lunedì 11 marzo 2024

L'OSCAR DI NOLAN



In una serata praticamente "perfetta", dove ogni tassello è andato al posto giusto, l'Oscar 2024 incorona Oppenheimer e soprattutto il suo regista, Christopher Nolan, finalmente premiato dopo tante candidature andate inopinatamente a vuoto. Non mi nascondo: più volte in passato Nolan mi aveva fatto inca...volare per la sua megalomania, spesso unita a un'altezzosità senza limiti, ma non si può non riconoscergli un talento sopraffino unito a uno smisurato amore per il cinema come Arte pura, che in Oppenheimer viene sublimato in modo impeccabile. Il trionfo di Oppenheimer significa un omaggio e un ritorno a un cinema classico, spettacolare, "bigger than life", che però sa adeguarsi alla modernità. C'è gloria anche per gli altri due film più belli dell'anno, l'emozionante Povere Creature! di Yorgos Lanthimos (impreziosito dal secondo Oscar per la splendida Emma Stone) e lo sconvolgente La zona d'interesse, che come da pronostico si aggiudica la statuetta per il miglior film straniero. Niente da fare per Io Capitano di Matteo Garrone, finito purtroppo in una cinquina di ferro, ma si sapeva. E per quest'anno va benissimo così.




Stavolta nessuno ha fatto scherzi: nessun colpo di scena e nessuna busta scambiata e "dimenticata" lì da Emma Stone (come ha ironicamente puntualizzato il cerimoniere Jimmy Kimmel, memore del fattaccio di La La Land...). Vincono dunque Oppenheimer ma soprattutto il suo regista, Christopher Nolan, che vede (finalmente!) riconosciuti anche dall'Academy il suo talento e il suo smisurato amore per il cinema, inteso come arte pura, intrattenimento, fabbrica di sogni e anche di soldi (perchè no?)

E' chiaro infatti che il trionfo di Oppenheimer (sette statuette, tra cui quelle fondamentali per film, regia e attore protagonista), che segna il ritorno alla vittoria di un blockbuster dopo vent'anni esatti (dal terzo capitolo de Il Signore degli Anelli, del 2004), è una dichiarata investitura verso un cinema che omaggia i classici ma che si sa anche adeguare alla modernità. Lo firma un regista che ama il cinema alla follia, fin quasi alla maniacalità (è uno dei pochi che ancora gira solo ed esclusivamente su pellicola) e che è l'unico regista, insieme a Quentin Tarantino, capace di far accorrere il pubblico in sala solo con il suo nome. Non mi nascondo: in passato Nolan mi ha spesso fatto "incazzare" come pochi per la sua altezzosità e la sua megalomania (Dio solo sa quanto ho odiato un film come Tenet) ma non gli si può non riconoscere un talento puro, innato, fuori del comune, che lo pongono di diritto tra i massimi autori contemporanei: in questo, l'Oscar consegnatogli nelle mani da Steven Spielberg rappresenta un ideale passaggio di consegne.

Oppenheimer
è un film importante, che parla alle nostre coscienze: fino a che punto ci si può spingere con la follia della guerra? E la scienza, la ricerca, possono arrestarsi in nome dell'etica, specialmente sapendo che l'uomo per sua natura è fallibile? Un film che parla dell'inventore della bomba atomica e che, per doveroso contrappasso, durante la serata è diventato il pretesto per lanciare messaggi di pace, per fermare, perlappunto, la follia degli uomini (in certi momenti anche troppo, come il pistolotto non richiesto pro-Ucraina del vincitore del miglior documentario, 20 days in Mariupol, ma lasciamo perdere...). 

