dichiaratamente politico, appassionante, ansiogeno, girato clandestinamente fuori dall'Iran nonostante le persecuzioni del regime degli ayatollah. Un atto di resistenza cinematografica che denuncia le ingiustizie e la barbarie della teocrazia iraniana e celebra il coraggio delle nuove generazioni. In Italia, purtroppo, è stato molto penalizzato dalla distribuzione, merita una doverosa riscoperta.


3) I PECCATORI (di Ryan Coogler, USA 2025) 
Se tutto il cinema "commerciale" fosse come I Peccatori, allora evviva il cinema commerciale! Che, badate bene, non è un capolavoro e non aspira ad esserlo, ma riesce nei suoi 137 minuti a farti riscoprire il piacere della sala cinematografica (possibilmente in IMAX 70mm). Un film brutale, anarchico, che frulla sapientemente tutte le forme dell'horror senza alcuna paura di essere derivativo, tutto giocato su ritmo, azione e rabbia, fregandosene bellamente (finalmente!) del politically correct. La sorpresa più gradita dell'anno: lo ritroveremo sicuro protagonista ai prossimi Oscar.


4) ANORA (di Sean Baker, USA 2024) 
Una commedia intelligente, deliziosa, malincoMica al punto giusto, che in un'annata straordinaria ha sbancato Cannes e gli Oscar. La mente corre subito (volutamente) a Pretty Woman ma l'approccio del regista Sean Baker, icona del cinema indie americano, è diametralmente opposto: Anora è a tutti gli effetti la versione favolistica del declino del Sogno Americano, che attraverso la comicità riesce a farci provare la rabbia della lotta di classe e l'impotenza verso coloro che muovono i fili del mondo. Menzione speciale per l'incantevole Mikey Madison, che ha indovinato il ruolo della vita.


5) 28 ANNI DOPO (di Danny Boyle, GB 2025) 
Un'opera sorprendentemente matura per un genere spesso sottovalutato come l'horror. Danny Boyle (regista) e Alex Garland (sceneggiatore) non si limitano a raccontare l'orrore esterno dell'apocalisse, ma ci costringono a guardare quello interiore: la paura del diverso, l'egoismo, la perdita della memoria collettiva, della "pietas". E' un film che inquieta più per ciò che suggerisce che per quello che mostra: l'uso di immagini sporche e quasi amatoriali rende tutto più reale, più vicino. Ma il cuore del film è Spike, la sua crescita forzata in un mondo che ha dimenticato come si ama. Nonostante un finale (troppo) posticcio è un'opera intrigante, che riesce ad unire tensione e riflessione, politica e umanità.


6) JOKER: FOLIE A' DEUX (di Todd Phillips, USA 2024) 
Si comincia con un cartone stile Looney Tunes, in omaggio alla Warner e all'epoca d'oro dei comics, ma si capisce subito che ci sarà poco da ridere: il percorso di Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), ormai ridotto a una larva umana cui è stata tolta anche la dignità, assomiglia alla Passione laica di un Messia maledetto e destinato alla dissoluzione, tradito e deriso da tutti, anche da chi gli giura amore eterno per poi ripudiarlo sulla croce. Film spiazzante e nerissimo, poco capito da tutti: formalmente è un musical, di fatto è un tetro, dolente, ineluttabile dramma dove la rabbia del primo capitolo lascia il posto al dolore. Opera imperfetta ma dannatamente affascinante, che scatena emozioni vere. Al botteghino è stato un flop, ma il tempo gli renderà giustizia.


7) LA CASA DEGLI SGUARDI (di Luca Zingaretti, Italia 2025) 
Non solo un racconto intimo di dolore e resilienza, ma anche un importante film politico che restituisce dignità al lavoro umile, quello spesso "invisibile" agli occhi dei potenti, sottovalutato e sottopagato eppue indispensabile per garantire l'agiatezza delle classi superiori. Il debutto alla regìa di Luca Zingaretti è un sorprendente dramma umano che, pur all'interno di una struttura semplice, alterna con garbo ironia e commozione raccontando una storia comune ma che sa restituirci un po' di fiducia nel prossimo. Ottima prova anche dell'altro esordiente, il giovane protagonista Gianmarco Franchini.
 

4 commenti:

  1. Siamo per me a metà anno, ma di film bellissimi posso dire di averne visti. Certo, l'annata delle serie TV la batte, con almeno cinque titoli tra cui i tuoi a contendersi il primo posto (trova posto per The Studio, se riesci, ora che hai sdoganato il mezzo).
    Anche quest'anno posso dire di condividere molte opinioni con te, e non sembra più una sorpresa con gli horror a conquistarci, a parte quel Joker che per me resta una grandissima delusione, da amante dei musical.
    Il film di Zingaretti mi manca, ammetto che con il cinema italiano parto da pregiudizi di pesantezza che non sempre se ne vanno, ma viste le varie rassegne estive in zona, provo a cercarlo e vedere se mi farà cambiare idea.

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  2. Quest'anno ho visto molto poco e quindi sospendo ogni giudizio, però davvero Joker 2 non si può vedere in quest'elenco, via. Come si fa?

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  3. Concordo con te, Il Seme del Fico Sacro è un film stupendo. In generale la cinematografia iraniana ci sta regalando opere magistrali che purtroppo sono penalizzate dalla distribuzione e pubblicità scarse.

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  4. Il seme del fico sacro vorrei vederlo, già da febbraio, ma ahimè qui non si era visto.
    Grazie per avere messo quel trionfo di The Sinners in classifica, compensa quel Joker che per me è stato dimenticabilissimo...

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