mercoledì 24 aprile 2024

GLORIA!


titolo originale:
 GLORIA! (ITALIA/SVIZZERA, 2024)
regia: MARGHERITA VICARIO
sceneggiatura: MARGHERITA VICARIO, ANITA RIVAROLI
cast: GALATEA BELLUGI, CARLOTTA GAMBA, VERONICA LUCCHESI, MARIA VITTORIA DALLASTA, SARA MAFODDA, PAOLO ROSSI, ELIO
durata: 105 minuti
giudizio: 


Venezia, fine '700. In un malridotto istituto musicale per orfanelle una ragazza muta, Teresa, inventa insieme alle altre allieve una melodia moderna e leggiadra utilizzando uno strumento di nuova generazione: il pianoforte. La cosa ovviamente non piacerà al gretto e mediocre rettore del collegio, Don Perlina, che da tempo cerca invano di comporre una partitura da dedicare all'imminente visita di Papa Pio VII...  




Lo sapete che sono uno che si commuove facile, e pertanto non ho problemi ad ammettere che sui titoli di coda di Gloria! mi è scappata la lacrimuccia: è impossibile (credo) restare insensibili leggendo la dedica con cui la regista Margherita Vicario ha voluto omaggiare "tutte quelle donne compositrici nascoste nelle pagine della storia...". La didascalia finale ci rivela infatti che nel 1807 un editto napoleonico impose la chiusura definitiva di tutti gli orfanotrofi musicali femminili, togliendo così ogni speranza a quelle giovani donne creative e compositrici di vedere il loro nome scritto sotto a un pentagramma. All'epoca infatti le donne non avevano voce in capitolo, non avevano il permesso di comporre musica e comunque non potevano firmare i loro spartiti. Di tutte queste figure femminili del tempo non si è mai saputo nulla, eppure hanno contribuito non poco allo sviluppo della loro arte. 

Il film della Vicario trae spunto proprio da questo, raccontando una storia di fantasia ma simbolica per tutto il movimento. Siamo "da qualche parte vicino a Venezia", negli ultimi anni del '700, dove nell'immaginario collegio Sant'Ignazio, uno scalcinato orfanotrofio femminile dove si insegna a suonare, il gretto e represso Don Perlina (Paolo Rossi), mediocre maestro di cappella, dirige di malavoglia un gruppo di giovani ragazze di umili origini ma desiderose di sogni, perlopiù infranti: chi vorrebbe, perlappunto, comporre musica, chi sposarsi con un uomo ricco, chi scappare da quel posto per vedere il mondo e magari conoscere la pasionaria Madame de Stael, la nobile letterata che scriveva libri firmandoli col proprio nome e condizionava la scena culturale del tempo...

Al Sant'Ignazio l'atmosfera è elettrica: si è sparsa la voce che Papa Pio VII in persona, in visita pastorale, si fermerà anche in quel derelitto angolo di mondo, e il collegio lo ricambierà dedicandogli un concerto con musiche composte per l'occasione. Piccolo problema: Don Perlina, nella sua tronfiaggine e arroganza, è totalmente senza ispirazione e distratto da altri pensieri (tipo il giovanotto di cui si è invaghito) e non riesce a scrivere una sola nota. Tutte le ragazze lavorano con impegno, in particolare il quartetto d'archi composto dalla talentuosa e ribelle Lucia (Carlotta Gamba) e dalle compagne Bettina (Veronica Lucchesi), Marietta (Maria Vittoria Dallasta) e Prudenza (Sara Mafodda), i cui suggerimenti non sono però ben accetti dal viscido prelato.

Succede però che un giorno càpiti un fatto destabilizzante per tutta la compagnia: un misterioso filantropo fa recapitare al collegio uno strumento nuovo, destinato a rivoluzionare la storia della musica. Al Sant'Ignazio nessuno conosce il pianoforte (o "fortepiano", come viene chiamato) e ovviamente nessuno lo sa suonare. Tutti tranne una: la timida, insignificante, dimessa Teresa (Galatea Bellugi), una ragazza muta, una serva, considerata da tutti ritardata ma che, non si sa come, "sente" la musica dentro di sè e grazie al quel pianoforte comporrà da autodidatta una melodia moderna, sovversiva, che non solo provocherà un terremoto nell'ambiente bigotto dell'orfanotrofio ma scardinerà anche le convenzioni sociali del tempo, portandola anche a liberarsi anche di un doloroso trauma di gioventù che le ha tolto l'uso della parola (e che ovviamente non riveliamo).

Gloria!
è un film gioiosamente libertario, che parla di sorellanza, solidarietà, condivisione, ma è soprattutto un fresco e spumeggiante omaggio alla musica come strumento di lotta, come simbolo di emancipazione e rivoluzione, e dove sono le note stesse a scrivere una sceneggiatura che ha alla base la gioia di esprimersi e il riconoscimento dell'arte e del talento. L'opera prima di Margherita Vicario è sicuramente imperfetta, in certe parti un po' ridondante (soprattutto nel finale alla "Sister Act"), magari un po' naif, ma sa regalarci emozioni vere e copiose: non è solo un inno al "girl power" ma anche un esortazione a credere nella spinta delle nuove generazioni, a dargli finalmente le possibilità che meritano, a svecchiare un paese (il nostro) sempre troppo stantìo e respingente nei confronti dei giovani. 

Certo non basterà un film a scacciare via secoli di patriarcato e gerontocrazia... nessuno è così ingenuo da crederlo. E infatti la Rai meloniana (che attraverso la collegata 01 distribuisce Gloria!) non solo non lo ha promosso ma lo ha perfino "dimenticato", quasi fosse un oggetto scomodo di cui liberarsi al più presto. Al momento in cui scriviamo Gloria! non ha avuto vita facile in sala e gli incassi sono stati modesti, ma Margherita Vicario lo sta portando (da sola) in giro per l'Italia e si dice che dove va lei i cinema siano pieni... se volete farvi del bene, cercatelo e correte a vederlo: ne uscirete più freschi, più liberi, più giovani. Starete meglio, fidatevi.


p.s. il titolo Gloria! (con il punto esclamativo), lo avrete capito, non si riferisce a un personaggio bensì al canto vivaldiano "Gloria in excelsis Deo", che le ragazze rielaborano in chiave pop trasformandolo in uno sbarazzino inno alla libertà...

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