Nel mio articolo di presentazione di venerdì scorso avevo scritto a chiare lettere che non mi fidavo dell'Academy, e che la qualità (altissima) dei film in gara quest'anno avrebbe tenuto nascoste le proprie, oscure logiche di giudizio, spesso improntate a scelte che esulano dall'effettivo valore artistico... dopo stanotte la penso ancora così? Sì e no: gli sciagurati riconoscimenti degli ultimi due anni a film oggettivamente med iocri e già dimenticati come CODA e Everything Everywhere all at Once stanno lì a dimostrarci che gli "anticorpi" non hanno ancora fatto del tutto effetto, ma certo è che l'edizione di quest'anno è stata pressochè perfetta nel premiare tutti i più meritevoli. Ne sono un esempio la vittoria della splendida Emma Stone tra le attrici protagoniste (i pronostici la davano per sfavorita nei confronti della nativa Lily Gladstone, ma sarebbe stato un premio politico e illogico dal momento che, aldilà di come la si pensi sul valore della sua performance, la Gladstone non può dirsi protagonista in Killers of the Flower Moon, la sua nomination è stata una forzatura) ma anche quella, passata in sordina ma fondamentale, de La zona d'interesse nella categoria del sonoro: il sonoro è tutto nel film di Jonathan Glazer, è IL film stesso, eppure in altri tempi l'effetto-trascinamento avrebbe finito per premiare Oppenheimer. Invece quest'anno, intelligentemente, non è successo.

Grazie a Oppenheimer registriamo inoltre le statuette a due attori bravi e fin qui sempre un po' sottovalutati (non solo dall'Academy ma anche dal pubblico). Cillian Murphy è una di quelle "facce" note ma non notissime, che siamo abituati a vedere ma non ricordiamo mai di chi siano... certo, un po' dispiace per gli altrettanto bravi Paul Giamatti e Jeffrey Wright, due "professori" che vorremmo sempre per i nostri alunni, ma ci pare che la vittoria di questo ragazzo irlandese non possa essere messa in discussione. Stesso discorso vale per Robert Downey jr., uno che spesso e volentieri si è fatto male con le sue stesse mani (come ha ammesso in un rabbioso e toccante discorso di ringraziamento) ma che in età ormai matura, a 59 anni, arriva finalmente a toccare quell'attimo di gloria cui poteva arrivare molto prima. Ma va bene anche così. Analoga considerazione anche per l'interpretazione più sofferta del lotto, quella di Da'Vine Joy Randolph, madre inconsolabile in The Holdovers di Alexander Payne.


Il trionfo di Oppenheimer non ha però fatto sfigurare altri due film per me tra i più belli dell'anno: sono davvero contento per Povere Creature! di Yorgos Lanthimos che oltre all'Oscar pesante della Stone si porta a casa anche altri tre sacrosanti riconoscimenti tecnici per scene, costumi e trucco, un bottino comunque notevole, mentre il già citato La zona d'interesse, il film più sconvolgente dell'anno, vince a mani bassi tra i film stranieri: qui certo dispiace per la sconfitta di Io Capitano del nostro Matteo Garrone, ma davvero non potevamo aspettarci niente di diverso. Garrone ha avuto la "sfortuna" di essere candidato in un'annata dove la concorrenza era di altissimo livello, ma questo impreziosisce (e non sminuisce) la sua candidatura. Bravo lo stesso. Felicissimo anche per altri due premi importanti, quelli per la sceneggiatura, finiti a Anatomia di una caduta e al sorprendente American Fiction di Cord Jefferson (pellicola uscita quasi "clandestinamente" da noi ma che potete recuperare su Prime video, e ne vale la pena). Emozionante anche l'Oscar al maestro Hayao Myazaki per il suo Il ragazzo e l'airone (terzo Oscar per lui) "festeggiato" in platea dal cagnolino Messi, nel momento più dolce della serata.

In conclusione, parliamo anche degli "sconfitti". Che sono pochi ma significativi. E' uscito con le ossa rotte il grande vecchio Martin Scorsese (dieci candidature e zero statuette) ma, permettetemi di dirlo, trovo che Killers of the Flower Moon sia uno dei film meno interessanti e coinvolgenti della sua carriera. Certo, non un brutto film (Scorsese non farebbe film brutti nemmeno se lo volesse) ma di sicuro non lo metterei nemmeno sul podio, e forse anche più in basso, della sua brillante filmografia.

L'altro grande sconfitto della serata è ovviamente Barbie. Il film di Greta Gerwig può almeno "consolarsi" con la vittoria della miglior canzone originale (di Billie Eilish e Finneas O'Connell) ma sicuramente dopo il clamoroso exploit dell'estate scorsa ci saremmo aspettati molto di più... ho sempre sostenuto che per me Barbie è un film più importante che bello, che gode di un'idea originale ma che si sgonfia quasi subito, e che certamente è stato soppiantato in sede di premi da Povere Creature!: il film di Lanthimos affronta le stesse tematiche ma in maniera molto più autoriale ed emozionante, e per questa volta, consentitemelo, va benissimo così.



TUTTI I VINCITORI


MIGLIOR FILM: OPPENHEIMER DI CHRISTOPHER NOLAN




MIGLIOR REGIA: CHRISTOPHER NOLAN (OPPENHEIMER)




MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: CILLIAN MURPHY (OPPENHEIMER)




MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: EMMA STONE (POVERE CREATURE!)




MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: ROBERT DOWNEY JR. (OPPENHEIMER)




MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: DA'VINE JOY RANDOLPH (THE HOLDOVERS)




MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE: LA ZONA D'INTERESSE (REGNO UNITO)




MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: JUSTINE TRIET, ARTHUR HARARI (ANATOMIA DI UNA CADUTA)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ADATTATA: CORD JEFFERSON (AMERICAN FICTION)
MIGLIOR FOTOGRAFIA: OPPENHEIMER
MIGLIOR SCENOGRAFIA: POVERE CREATURE!
MIGLIOR MONTAGGIO: OPPENHEIMER
MIGLIOR SONORO: LA ZONA D'INTERESSE
MIGLIOR COLONNA SONORA: OPPENHEIMER
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE: "WHAT WAS I MADE FOR?" (BARBIE)
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: GODZILLA MINUS ONE
MIGLIORI COSTUMI: POVERE CREATURE!
MIGLIOR TRUCCO: POVERE CREATURE!
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE: IL RAGAZZO E L'AIRONE
MIGLIOR DOCUMENTARIO: 20 DAYS IN MARIUPOL


14 commenti:

  1. Si, sono contenta anche io, questa è stata un ottima edizione degli oscar, che ho seguito con trasporto :)

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    1. Difficilmente assisteremo a un'altra edizione così in sintonia con i gusti dei cinefili... perciò godiamocela! 😊

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  2. Dopo tante delusioni, dopo il furto clamoroso a La La Land, dopo edizioni improbabili che hanno trovato l'apice nell'assurda serata che ha visto trionfare il tragicomico Everything Everywhere All At Once, finalmente l'Academy ha riabilitato sé stessa e ritrovato la propria credibilità, regalando una cerimonia praticamente perfetta come dicevi. Da "nolaniano", una serata irripetibile :D Finalmente la soddisfazione di vedere trionfare Christopher Nolan agli Oscar, come sognavo da lunghissimo tempo, me la sono tolta con grande gioia :)

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    1. E, aggiungo, il secondo Oscar alla nostra Emma Stone ha completato il tutto meravigliosamente :)

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    2. Ciao Giuseppe! Sì, serata perfetta come mai era capitato prima, direi. Sono contento per Oppenheimer e per Nolan, che meritavano tutti i premi. Io avrei avuto difficoltà a scegliere tra "Oppy", Povere Creature! e La zona d'interesse, che sono tre grandi film, ma credo che alla fine anch'io avrei votato per Nolan, non solo per il film di quest'anno ma per un riconoscimento alla sua carriera intera.
      E sono contento ovviamente anche per Emma Stone. Qui però devo far(ti) un piccolo coming out: lo so bene che non sarai d'accordo con me, ma continuo a pensare che il primo Oscar di Emma, quello per La La Land, lo meritasse di più Natalie Portman in Jackie... stavolta però non ci sono dubbi: il personaggio di Bella Baxter ci resterà impresso nella memoria e diventerà una piccola icona del femminismo. L'interpretazione della Stone è stata meravigliosa e davvero non si poteva non premiare. Il fatto che sia riuscita a convincere anche i parrucconi dell'Academy che erano pronti ad assegnare un oscar "politico" alla Gladstone ci dà davvero l'idea di quanto sia stata brava. Per lei solo applausi!

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    3. p.s. e comunque prima di arrivare a sostenere che l'Academy è davvero cambiata ci andrei con i piedi di piombo: quest'anno, lo ripeto, le scelte erano facili perchè in un'annata di livello così clamorosamente elevato... qualunque film sceglievi cascavi in piedi (o quasi). La voglio vedere alla prova del nove, in un anno "normale", e vedere se ancora una volta si avrà il coraggio di preferire un film come EEAAO a Gli Spiriti dell'Isola...

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    4. Per quanto riguarda il primo Oscar a Emma, penso che fosse meritato ampiamente, ma è indubbio che la prova di Natalie fu di grandissimo spessore... Probabilmente pagò il fatto che tra l'Academy e il cinema di Larraín non sia mai scoccata la stima reciproca (ma, visto il torto che poi fecero a La La Land, anche la vittoria di Emma non fu così ovvia).

      Certamente le scelte dell'Academy sono state più semplici grazie ad una grande annata cinematografica, ma se avessero voluto perseguire la folle strada intrapresa nelle ultime edizioni, avrebbero potuto dare dodici nomination a Barbie e assegnare sette statuette al film di Greta Gerwig (che, comunque, è di gran lunga migliore di EEAAO). Invece hanno fatto le cose seriamente, e proprio l'Oscar alla Stone, anziché il premio di politica alla Gladstone, ne è stata la conferma. Anche io non mi fido troppo sia cambiato davvero qualcosa, ma era il momento per iniziare.

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    5. Su Barbie hai perfettamente ragione. Condivido la tua disamina: diciamo che abbiamo scampato un bel pericolo! Ovviamente senza voler dileggiare in nessun modo il film della Gerwig, che comunque ha la sua importanza e il suo valore sociale. Lo ripeto: più importante che bello. Però miglior film dell'anno... anche no!

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  3. Quasi perfetto...
    La splendida pellicola di Wenders per me meritava l'Oscar.
    Un caro saluto

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    1. Quest'anno tutti e cinque i film candidati erano davvero di livello eccelso. Per me Perfect Days è un gran film (gli ho dato il massimo dei voti) però trovo che La Zona d'interesse sia un film davvero "sconvolgente" oltre che geniale, e che certo mi ha colpito più di tutti gli altri. Ho adorato Wenders ma penso che l'Oscar a Glazer sia sacrosanto

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    2. Si Sauro, questo l'avevo capito ma io ,diciamo così, questa volta mi trovo più vicino a Paolo Mereghetti e sono perfettamente concorde con gli appunti che fa alla ,pur bella , pellicola.

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  4. Anche a me sono piaciuti I premi e I film a cui sono andati, anche se credo che Scorsese abbia fatto un bel film ma un po' "scomodo" per gli americani e lo spirito capitalista, e Barbie comunque lo si voglia vedere è un film "leggero" ma divertente e che ha riportato un po' di follia e tanta gente al cinema d'estate (sperando che siano visti anche altri film come Ancora un Estate al cinema o come Gigi la legge e l'estate di Giacomo che verranno trasmessi da Fuori Orario domenica dopo l'una e mezza all ora dei vampiri).
    Buona serata, Decio

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    1. Ciao Decio! È sempre bello leggerti!
      Guarda, su Barbie la penso come te: aldilà del risultato degli Oscar è un film importante, lo ribadisco, e proprio per i motivi che hai citato: in pratica ha salvato (insieme a Oppenheimer) i botteghini estivi da noi e (soprattutto) negli USA. Su Scorsese ci troviamo meno... per me "Killers" è uno dei film più deboli della sua carriera (fermo restando che un film "debole" di Scorsese è di gran lunga più "forte" della stragrande dei titoli che escono in sala) però proprio non me ne sono innamorato, succede... 🤷‍♀️
      Gli altri titoli italiani che citi (e che non ho visto) spero abbiano almeno una distribuzione decente: c'è bisogno di forze fresche, specie in un'annata purtroppo assolutamente non positiva per il nostro cinema

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